In vista delle elezioni regionali del 28 e 29 settembre, Radio Duomo Senigallia ha ospitato Elena Campagnolo, assessora all’ambiente del Comune di Senigallia nonché candidata nelle file della Lega. Nell’intervista, in onda alle ore 13:10 e alle ore 20 sui 95.2 FM e ascoltabile anche qui grazie al lettore multimediale, si è potuto chiarire il motivo della sua candidatura e soprattutto parlare dei temi centrali per il territorio. La sua scelta di impegnarsi in Regione è vista come una naturale evoluzione del suo lavoro a livello locale, un servizio alla comunità che può estendersi per un respiro più ampio.
Alluvione e ricostruzione
Uno dei punti focali dell’intervista è il tema della ricostruzione post-alluvione. Campagnolo ha ricordato il suo impegno immediato dopo l’evento del 2022, che l’ha portata a Roma per sollecitare aiuti concreti. «Grazie al lavoro del Presidente Acquaroli e una concertazione durata alcune settimane, siamo riusciti a stanziare 400 milioni di euro per il territorio, che sono serviti in parte a mettere in sicurezza la zona, e per il resto a risarcire la popolazione duramente colpita», ha affermato. Campagnolo ha sottolineato come il territorio delle valli Misa e Nevola sia «più sicuro di tre anni fa», pur riconoscendo che c’è ancora molto da fare. In particolare, ha menzionato la questione delle vasche di espansione, precisando che la prima è entrata in funzione dopo 40 anni dalla sua progettazione e che la giunta Acquaroli ha velocizzato le procedure per le successive.
Turismo e aree interne: Senigallia modello per le Marche?
Il turismo è un altro argomento di grande importanza. Nonostante si sia in attesa dei dati ufficiali sulla stagione estiva, la candidata leghista si dice convinta che il successo di Senigallia possa essere un modello per l’intera regione. «Esiste un sistema Senigallia da cui la Regione Marche deve partire», ha detto, ricordando come in tre anni la città sia diventata la «regina del turismo marchigiano», superando il milione di presenze dopo oltre un decennio. A questo si lega il tema delle aree interne: Campagnolo ha espresso la necessità di valorizzare i borghi, spesso colpiti da spopolamento e carenza di servizi, attraverso bandi come ha fatto la giunta Acquaroli e iniziative come ‘Marche Storie’.
Economia e sanità: gli impegni per la Regione
L’intervista ha toccato anche i temi dell’occupazione, dell’agricoltura e della sanità. Campagnolo ha lodato l’attuale situazione occupazionale a livello nazionale, che a suo dire offre maggiori opportunità di lavoro a tempo indeterminato rispetto al passato. Per quanto riguarda l’agricoltura, ha espresso l’impegno per sburocratizzare l’accesso ai bandi e per il sostegno alle famiglie e imprese di agricoltori che promuovono prodotti di eccellenza nazionale. Sulla sanità, la candidata ha difeso la riforma avviata dalla Giunta Acquaroli, definendola un «cambiamento necessario» che potenzierà i servizi sui territori, nonostante non sia ancora pienamente percepibile dai cittadini. Campagnolo si è detta ottimista sulla costruzione delle case di comunità, sottolineando che i lavori sono partiti in diversi territori. Infine, parlando di ambiente, ha menzionato i controlli elevati sulla raffineria di Falconara, pur riconoscendo il disagio degli abitanti vicini, e ha rimarcato l’impegno delle aziende locali del settore del trattamento rifiuti verso la sostenibilità.
L’astensionismo: un appello al voto
Concludendo l’intervista, Campagnolo ha espresso fiducia nella vittoria del presidente Acquaroli, ma ha voluto sottolineare una preoccupazione: l’astensionismo. «Mi dispiace che tante persone non vedano come una questione importante quella di andare al voto», ha affermato, auspicando che i cittadini si rechino alle urne il 28 e 29 settembre per il bene del loro futuro e di quello dei loro figli, indipendentemente dalla loro preferenza politica. Ha concluso ribadendo la sua visione della politica non come un lavoro, ma come un modo per servire la comunità, forte del suo impegno personale a Senigallia e della sua professione.
Con l’avvio della bella stagione non poteva mancare un’intervista all’assessora all’ambiente, al verde e al porto di Senigallia, Elena Campagnolo. Con lei abbiamo cercato di fare il punto sui lavori di sistemazione del lungomare e della spiaggia di velluto, ma anche sulle alberature abbattute e quelle da ripiantare. Questioni ambientali, di vivibilità dello spazio cittadino, turistiche ma anche di decoro urbano si intrecciano dunque in questo audio che potete ascoltare venerdì 6 e sabato 7 giugno alle ore 13:10 e alle ore 20, ma anche qui in questo articolo grazie al lettore multimediale presente.
Estate e lavori
Campagnolo ha illustrato lo stato dei preparativi di Senigallia: si sta concentrando sulla manutenzione e sul decoro urbano, inclusi il taglio dell’erba nelle aree verdi, la potatura delle tamerici e la sistemazione delle siepi sul lungomare. Sebbene la stagione turistica sia già iniziata con diversi eventi e l’afflusso di visitatori, la preparazione della “spiaggia di velluto” procede tenendo conto delle condizioni meteorologiche che hanno rallentato la completa pulizia delle spiagge. Il fatto che siano ancora presenti i cumuli di sabbia da vagliare e i detriti da rimuovere ha suscitato in città qualche malumore.
Al porto
Se in spiaggia sono già arrivate le isole ecologiche e le griglie per il rimessaggio delle attrezzature dei bagnanti, discorso diverso è da fare invece per l’area portuale, in procinto di “ospitare” il mezzo per il dragaggio dell’avamporto, in cui il pescaggio è ridotto, inutile ai fini turistici e rischioso anche per gli operatori della pesca locale. Questi lavori, finanziati dallo Stato, dureranno circa dieci giorni e permetteranno l’ingresso a imbarcazioni di maggiori dimensioni senza impattare sul turismo: il materiale dragato – essendo non inquinato – verrà reimmesso in mare per il ripascimento.
Alberi e critiche
Senigallia possiede un patrimonio di oltre 30 mila alberi, quasi tutti censiti. L’assessora ha difeso la gestione, compresi gli abbattimenti, come quelli recenti su via Mercantini, perché motivati da perizie agronomiche sulla precarietà strutturale dei pioppi. Rispondendo alle critiche delle associazioni ambientaliste sulla trasparenza, Campagnolo ha affermato che c’è stato un dialogo iniziale e che, nonostante alcune incomprensioni, l’amministrazione ha scelto di procedere con gli interventi per riqualificare le vie e migliorare il decoro. Presenterà un bilancio delle piantumazioni e degli alberi abbattuti.
