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Tag: incontri

Non esistono ragazzi cattivi: a Senigallia la comunità si interroga sul disagio giovanile

L’incontro dal titolo “Non esistono ragazzi cattivi“, tenutosi martedì 7 ottobre presso l’oratorio della chiesa della Cesanella a Senigallia, ha acceso un faro sul complesso e urgente tema del disagio adolescenziale. Organizzato dall’Unità Pastorale Buonsamaritano (che unisce le parrocchie di Cesanella, Cesano, Pace e Scapezzano), l’evento ha richiamato un pubblico numeroso e variegato, desideroso di confrontarsi sulle sfide educative che coinvolgono famiglie, scuole e l’intera comunità. L’appuntamento ha messo a confronto tre voci autorevoli: Simone Ceresoni, dirigente scolastico dell’istituto superiore Corinaldesi-Padovano; don Andrea Rocchetti, parroco di Marina e Montemarciano; e Catia Sorcinelli, criminologa e operatrice sociale. L’obiettivo: trovare un dialogo comune per comprendere, ascoltare e accompagnare gli adolescenti nei loro momenti di fragilità, prevenendo derive come vandalismo, dipendenze, e bullismo. In questa prima puntata di Venti minuti da Leone” ci siamo concentrati sull’intervento di Ceresoni, andato in onda venerdì 10 e sabato 11 ottobre alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 12 alle 17:15 circa. L’audio è disponibile anche qui grazie al lettore multimediale.

La cattiveria è un segnale di sofferenza

Al centro del dibattito, il dirigente scolastico Simone Ceresoni ha offerto una riflessione profonda, partendo proprio dal titolo provocatorio dell’incontro. Gestendo quotidianamente circa 1600 studenti, Ceresoni ha ammesso che l’idea di “ragazzi cattivi” oscilla tra la ferma convinzione che non esistano e l’enorme difficoltà che certe manifestazioni di disagio creano. Ha condiviso aneddoti personali e professionali che demoliscono l’immagine stereotipata del “mostro”. La cattiveria si manifesta come stato di sofferenza e allora così va interpretata.

Regole e relazioni: il binario dell’educazione

Per affrontare questa sofferenza, Ceresoni ha indicato un doppio binario educativo: regole chiare e relazione autentica. Da una parte, la necessità di definire confini chiari e riportare la sfida sulla strada della responsabilità. Citando un episodio scolastico in cui il rigoroso rispetto di una regola, seppur impattante, ha portato alla cessazione di atti spiacevoli, ha evidenziato come le regole siano “utili a contenere” e a definire il lecito e l’illecito. Ma le regole da sole non bastano: «Serve anche la relazione, perché educa». L’adulto ha un potere enorme nel tirar fuori «dinamiche di ragazzi in gamba o dinamiche di ragazzi cattivi». Il segreto sta nel porsi in un rapporto di rispetto e cura, evitando il giudizio o l’atteggiamento ‘tu non sai chi sono io’. L’accoglienza fa venire meno le manifestazioni del disagio che spesso si traducono in azioni ‘cattive’.

La rivendicazione di spazi nella città

Il dirigente ha poi allargato la riflessione al contesto urbano, partendo da un recente fatto di cronaca a Senigallia: giovani seduti in mezzo alla strada, in pieno centro storico. Per Ceresoni, quell’atto è stato «un messaggio molto potente a una comunità di 45.000 abitanti che attende ancora una risposta». Una risposta che non può essere solo la videosorveglianza o l’indifferenza. Il gesto, ha spiegato, rivendica la mancanza di spazi di aggregazione dove il protagonismo giovanile sia al centro. Se la città offre prevalentemente “l’aperitivo del sabato sera” (che richiede risorse economiche) o l’aggregazione sportiva (che può diventare competizione ed esclusione), mancano i luoghi aperti e gratuiti che un tempo erano i centri di aggregazione giovanile.

In un prossimo articolo, svilupperemo il dibattito sull’argomento partendo dagli interventi di don Andrea Rocchetti e della criminologa ed operatrice sociale Catia Sorcinelli.