Riconoscimenti: bandiera blu e G20 spiagge
La città si è vista confermate le bandiere blu della Fee per la spiaggia e per l’approdo turistico, ma si può fregiare anche delle “spighe verdi” e del vessillo “eco schools” sempre in tema ambientale. Tra le iniziative per la sostenibilità ha annunciato la distribuzione di posaceneri in carta kraft per sensibilizzare i fumatori a non gettare mozziconi in spiaggia. Sul network G20 Spiagge, che riunisce le “città fisarmonica” che vedono triplicare la popolazione d’estate, Campagnolo si è detta ottimista considerandola un’opportunità per confrontarsi con realtà simili su temi cruciali come l’erosione costiera, gli spiaggiamenti e la gestione dei rifiuti estivi. All’orizzonte anche una legge nazionale per facilitare la gestione delle suddette tematiche nei centri del turismo che superano il milione di presenze.
Continua il nostro approfondimento sul tema dei cinque referendum per cui si voterà l’8 e il 9 giugno prossimi. Dopo l’intervista al segretario della Cgil di Senigallia Guido Pucci, andata in onda lunedì 26 e martedì 27, è il turno di Elena Campagnolo, assessora del Comune di Senigallia nonché segretaria provinciale della Lega. Nel servizio audio che abbiamo preparato, in onda mercoledì 28 e giovedì 29 maggio alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 1 giugno alle ore 17 sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2FM), l’esponente leghista ha espresso la netta volontà di astenersi dall’andare a votare. L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo riassuntivo, accompagnato dal lettore multimediale.
La sua decisione di non partecipare al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno si estende a tutti e cinque i quesiti, sia ai quattro sul lavoro (Jobs Act, licenziamenti illegittimi, precariato, sicurezza negli appalti) sia al quinti che riguarda la cittadinanza.
Referendum sul lavoro
Campagnolo ritiene che l’istituto referendario non sia la sede appropriata per modificare leggi complesse come quelle sul lavoro. A suo dire, in caso di vittoria dei “sì”, i referendum creerebbero “lacune normative”. Motivo per cui preferirebbe che eventuali modifiche venissero discusse in maniera più organica in parlamento. Non manca la critica della Lega ai referendum proposti dalla CGIL, definiti “strumentali”, un tentativo della sinistra di “rimediare a errori” passati nonché di riavvicinarsi a un elettorato di cui ha perso la fiducia da tempo.
Referendum sulla cittadinanza
Per quanto riguarda il quesito con cui si vorrebbe dimezzare il requisito temporale dei dieci anni di residenza nel Paese per poter richiedere la cittadinanza, Campagnolo si è invece detta contraria. Ha affermato che l’attuale situazione è adeguata, che il tema non sarebbe assolutamente un’urgenza e ha definito il quesito come un tentativo poco trasparente di “incamerare in un bacino elettorale” persone che al momento non votano.
La protesta
In sintesi, la decisione di Campagnolo di non andare a votare è un atto di protesta contro l’uso, a suo parere, strumentale del referendum per affrontare questioni che dovrebbero essere risolte dal parlamento attraverso un iter legislativo completo e rispettoso delle norme.
Ultimi ritocchi al calendario e alle iniziative per il natale 2024 che condurrà senigalliesi e turisti in queste festività fino all’epifania del 6 gennaio 2025. Il programma degli eventi e le scelte degli addobbi ormai sono una realtà con davvero le ultime modifiche da apportare per quanto riguarda alcune piccole migliorie rispetto agli anni precedenti. Innanzitutto, proprio tra le differenze rispetto all’anno scorso, c’è l’accensione prevista per il 30 novembre delle luminarie natalizie, un evento solitamente festeggiato da tutta la città, mentre rimane un caposaldo lo stile con cui la città di Senigallia porta avanti questi eventi di natale, cioè eventi che saranno dedicati soprattutto alle famiglie. A piegarci le novità sono l’assessora al turismo Simona Romagnoli e l’assessora all’ambiente con delega al decoro urbano Elena Campagnolo. L’intervista sarà in onda venerdì 15 e sabato 16 novembre alle ore 13:10 e alle 20, con un’ulteriore replica domenica 17 a partire dalle 16:50 (la terza di tre interviste audio). E’ possibile inoltre ascoltarla cliccando sul tasto “riproduci” del lettore multimediale di questo articolo, assieme a un estratto testuale.
Assessora Romagnoli, che cosa ci dobbiamo aspettare per il natale? Quest’anno si accenderà il 30 di novembre, partiremo nelle domeniche dell’avvento con eventi principalmente dedicati ai bambini, alle famiglie, quindi con animazioni, villaggio di natale. Le casette in piazza del Duca ospiteranno il mercatino di natale. Poi ci sono i motobabbi, il concerto dell’avvento, una caccia al tesoro, comunque protagonisti i bambini insieme alle famiglie perché è insieme che si fanno le cose. Ci sarà la novità di un bus storico che Bucci ci mette a disposizione, gli faremo fare dei giri con babbo natale. Ripeteremo l’orienteering di natale sabato 28 dicembre, l’attività che è tipo una caccia al tesoro nel centro di Senigallia, che è già da due anni che lo facciamo insieme alla federazione dell’orienteering, in questi ultimi due anni ha avuto un grande successo: famiglie e bimbi saranno suddivisi in squadre per poi alla fine ricevere dei premi dati dall’azienda e del nostro territorio, si svolgerà al foro annonario. Insomma, eventi per bambini e famiglie, questo è un po’ lo spirito.
Per quanto riguarda la distribuzione degli eventi, che piazze verranno coinvolte? Piazza del Duca sicuramente, il foro annonario perché avrà una cupola di natale al suo centro dove dentro sarà vestita a scena natalizia e ovviamente tutte le piazze principali. Piazza Garibaldi sarà dedicata alla festa di capodanno.
Quali eventi a capodanno? L’evento di capodanno non è stato ancora deliberato perché in questi giorni stiamo vagliando le ultime proposte e siamo in dirittura d’arrivo. Sicuramente sarà una serata che comunque coinvolgerà le famiglie e i cittadini o le persone che trascorreranno magari il cenone in centro oppure a casa e poi vorranno brindare al capodanno in piazza; ci siamo concentrati su musica, divertimento senza andare verso l’eccesso. Una cosa divertente, di qualità. I fuochi d’artificio non si possono fare più in centro storico per un problema di sicurezza.
Sulle luminarie natalizie? Accenderemo il 30 di novembre e ci accompagneranno tre cori di Senigallia. Le luci saranno distribuite in tutto il centro della città, quest’anno anche nella piazzetta all’inizio del lungomare Marconi dove abbiamo messo delle luci natalizie intorno agli alberi, un po’ come ai giardini Catalani, per dare una continuità dal centro verso il mare. Abbiamo inserito tutte le vie che vanno dal centro verso piazza Garibaldi: l’anno scorso qualche via non era stata considerata; e poi installazioni varie nelle piazze.
E’ previsto un contributo, come avveniva negli anni passati? No, la nostra amministrazione ha scelto di no, quindi le attività economiche non hanno nessun dovere di contributo.
Sono molteplici le ripercussioni sul fronte turistico delle iniziative di natale. Le strutture ricettive aperte in questo periodo, che contano circa in totale 1700 posti letto, erano arrivate a una quota di occupazione all’80% a metà novembre. All’assessora all’ambiente con delega al decoro urbano Elena Campagnolo chiediamo che natale sarà sotto l’aspetto delle luminarie? Per quanto riguarda l’illuminazione natalizia stiamo cercando di portare delle modifiche rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni, sempre per innovare, per fare in modo ovviamente che tutti gli anni ci siano delle novità che in qualche modo ci permettano di raggiungere e quindi di far transitare su Senigallia le persone. Uno dei motivi del periodo natalizio per cui la gente viene a Senigallia è anche quello di vedere le luci natalizie.
Torna il cielo stellato in piazza Garibaldi: cos’altro? Ci sarà il cielo stellato anche in piazza Roma, assieme a un albero di natale che sarà diverso rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi tre anni. Poi cercheremo di addobbare oltre tutte le vie del centro anche tutte le frazioni di Senigallia.
Che investimento economico per la città? Per quanto riguarda le luminarie in realtà è un investimento che è all’interno di tutto il sistema che noi abbiamo di illuminazione pubblica per cui non si tratta di un investimento che ha una cifra prestabilita ma varia secondo quello che viene fatto, in ogni caso non va ad incidere nel bilancio comunale se non per piccole cifre, per le installazioni che noi faremo nelle varie piazze. Quindi diciamo un pacchetto tutto compreso a parte ovviamente qualche qualche spesa che viene fatta per quanto riguarda l’illuminazione ma è minima rispetto al costo diciamo totale che sarebbe effettivamente molto esoso per il Comune di Senigallia ma che non lo è proprio in virtù di questo di questo project sostanzialmente che è in atto.
Sul fronte del decoro urbano, oltre alle luminarie cos’altro ci sarà? Ci saranno delle installazioni che io non vorrei però svelare perché è anche bella l’idea di avere una sorpresa dal 30 novembre, quando avremo l’accensione di tutte le luminarie, l’avvio del mercatino di natale e della pista di pattinaggio nel parterre della rocca roveresca. A predisporre gli eventi e il programma ci hanno pensato gli assessorati all’ambiente, al turismo, alle attività produttive e alle frazioni.
Il lungomare verrà coinvolto? Sì, un pezzo, con l’illuminazione su diversi tamerici che sono in quel tratto di lungomare.
Altre informazioni le possiamo ricavare dalla determina dell’ufficio turismo, eventi e sviluppo economico, la numero 1554 dell’11 novembre, dove si parla delle luminarie sia per il natale 2024 che per san Valentino 2025. L’amministrazione comunale prevede nei giardini catalani le luci, gli addobbi attorno ai tronchi degli alberi dei giardini come già negli anni precedenti. Ci saranno anche delle installazioni a forma di caramelle e bastoncini, oltre alla presenza di un treno in 3D, con possibilità di accedere all’interno. Una cosa simile verrà allestita in piazza Saffi, una struttura in 3D per poter fare da sfondo per i selfie in mezzo alle luci. Verrà allestita anche la rotonda a mare con una galleria di archi. Per quanto riguarda san Valentino, questa è un’anticipazione, verrà sempre allestito il pontile della rotonda a mare con delle installazioni luminose. Tutto questo pacchetto costerà alle casse comunali in totale 37.200 euro, importo che verrà inserito nel capitolo di spesa “eventi e manifestazioni per l’accoglienza turistica”.
Nuova puntata di “Venti minuti da Leone”, stesso tema della precedente: parliamo di rifiuti e precisamente della proposta di delibera dell’Assemblea ATA, con cui si andava ad esaminare il progetto presentato da Ancona Ambiente che si candida come gestore unico per i rifiuti della provincia di Ancona. Andiamo a sentire le voci dell’assessora all’ambiente del comune di Senigallia Elena Campagnolo e del sindaco del comune di Morro d’Alba Enrico Ciarimboli. L’intervista sarà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) venerdì 8 e sabato 9 novembre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 10 lo sarà a partire dalle ore 16:50 (terza intervista di tre). E’ disponibile inoltre cliccando sul tasto play del lettore multimediale in questo articolo dove è presente anche il testo integrale dell’intervista.
I punti fondanti il no di Senigallia alla proposta di delibera dell’Assemblea ATA del 27 settembre scorso. Non abbiamo mai detto ovviamente no alla proposta di gestione in house, questo in primis. Noi ovviamente siamo molto perplessi sulla scelta, cioè quella di Ancona Ambiente, e quindi sulla scelta di prendere una società di cui alcuni comuni fanno già parte e che quindi sarebbe in qualche modo diciamo per altri comuni come Senigallia un po’ discriminante ecco da quel punto di vista.
Su questo punto dell’affidamento ad una società di cui non fanno parte tutti i comuni, quindi la soluzione che si potrebbe intravedere allora qual è? Che tutti i comuni entrino in Ancona Ambiente o che si costituisca una nuova società oppure che si affidi ad un privato? Potrebbe essere che si possa costituire una nuova società, che possa in qualche modo essere una società con partecipazione, pubblico privato, che funziona molto in questo momento. Insomma le soluzioni sono molteplici. Sicuramente quello di prendere una società come Ancona Ambiente che comunque delle problematiche abbiamo visto nel corso degli anni le ha, non la riteniamo la scelta più oculata possibile. Dopodiché sulle scelte tecniche siamo molto perplessi perché anche quella di prelevare dei mezzi dagli esistervizi piuttosto che da altre società che dovrebbero entrare con Ancona Ambiente e quindi si va a prelevare dei mezzi che probabilmente sono già in forte disuso, cioè nel senso che sono obsoleti già in questo momento e noi andiamo a comprarli. Ecco anche questa è una scelta abbastanza discutibile che fa Ancona Ambiente.