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Affollato l'incontro del 7 ottobre 2025 all'oratorio parrocchiale alla Cesanella di Senigallia, dal titolo "Non esistono ragazzi cattivi"
Affollato e partecipato l’incontro del 7 ottobre 2025 all’oratorio parrocchiale alla Cesanella di Senigallia, dal titolo “Non esistono ragazzi cattivi”

Prendersi cura degli adolescenti: quando il ruolo dei genitori viene a mancare – L’INTERVISTA

Prendersi cura degli adolescenti, dei minori, dei vulnerabili non è certo compito semplice oggi. Né per i genitori che a volte non hanno gli strumenti, le conoscenze, o persino tempo (sembra un paradosso ma è così), né per le altre agenzie educative. La cronaca ci racconta di giovani e giovanissimi alle prese con numerose difficoltà, anche espressive e relazionali, che spesso vengono mascherate dietro la violenza o dietro l’isolamento sociale. Comportamenti che dovrebbero far suonare qualche campanello di allarme. Questi temi sono stati al centro di un incontro che si è svolto lo scorso 17 gennaio al teatro Portone di Senigallia. “Educare è anche ferirsi. Prendersi cura degli adolescenti”: questo il titolo dell’iniziativa promossa dal servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili a cui hanno partecipato come relatrici Luisa Roncari, psicologa, psicoterapeuta, e Stefania Crema, avvocata specialista in criminologia. Noi abbiamo realizzato l’intervista alla d.ssa Crema: l’audio è disponibile in questo articolo assieme a un estratto testuale con i passaggi salienti.

Gli adolescenti sono fragili o no? E gli adulti hanno gli strumenti adatti per accompagnarli?
Noi siamo partiti dal tema della fragilità dell’adolescenza in questo particolare momento storico. C’è un continuum tra reale e virtuale, soprattutto alla luce dei social media e delle applicazioni social. Il mondo degli adulti deve modificare il proprio ruolo genitoriale rispetto appunto a questo mutamento nel posizionamento dei nostri adolescenti.

I vecchi stilemi educativi sono ancora applicabili o no?
I nostri genitori avevano tracciato un percorso all’interno di un campo e poi noi a nostra volta o comunque nelle generazioni abbiamo modificato, migliorato questo tracciato che però era ben chiaro. Adesso con i nostri ragazzi non è più possibile seguire questo tracciato per cui le fondamenta dell’educazione e della pedagogia rimangono gli stessi ma quello che noi ci troviamo ad affrontare è non solo la realtà visibile ma è anche tutto il percorso che i nostri ragazzi fanno all’interno delle applicazioni, dei social, della messaggistica istantanea che modifica determinate modalità di relazione dei nostri ragazzi e quindi dovremmo trovare dei modi nuovi applicando però dei concetti e delle metodologie educative che sono quelli che ci sono sempre stati. All’inizio noi abbiamo un po’ faticato ad essere presenti, a dare delle regole e a stare accanto ai nostri ragazzi spiegando che il buono, il cattivo, il giusto e lo sbagliato così come c’è nel mondo reale c’è anche nel mondo virtuale. Queste nuove comunicazioni impoveriscono il dato emotivo perché sono dirette, veloci e che non permettono di riflettere su quale può essere la risposta dell’altro rispetto alla nostra comunicazione. Anche il gergo dei ragazzi è cambiato tantissimo rispetto alla comunicazione verbale. I ragazzi si sentono impoveriti e si sentono in assenza di un traghettatore da quella che è l’età dei ragazzi più piccoli a quelli più grandi. 

Quindi il primo passo è quello di rimettersi al pari…
Vale soprattutto per i genitori ma anche per scuole, educatori, in generale, nel senso che non bisogna pensare che il mondo virtuale non abbia ricaduto su quello reale e viceversa per loro è un continuo e un unicum, si chiama appunto “realtà aumentata” e quindi l’entrare, lo stare accanto, il vedere, l’interrogarsi, lo spiegare perché noi siamo abituati ad allenare i ragazzi a un’autosufficienza nel mondo reale, non siamo abituati ad allenarli alla stessa autosufficienza nel mondo virtuale. Un po’ perché forse siamo anche noi spaventati perché gli adulti, essendo un’altra generazione quindi non dei nativi digitali, vedono a volte con un po’ di insofferenza, con un po’ di timore e anche con un po’ di frustrazione le nuove tecnologie.

Nel momento in cui però ci sono ricadute più gravi dal punto di vista appunto dell’aspetto relazionale, come possono essere espressioni di violenza, lì purtroppo siamo già in ritardo…
Le segnalazioni alla procura presso il tribunale per i minorenni sui comportamenti devianti dei ragazzini sono aumentate sicuramente ma sono aumentate anche le possibilità di lavorare su percorsi di “restorative justice” e riparativi che quindi hanno tutto un significato a livello sociale ma anche a livello proprio da un punto di vista psicologico ed emotivo di lavorare su se stessi e riuscire a generare da un’esperienza negativa qualcosa di positivo. Certo che il mondo degli adulti li deve accompagnare.

Chi può aiutarli a riflettere nell’epoca in cui si fa tutto velocemente e non c’è tempo per pensare?
Un tema fondamentale è quello del supporto psicologico e delle valutazioni neuropsichiatriche infantili quindi prima si parte più la possibilità di recuperare una vita piena è garantita per i nostri ragazzi. Molto carente è il ruolo genitoriale: la legge italiana è molto chiara nel senso che i genitori sono responsabili per i minori; fino al 14° anno di età sono interdetti tra virgolette i minori da qualsiasi piattaforma ma sappiamo che la realtà è ben diversa e qui nasce il primo gap: l’adulto si prende una responsabilità tale per cui decide che il proprio figlio è in grado di gestire da solo delle piattaforme social e adesso mi perdoni su questo sono un po’ critica. Il genitore deve stare attento e deve vigilare fino ai 14° anni. Poi dai 14° anni i ragazzi possono avere piattaforme social ma il ruolo dell’adulto rimane, di accompagnamento, di monitoraggio di quelle che sono le esposizioni dei ragazzi. Deve essere fatto come nel mondo reale per cui tutto un lavoro sulla fiducia e sulla responsabilizzazione.

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Siamo le parole che usiamo: a Chiaravalle torna la rassegna “Parlare Futuro”. Ospite: Vera Gheno

E’ possibile affermare che “siamo ciò che diciamo”? Le parole che usiamo ogni giorno, e soprattutto quelle che dimentichiamo, possono fornire un’immagine di noi? Questo è un po’ il tema attorno a cui si alternano i diversi appuntamenti della rassegna “Parlare Futuro”, giunta alla sua 14ª edizione, che tocca Chiaravalle con un appuntamento importante.

L’apertura della rassegna è affidata all’autorevole linguista, saggista e attivista Vera Gheno, che sarà ospite mercoledì 15 gennaio, alle ore 21.15, presso il teatro Tullio Giacconi di Chiaravalle: “Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo”. Il dialogo spazierà nei vari campi di indagine della studiosa per arrivare all’ultimo dei suoi saggi, intitolato “Grammamanti. Immaginare futuri con le parole”.

Chi sono i grammamanti? Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando. Dovremmo essere sempre meno grammarnazi – secondo Vera Gheno – e sempre più grammamanti, cioè persone «che, amando la lingua, la studiano e la lasciano libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, e non individui che si arroccano dentro a una fortezza di certezze, con la monolitica convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili».

Un discorso dunque sul linguaggio, nella consapevolezza che la lingua contribuisce a formare la nostra identità ed è il veicolo principale della rappresentazione della realtà, il mezzo che chiama all’esistenza le cose.

Plaude all’iniziativa la sindaca di Chiaravalle Cristina Amicucci, per la quale «la riflessione di Vera Gheno va estesa anche al dibattito pubblico e alla comunicazione politica, il cui linguaggio precipita ogni giorno di più nell’imbarbarimento, nella sclerotizzazione violenta, nel discorso dell’odio». «Prendersi cura del linguaggio – aggiunge l’assessore alla cultura Francesco Favi – avendo rispetto e persino amore per le parole può aiutarci a perseguire l’obiettivo indicato con chiarezza dalla senatrice Liliana Segre: lasciare fuori la politica urlata e interpretare invece una politica che dia prova di rispetto per gli avversari, si apra all’ascolto, si esprima con gentilezza».