Muovete delle osservazioni proprio sul piano industriale presentato da Ancona Ambiente? Sì, anche sul servizio perché probabilmente non so quanta accortezza possa avere Ancona Ambiente nel fare un servizio e prendo appunto Senigallia che sappiamo bene cosa succede a Senigallia durante l’estate quando triplica ovviamente le presenze, quanto è importante avere un servizio efficiente, quanto è importante avere un servizio che dia risposte immediate che già abbiamo difficoltà perché magari in questo momento abbiamo un servizio anche tarato su una gara fatta dieci anni fa che tra l’altro è la considerazione da cui è partita Ancona Ambiente quindi per quanto riguarda Senigallia, quindi gli aspetti tecnici che riguardano la raccolta di Senigallia ci preoccupa effettivamente molto e ci sarebbe molto da capire, da discutere e da approfondire, questo non è un dire assolutamente no alla gestione né di Ancona Ambiente né della gestione in house, semplicemente vogliamo delle sicurezze in più che in questo momento però non ci vengono date. Io mi riferisco proprio al servizio, al servizio come viene svolto in questo momento, Ancona Ambiente probabilmente è tarata su comuni molto più piccoli o su Ancona ma Ancona non fa la raccolta porta a porta, quindi abbiamo perplessità sul fatto che il servizio possa essere garantito specificatamente come viene svolto in questo momento a Senigallia, non vorremmo doverci ritrovare a ritornare indietro su alcune scelte che sono state fatte anche in passato, come quello della porta a porta molto spinto.
Quindi qual è una soluzione che si potrebbe trovare al momento adesso? Io quello che aspetto è un dialogo ovviamente tra il nostro sindaco e in primis il sindaco di Ancona, che so che ci sono già stati insomma delle perlofuzioni anche in questi giorni e ovviamente con il presidente di Ancona Ambiente che dovrà rispondere a delle domande penso più che legittime poste dal comune di Senigallia.
Se la maggioranza dei comuni dovesse votare per andare avanti con la proposta di Ancona Ambiente, Senigallia che cosa può fare? Quello che si può fare lo vedremo ovviamente nel corso delle prossime settimane, però sicuramente in questo momento c’è anche un problema penso legale, si deve affrontare quello dei ricorsi presentati dai gestori che in questo momento gestiscono la raccolta dei fiuti, sia Marche e Multiservizi che mi sembra abbiano presentato entrambi un ricorso che ovviamente dovremo attendere, questo senza dubbio.
Secondo voi insomma il momento non è quello opportuno per poter andare avanti con questa proposta? Abbiamo necessità di avere delle risposte, che penso però che sia il sindaco di Ancona che i presidenti di Ancona Ambiente possono tranquillamente fornirci, dopodiché quando le nostre perplessità vengono dissolte da delle rassicurazioni che sicuramente saranno in grado di fornire, io penso che la problematica non esista, perché ripeto Senigallia non è contro la società in house, è semplicemente perplessa sulla modalità e la scelta di Ancona Ambiente.
Rimanendo fermo questo progetto industriale, ci saranno dei costi aumentati per Senigallia? Sicuramente ARERA a livello nazionale ha già espresso alcune considerazioni, tra cui quella che entro il 27 si dovrà passare alla tarifazione puntuale e questo è un primo aspetto che non è da sottovalutare. L’altra questione sicuramente importante è che con il passaggio ad Ancona Ambiente anche la Tari passerebbe direttamente dai comuni che in questo momento gestiscono questo servizio, passerebbe direttamente a Ancona Entrate e anche questo per quel che ci riguarda potrebbe sollevare delle problematiche, perché in questo momento Senigallia deve far fronte a un 18% di entrate fondamentalmente di cittadini che non riescono per x motivi a pagare quello che è dovuto e il comune con ovviamente tutte le difficoltà del caso però cerca di appianare la situazione, dopodiché togliendo questo servizio dall’aspetto comunale e prevedendo che nel piano industriale Ancona Ambiente vuole rientrare con un 5% di insoluto e quindi avere solo appunto il 5% di non riscosso, avremo anche questo problema ulteriore, cioè che il resto della tariffa non paga verrà ovviamente spalmato sul resto dei cittadini, quindi con l’incremento di digitare di tutti i cittadini, questo è un dato di fatto, anche su questo insomma abbiamo delle perplessità perché riteniamo che non sia congruo quel 5% che loro dichiarano, pensiamo sia molto più congruo un 15, 16, 18% come è fondamentalmente quello che in questo momento si verifica nel comune.
Queste erano le parole dell’assessora all’ambiente del comune di Senigallia Elena Campagnolo, ora passiamo a quelle del rappresentante dell’altro comune che ha detto no a questa proposta di delibera, il comune è Morro d’Alba, il sindaco è Enrico Ciarimboli. Al momento non ritengo che sia la soluzione migliore per la gestione dei rifiuti sul territorio provinciale, diciamo che noi abbiamo vissuto ormai qualche lustro di esperienza su questo, cioè sul tentativo di costruire un soggetto abilitato alla gestione dei rifiuti in ambito provinciale nella modalità in house, quindi una società che fosse partecipata esclusivamente dal pubblico, sono stati fatti due tentativi precedenti che non sono andati a buon fine per l’individuazione del soggetto, quindi non tanto dello strumento dell’in house, abbiamo fatto un tentativo che è stato fatto in penuti coinvolgendo Viva Servizi, l’ex multiservizi, quindi questa società partecipata, ben consolidata, a cui tutti i comuni partecipano, è già esistente e non è andata a buon fine. Io ho l’impressione che noi poi ci siamo focalizzati su, diciamo, il dito e non sulla luna, cioè il problema che è stato affrontato in questi anni è stato come costituire una società che potesse essere legittimata a gestire il servizio e non qual è la soluzione migliore per gestire il servizio in maniera efficiente e economicamente più sostenibile possibile per i nostri concittadini. Allora io penso che la situazione trovata di Ancona Ambiente, che accorpa o ingloba in qualche maniera le varie società partecipate presenti sul territorio e cede le quote ai comuni non partecipanti e va a realizzare questo intervento, secondo me ho qualche dubbio che sia in grado di gestirla in maniera efficiente come qualità del servizio, ma sul piano economico mi lascia veramente molto perché quando si va incontro a degli accorpamenti di società in genere si fanno dei ridimensionamenti, quando si fondono due società in genere c’è come dire qualche taglio per efficientamento. Se l’obiettivo che si ha è quello di salvaguardare le esperienze già presenti sul territorio di società in house, che siano di Osimo, che siano di Jesi, che siano di altre realtà, l’obiettivo, questo è evidente, è quello di salvaguardare che cosa? Il livello cooperazionale, salvaguardare il know-how, salvaguardare soprattutto il consenso per certi aspetti in maniera molto chiara, tutto questo è incompatibile con l’efficienza economica di un servizio, leggendo la proposta che è stata fatta a punto di vista economico non la ritengo la più conveniente per i nostri concittadini e quindi anche per le amministrazioni, ma la mia posizione negativa non nasce con l’ultima delibera, io anche nelle ultime assemblee nel corso del 2024 ho sempre votato contro alle proposte che progressivamente andavano verso o proroghe o comunque consolidamento di questa scelta, proprio perché io ne ho letto nei documenti una non rispondenza alle esigenze di economicità e funzionalità per la gestione dei rifiuti.
Questo progetto di accorpamento, perché Jesi servizi CIS, Sogenus dovrebbero confluire proprio i loro rami aziendali in Ancona Ambiente, mentre Ecofon Conero verrebbe inglobata per fusione, poi dovrebbero essere appunto fatti dei passi anche per acquisire i rami di Marche Multiservizi, tutto questo progetto qua secondo lei non è sostenibile? Io fondo due società, le faccio per ottimizzare, quindi in genere le faccio per fare delle economie di scala, per aumentare l’efficienza e l’aumentare l’efficienza inevitabilmente comporta anche il ridimensionamento delle compagini, se invece l’obiettivo è quello poi di ogni realtà proprietaria è quella di salvaguardare il proprio assetto, la propria struttura, i propri dipendenti e quant’altro vuol dire che questa operazione non viene fatta con i presupposti dell’economicità e dell’efficienza, tanto più consideriamo che noi andiamo a fare un’esperienza per cui Ancona Ambiente in quanto tale, giuridicamente parlando, va a quadruplicare le sue dimensioni in 24 mesi neanche, ora io vorrei vedere quale società sul territorio soprattutto partecipata ma in generale anche nel mercato sia riuscita a fare l’incremento del 300% in 24 mesi e come è stata capace di gestire questo processo, perché non è un processo semplice, non è che stiamo facendo operazioni che non hanno delle complessità perché poi qui il servizio è molto ben articolato, deve essere anche potenziato rispetto ai servizi che abbiamo fatto fino adesso, il piano di ambito è complesso, quindi la vero molto complicata per una struttura recuperare una dimensione così ampia in 24 mesi rimanendo pienamente efficiente.
Che tempistiche son previste? Il cronoprogramma che è stato già sveltato da qualche mese prevedeva tutti i comuni che sono serviti da partecipate o comunque che sono già pronti ad entrare nei servizi della nuova Ancona Ambiente nel 2025 e i restanti entrare nel 2026. Nel 2027 entra a regime il metodo delle tariffe, entra a regime il calcolo del costo del servizio per l’utenza quindi per il cittadino non più sulla tari ma sulla tariffa, sulla tariffa puntuale sostanzialmente. E questo apre tutto un altro scenario ancora più complicato perché mentre adesso con la tari ogni singolo comune che gestisce l’imposta le paga un servizio alla società che svolge appunto il servizio poi dal 2027 viene equiparato a un servizio di utility quindi come l’erogazione del gas o dell’acqua per cui il gestore che è in questo caso potenzialmente Ancona Ambiente fornisce un servizio al singolo utente e che paga il servizio in base a quanto ne usufruisce. Questa misurazione puntuale deve essere gestita appunto da questo soggetto unico d’emblée sostanzialmente. 2025 parziale 2026 totale su tutto il territorio provinciale 2027 col sistema di tariffazione puntuale.
Quindi diciamo tre passaggi davvero importanti. Tre step diversi. Ora stiamo ragionando ancora una volta del gestore. In realtà questo probabilmente c’è un vulnus a monte che dipende dai sindaci stessi che nel 2021 approvando il piano si sono dati degli obiettivi per cui hanno stabilito che deve essere gestito con un gestore unico prima possibile quindi potrebbe essere il gestore unico in house o come potrebbe essere per una gara. Sono due alternative ma la forma complessiva di un gestore unico per tutto il territorio provinciale rimane e che dal 2027 si partisse con la tariffa puntuale. Io l’ultima assemblea dei sindaci ho proposto di rivedere questo trono programma per cui apposta dico secondo me abbiamo focalizzato troppo sul dito e poco sulla luna nel senso che ci siamo focalizzati sullo strumento e non sul servizio perché secondo me va rivisto il trono programma che ci siamo dati come sindaci per l’organizzazione del servizio. Non abbiamo non ci sono più tempi per andare a un gestore unico l’anno prossimo indipendentemente dalla forma e alla tariffa puntuale dal 2027. Secondo me non ci sono le condizioni che possono rendere efficiente il servizio. Sono tempi troppo stretti e vanno prolungati.
Per quanto riguarda le soluzioni alternative quindi lei propone una prologa della situazione in essere finché non si arriva a che passaggio alla tariffa puntuale? La proposta che ho fatto ai sindaci di ipotizzare uno svettamento decennale diciamo per quanto riguarda la gestione diciamo del gestore unico per cui ci sia una fase in cui tutti i comuni che hanno una società in house possono ipotizzare di fare una fusione nell’arco di cinque anni di questo soggetto continuando a gestirlo in house. Gli altri soggetti che sono gestiti in una società esterna si fa una gara unica come ATA per servire tutti i comuni. Per arrivare poi intanto il gestore in house si consolida in uno step intermedio, non passa subito dal 25 al 100 per cento del territorio e quindi ha un modo di consolidarsi anche nella fase di fusione tra le varie società. Dopodiché fra dieci anni si sarà finito il percorso di una nuova gara, parliamo quindi del 2035, si va al gestore unico per tutto il territorio. Mentre per quanto riguarda la tariffa puntuale uno slittamento almeno di cinque anni al 2030 così si possa fare un lavoro di armonizzazione anche delle banche dati sul territorio. Oggi ogni comune ha il suo regolamento, ha il suo ufficio tributi, ha le sue banca dati software di gestione di tutta quanta quest’operazione perché comunque la tariffa rimane sempre agganciata al territorio, quindi al catastro, alle abitazioni, al numero di inquilini piuttosto che alle superfici degli immobili. Un soggetto esterno farebbe difficoltà a prendere tutte queste informazioni subito oggi dai comuni, dalle banche dati dei comuni e realizzare un sistema unico a livello provinciale. Bisogna avere un percorso probabilmente aggregativo dove per territori i comuni si mettono insieme nel gestire intanto la tariffa così com’è per poi avere delle banche dati che comunicano tra loro e mettono alla disposizione del gestore unico quando sarà il momento di passare alla tariffa puntuale. Questo è un modo secondo me logico e coerente per non creare troppi disservizi.
Il rischio qual è alla fine? Che i cittadini paghino di più. Io ho fatto una stima che in due o tre anni la tariffa aumenterà nel 30% e nello stesso tempo la società se la andiamo a costituire così come è stata ipotizzata andrà in difficoltà perché sono state previste poche somme a copertura del mancato introito del tributo della Tari quindi secondo me ci sarà bisogno nel giro di due o tre anni se quest’operazione va in porto di un aumento le tariffe dei cittadini una parte e una ricapitalizzazione della società dall’altra perché secondo me i conti come si come sono stati fatti non importano.
Quindi c’è proprio ecco un ripensamento totale dell’intero comparto. D’altronde noi stiamo ragionando a livello regionale questo è un’indicazione anche della regione ma le altre province non hanno fatto ancora questo step e noi saremmo i primi. Non vedo alcuna difficoltà nel ripensare non l’obiettivo ma il strano programma e il percorso da seguire per arrivarci.
Adesso qual è il possibile scenario? In senso questa proposta deve passare solo all’unanimità eventualmente oppure può passare anche con una maggioranza? È previsto l’ottanta per cento e questo è passato. La delibera è stata impugnata al TAR, da alcune società che operano sul territorio quindi dalla Marche Multiservizi e dalla Rieco. Quindi bisogna vedere l’esito di questo percorso che inevitabilmente sarà sicuramente il TAR di Ancona, delle Marche e poi dopo il Consiglio di Stato. Dopodiché ogni comune deve portare in Consiglio l’acquisizione o l’accessione per fusione chi ci ha le partecipate o chi non le ha, non possiede quote, l’acquisizione delle quote e queste Delivere devono essere sottoposte al vaglio della Corte dei Conti. Quindi ci sono ancora tante problematiche in piedi per arrivare alla chiusura del percorso. Quindi quali sono gli scenari? Certamente se la delibera supererà questi ostacoli penso che sia il sottoscritto che il Sindaco di Senigallia avremo poco da mettere in gioco perché a quel punto credo che non ci resti che assecondare questo percorso. Ovviamente se non superano il vaglio della magistratura c’è poco da dire, si ritorna indietro e probabilmente a quel punto si passerà ad una gara di rilevanza pubblica europea per l’affidamento a gestore unico.
Ambiente e verde urbano sono stati recentemente al centro del dibattito cittadino senigalliese per i motivi più diversi: dai lavori che hanno interessato alcune strade e quindi gli alberi che vi erano messi a dimora, fino agli interventi di somma urgenza per via dell’alluvione. Lo sfondo è sempre lo stesso: la ricerca di quell’equilibrio tra le esigenze del singolo e quelle della collettività tenendo però alta l’attenzione sulle necessarie tutele ambientali per fronteggiare il cambiamento climatico in atto. Per questo motivo abbiamo intervistato l’assessora all’ambiente e al porto del Comune di Senigallia Elena Campagnolo.
Per ascoltare l’intervista basterà cliccare sul tasto play del lettore multimediale, mentre per chi ama la lettura c’è di seguito la versione testuale.
A che punto è la revisione del piano del verde urbano? Strutturiamo giorno dopo giorno il piano del verde, perché sappiamo dove interveniamo, quando e cosa si sta facendo. Stiamo facendo lavori ordinari e straordinari per metterci al pari rispetto ad alcune situazioni che ci son state lasciate. Poi la cosa è capitata anche a noi: vuoi per l’alluvione, la manutenzione ordinaria è stata un po’ tralasciata e ora recuperiamo terreno, andando a visionare tutte le strade, non solo quelle del centro storico ma anche delle frazioni. Dobbiamo sistemare quelle piante che devono essere curate, alcune abbattute e altre piantumate. Abbiamo però il quadro generale e sono soddisfatta del lavoro degli uffici comunali.
Si parla spesso di abbattimenti, ma ha qualche numero da darci? Abbiamo piantumato decine e decine di esemplari e altre ne pianteremo il prossimo autunno per arrivare a circa 200 nuovi alberi.
Forse non è un numero altisonante che possa far notare la cosa al singolo cittadino. Secondo me è un lavoro che il cittadino inizia a vedere, però si vedrà meglio nel corso degli anni, per ovvie ragioni. La piantumazione fatta nel lungomare o in viale Anita Garibaldi non dà ancora nell’occhio perché sembrano solo alberelli o cespugli: ma serve del tempo perché crescano e allora questo lavoro di potenziamento si mostrerà a tutti. Nel frattempo non vedo io alcun articolo sui giornali di lamentela per l’erba alta: evidentemente l’ufficio sta lavorando bene.
Elena Campagnolo
Una delle critiche su viale Anita Garibaldi era proprio che servirà troppo tempo, decenni, prima che si avranno effetti sulla qualità dell’aria, sull’ombreggiatura. Come una persona giovane corre di più, anche una pianta giovane dà più ossigeno rispetto ad alcune anziane. Le critiche vengono spesso da chi non vede la prospettiva futura, ma la scelta dei pini fatta allora è dovuta ad altri fattori: non c’erano le macchine di oggi, né le esigenze di oggi, per esempio sul fronte disabilità o solo per la necessità di avere piste ciclabili. E poi bisogna dare la possibilità ai residenti di parcheggiare in zona, oltre che transitare su una strada che non sia una montagna russa. E poi i pini non sono nemmeno tra le piante che danno una migliore qualità dell’aria di altri alberi. Nel resto del viale il risultato sarà lo stesso.
Ma allora le critiche degli ambientalisti sul fatto che la giunta è per gli abbattimenti? Noi non siamo per l’abbattimento sempre e comunque: se dall’ufficio mi dicono che l’albero può rimanere in condizioni di sicurezza, il pino rimane. Ma in alcuni casi si tratta di prendere le decisioni che devono essere prese.
Quali altri interventi sul verde urbano? A fine estate interverremo sul lungomare Marconi, ancora non possiamo dire se ci saranno alberi o cespugli. Dove c’è la siepe spesso ci viene chiesto la rimozione perché è un ricettacolo di rifiuti e poi la sabbia si va a infilare sotto rendendo difficile la pulizia del lungomare. E poi interverremo in viale Anita Garibaldi, lungo lo Stradone Misa dove toglieremo le ceppaie rimaste a terra, ma essendo un argine dobbiamo attendere la Regione che ha operato finora in somma urgenza: dobbiamo capire come si muoverà d’ora in avanti. Poi interverremo noi. Così come a fianco del nuovo ponte Garibaldi, immagino che ci sarà del verde anche per mitigare l’impatto, ma per ora lasciamo lavorare i progettisti.
Un tavolo circondato da erba alta al Filetto di Senigallia
SENIGALLIA – Le tematiche ambientali tornano a essere terreno di scontro tra minoranza e maggioranza. A sollevare l’argomento è il capogruppo del Pd Dario Romano che lamenta incuria delle aree verdi ma al contempo l’aumento dei costi dedicati al settore. Pronta però la replica dell’assessora all’ambiente Elena Campagnolo che passa pure al contrattacco.
«Dopo 2 anni e mezzo di mandato si può redigere un bilancio – interviene Dario Romano. Prendendo come termini di paragone gli anni 2019-2020 e il 2022-2023, infatti, possiamo vedere come la spesa per la gestione del verde sia letteralmente esplosa, come da roboanti annunci passati dell’assessora Campagnolo. Si è passati dai 437.000 euro del 2019, ai 338.000 del 2020 (anno del Covid) per poi arrivare ai 621.000 del 2022 e 855.000 (!) del bilancio previsionale 2023. In questa cifra sono compresi l’acquisto dei beni per il servizio verde pubblico, le manutenzioni ordinarie, i servizi per verde e arredo urbano, l’acquisto del materiale vegetale, la gestione delle aree verdi e il censimento/monitoraggio delle alberature. A questa esplosione di spesa, però, non si percepisce un corrispondente miglioramento del servizio, anzi. Sembra che ci sia molta più sciatteria e noncuranza, come si può facilmente vedere con i propri occhi in ogni angolo della città. Quindi, ad un aumento di spesa, si vede con grande chiarezza che il servizio è drasticamente peggiorato.
L’assessora all’ambiente Elena Campagnolo replica: «Di solito non rispondo alle provocazioni gratuite, preferisco lasciare che siano i fatti a parlare. Quest’anno abbiamo realizzato delle nuove aree giochi a Marzocca, in collaborazione con l’ufficio sport e pari opportunità; a Cesano abbiamo creato un’area verde attrezzata ex novo; abbiamo sistemato altri parchi cittadini con delle migliorie e, tutt’ora, stiamo allestendo altre aree attrezzate in tutta la città, frazioni comprese, pronte per l’estate. A disposizione dei turisti anche una green map interattiva già funzionante con cui possono verificare dove sono i giochi più adatti ai loro bambini. Stiamo inoltre sistemando il lungomare e le strade cittadine. Vorrei ricordare a questi soloni che la biodiversità e la transizione ecologica passa proprio dal taglio effettuato non quando lo vuole la politica, ma quando lo esige la natura. Colgo quindi l’occasione per annunciare fin d’ora nel nostro comune che ci saranno delle aree riservate, contrassegnate con segnaletica, destinate proprio alla biodiversità che verranno lasciate riposare, senza stressarle ulteriormente con svariati tagli. In merito all’aumento di bilancio sottolineo che, finalmente, questo ha consentito la manutenzione di alcune strade secondarie lasciate al degrado dalla precedente amministrazione da più di 25 anni e che altre verranno sistemate ad ottobre con la ripiantumazione».
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Un gioco per bambini circondato da erba alta al Filetto di Senigallia
L’isolotto di ghiaia e detriti alla foce del fiume Misa a Senigallia
La consueta isola di detriti alla foce del fiume Misa a Senigallia continua a creare dibattito politico. Dopo la segnalazione di numerosi residenti che sui social hanno pubblicato foto e video, è intervenuto anche il consigliere Gennaro Campanile sul tema della “spiaggetta” ghiaiosa che si è formata per l’ennesima volta all’uscita del canale fluviale. Ma pronta è la replica della giunta.
«C’è oggi una nuova passerella di cui non è stata fatta l’inaugurazione» commenta ironico il capogruppo di Amo Senigallia. «Un muro di sassi, ghiaia, sabbia e legna alto più di quattro metri, sale dal fondale fino a pelo dell’acqua (2,2-5 metri) e poi si alza ancora per circa 2 metri arrivando a levante a poche decine di centimetri dal bordo del molo. Una cosa così non si è mai vista».
Secondo il consigliere di minoranza, l’amministrazione che prima contava i giorni per attaccare la giunta Mangialardi oggi è silente sul tema mentre in città se ne parla da tempo. «Quasi ogni giorno mezzi meccanici scorrazzano sull’arenile e non si trovano le risorse per prendere un braccio meccanico, due camion e portare via tutto?».
«Si commenta da solo per gli atteggiamenti – replica bruscamente l’assessora all’ambiente Elena Campagnolo – ma, entrando nello specifico, due cose le dovrebbe sapere. La prima: quando parla di intervento sulla foce dovrebbe ricordarsi da buon ex amministratore che quel territorio è di competenza regionale. La seconda è che abbiamo iniziato ad avere problemi di canale dopo la costruzione del porto. Io non c’ero in giunta, lui invece?».
La “diga”, come è stata rinominata da qualcuno sui social, non sembra essere un vero e proprio ostacolo al deflusso dell’acqua: quando il fiume si ingrossa, la corrente trascina via quei materiali non sedimentati. Il problema rimane sempre di carattere igienico da un lato ed estetico dall’altro: nell’estate scorsa la barra di detriti impediva – in assenza di piogge – alla pochissima acqua di finire in mare. La stagnazione, unita alle alte temperature, ha causato il fiorire di alghe che poi sono marcite causando cattivi odori e dando una pessima immagine della città ai turisti. L’auspicio è che ciò non accada e che i materiali vengano rimossi quanto prima dalla foce del fiume Misa.
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L’isolotto di ghiaia e detriti alla foce del fiume Misa a Senigallia
Le operazioni di pulizia della spiaggia di Senigallia dopo le mareggiate che hanno spiaggiato enormi quantità di detriti e rifiuti
Da qualche giorno è in corso la pulizia della spiaggia di velluto, invasa da una marea nera di detriti. Materiali che sono stati rigettati sull’arenile dalle mareggiate ma che provengono dall’entroterra, soprattutto dalle operazioni di sfalcio e taglio della vegetazione lungo i fiumi, i fossi e i corsi d’acqua minori. Il lungomare è in fase di riqualificazione dato l’approssimarsi delle festività pasquali e questa enorme quantità di detriti spiaggiati non può certo accogliere i turisti.
Ma in città scoppia nuovamente il dibattito sulla provenienza di tali materiali: secondo il consigliere di Amo Senigallia Gennaro Campanile, l’origine è dai fossi recentemente ripuliti; dopo aver sistemato il reticolo secondario, gli sfalci sarebbero stati lasciati sul posto e poi la pioggia di qualche giorno fa ha provveduto a portarli fino al mare. Un’accusa ben precisa.
Di parere diverso invece l’assessora all’ambiente Elena Campagnolo: «I rifiuti che stiamo raccogliendo dalla spiaggia provengono dalla vallata della notte del 15 settembre. Siamo sicuri di questo perché così è accaduto anche nel 2014 quando il mare per mesi, anzi anni, continuò a riversare sull’arenile quantità enormi di rifiuti che la fiumana riversò nell’Adriatico».
Il fenomeno è ovviamente attenzionato sia dall’amministrazione comunale, sia dal vicecommissario all’alluvione Stefano Babini: «Non possiamo permetterci ciò che accadde allora – continua Campagnolo – e cioè che nel 2015 e 2016 pagammo nella tari lo scotto dello spiaggiamento dei rifiuti del 2014. Non sono rifiuti solo di Senigallia ma dell’intera vallata. La Regione ci deve venire incontro e ci ha già detto che non ci sarà alcun problema: stiamo già facendo il conto economico di quanto ci costerà questo spiaggiamento».
Il problema è che fenomeni simili potrebbero ripetersi ma l’amministrazione è consapevole di questo dato di fatto: «Sappiamo però che non sarà né il primo né l’ultimo, speriamo solo che non accada durante la stagione turistica e balneare».
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Le operazioni di abbattimento degli alberi malati in viale dei Pini a Senigallia
Giù gli alberi tra le proteste in viale dei Pini, dove l’amministrazione comunale ha dato avvio all’operazione di potatura e abbattimento delle piante malate. Una situazione che si è venuta a creare dopo anni di scarse manutenzioni e cure ai caratteristici pini che danno il nome al viale tanto che si sono registrati anche diversi crolli. Immediate però le proteste delle associazioni ambientaliste che hanno gettato l’allarme sull’impoverimento della città di Senigallia per quanto riguarda il verde pubblico.
A tal proposito, il Gruppo Società e Ambiente – l’organizzazione di volontariato di Senigallia che da anni si batte per una “senigallia verde” – ha scritto agli amministratori cercando di trovare soluzioni alternative ma nel frattempo ha lanciato una petizione che in cinque giorni ha superato le 830 firme.
Giovedì pomeriggio, 16 febbraio, si è svolto un incontro tra amministratori e associazioni ambientaliste: i primi hanno ribadito la necessità di procedere a tali interventi per ridurre i rischi di crolli e cedimenti (già verificatisi) in una strada ormai divenuta importante per la viabilità cittadina; dall’altro lato, Gsa, Confluenze, Italia Nostra e vari cittadini si sono esposti per lamentare la progressiva riduzione del verde, chiedendo una maggior tutela anziché l’abbattimento delle piante.
Elena Campagnolo
«Non abbiamo mai chiesto di non occuparsi di eventuali alberi pericolosi, ma di essere trasparenti sulle modalità con cui sono stati individuati e valutati tali» spiegano dal Gsa. Il nodo infatti non è lasciare che le piante – se poco o per nulla curate – crollino in strada rischiando di colpire qualcuno o danneggiare auto e case ma quello di «adottare una modalità diversa di gestione del verde pubblico, che sia finalizzata davvero alla tutela del patrimonio ambientale, e che sia partecipata e condivisa con la cittadinanza».
A loro ha replicato l’assessora all’ambiente Elena Campagnolo (in FOTO), nell’audio che potete ascoltare qui sotto.
Lo stradone Misa a Senigallia senza più gli alti alberi che lo caratterizzavano
Sale la polemica dopo l’abbattimento dei pini lungo lo Stradone Misa, una delle zone più alluvionate di Senigallia. Un dato di non poco conto perché proprio gli ultimi eventi e interventi sono all’origine del taglio delle altre piante che caratterizzavano il viale. Parliamo di una strada tra le più trafficate, teatro anche di crolli che solo per caso non si sono trasformati in tragedie. L’intervento è avvenuto a pochissimi giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchio sia il centro storico che le frazioni interne di Senigallia. Un lavoro svolto in silenzio e senza concertazione, quando tutti erano distratti dalla risistemazione delle proprie abitazioni e pertinenze.
Mentre la strada era ancora chiusa al traffico, ufficialmente per le operazioni di pulizia della zona, altri operai erano impegnati a segare gli alti pini. A dare l’allarme è la società civile sui social, tema su cui poi è intervenuto anche il Gruppo Società e Ambiente (Gsa) che precisa di non essere stato coinvolto in nessun confronto né consultato in merito alla decisione di abbattere i pini dello Stradone Misa. «Molti cittadini si chiedono il perché di tale repentino provvedimento e diversi si sono rivolti anche alla nostra associazione. Abbiamo provato ad ottenere risposte contattando alcuni uffici preposti, ma abbiamo solo ottenuto vaghe risposte e rimpalli, quasi fosse una specie di segreto di stato. Chiediamo pertanto una comunicazione ufficiale, che riteniamo doverosa verso la cittadinanza,
in cui venga chiarito chi ha preso tale decisione ed in base a quali criteri e valutazioni tecnico-scientifiche». Contattata da ‘La Voce Misena’, l’assessora all’ambiente Elena Campagnolo ha confermato «i sopralluoghi degli agronomi; ci sono relazioni…
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Uno dei due crolli del 10 gennaio 2022 ha interessato un grosso pino marittimo posizionato sull’argine del fiume lungo lo Stradone Misa
Nella mattinata di lunedì 10 gennaio si è verificato il cedimento del terreno a margine dello Stradone Misa con il conseguente crollo di un grosso pino che ha colpito un 55enne su un mezzo dell’Asur in transito proprio in quel momento. Nella stessa serata, un altro crollo, questa volta di un pino da un giardino privato, che ha travolto un carabiniere motociclista mandandolo all’ospedale di Ancona. Sono i due episodi di una giornata nera, certamente condizionata dal forte vento, che solo per fortuna non si sono trasformati in tragedie. Episodi che hanno spinto a nuovi accertamenti da parte del Comune, da cui è emerso che cinque piante dovevano essere abbattute e così è stato, come annunciato dall’assessora all’ambiente Elena Campagnolo. «Per quanto riguarda l’episodio avvenuto sullo Stradone Misa, avevamo svolto i controlli nel febbraio 2021, un monitoraggio recente; a luglio poi c’era stata la potatura dei pini, preceduta da altre indagini. Proprio non ce lo aspettavamo. Ovviamente dispiace per l’accaduto perché certe cose devono essere evitate».
Dopo l’abbattimento delle cinque piante sullo Stradone Misa, continuano intanto ulteriori indagini ed esami da parte del Comune sul patrimonio arboreo di Senigallia. I nuovi controlli verranno estesi anche in altre vie: sia per le dimensioni raggiunte dagli alberi, anche di dieci metri e oltre, sia per l’apparato radicale che ha creato dissesti a marciapiedi e strade, ci sono varie situazioni…
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