L’evento è a ingresso libero e gratuito. Per informazioni: 338 4162283.

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A Senigallia l’atleta paralimpico Oney Tapia, medaglia d’oro a Parigi 2024

Dall’incidente sul lavoro alla medaglia d’oro ai giochi paralimpici di Parigi 2024. Il percorso di Oney Tapia, l’atleta paralimpico italiano di origine cubana che si è distinto alle ultime competizioni paralimpiche vincendo le gare del lancio del disco, sarà al centro di un emozionante incontro con gli studenti e le studentesse del liceo statale “E. Medi” di Senigallia. L’iniziativa si svolgerà sabato 19 ottobre, alle 9 nell’aula magna dell’istituto, intitolata al medico di Castelplanio Carlo Urbani. 

A promuoverla il Comune di Senigallia e la Diocesi di Senigallia. Quest’ultima da anni si sta impegnando per la promozione di una cultura dell’accoglienza e del confronto, anche su temi come la disabilità su cui ancora c’è tanto lavoro da fare. E poi il tema del racconto. L’incontro con Oney Tapia si inserisce proprio in questo filone che mira a dare spazio alle vicende di quanti non si arrendono di fronte agli ostacoli.

La storia dell’atleta paralimpico, che oltre a Parigi 2024 ha ben figurato in numerose altre competizioni già dal 2016, verrà raccontata attraverso la sua testimonianza diretta, in cui l’avvicinamento al mondo dell’atletica leggera è solo un passo avanti in questo cammino, di cui parla nel suo libro “Più forte del buio” (HarperCollins).

Una metafora di quei cammini che dovrebbero essere resi fruibili da tutti, su cui la Diocesi di Senigallia sta lavorando da mesi per la realizzazione dell’ormai noto Iter Suasanum, un percorso tra storia, fede e paesaggio che unisce i territori di Castelleone di Suasa, Corinaldo e Mondolfo, in vista del giubileo 2025.

Durante l’incontro>, oltre al saluto delle autorità locali, interverranno il presidente di I.T.R.I.A. (Itinerari Turistico-Religiosi Interculturali Accessibili) Dino Angelaccio, i referenti del C.O.N.I. Marche e del C.I.P. Marche, il presidente del Panathlon club di Senigallia, il presidente della consulta dello sport e dell’Atletica Senigallia.

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Bullismo e cyberbullismo: per saperne di più incontri a Senigallia rivolti a famiglie e docenti

Al teatro La Fenice di Senigallia un incontro con gli studenti delle scuole cittadine sul tema del bullismo
Al teatro La Fenice di Senigallia un incontro con gli studenti delle scuole cittadine sul tema del bullismo (gennaio 2024)

Continua il progetto “Bullo da solo” organizzato dall’Informagiovani del Comune di Senigallia per sensibilizzare i giovani al rispetto verso se stessi e verso gli altri e aumentare la consapevolezza circa le conseguenze delle proprie azioni. Lo fa con una serie di incontri – inizio il 19 gennaio – rivolti agli studenti dei quattro istituti comprensivi della città di Senigallia (la mattina) ma anche a famiglie, personale scolastico e in generale alla cittadinanza (la sera).

Bullismo e cyberbullismo non sono temi estranei alla realtà senigalliese, né tantomeno casi isolati ma comportamenti ostili molto diffusi che hanno portato anche a conseguenze molto gravi. Per questo si è resa necessaria una serie di interventi che nell’ambito locale si è tradotta in una specifica attività inserita nel piano dell’offerta formativa territoriale (poft).

Si inizia venerdì 19 gennaio, alle ore 21 all’auditorium San Rocco di Senigallia con il primo incontro pubblico serale del progetto “Bullo da solo”: il giornalista Luca Pagliari condurrà un viaggio attraverso parole e azioni per far capire l’importanza di ogni atteggiamento, in una serata dal titolo “Look up – Storie oltre il pregiudizio” (aperte le prenotazioni, è necessario compilare il modulo online sul sito ww.informagiovani-senigallia.it). Già quasi 400 alunni e alunne delle scuole secondarie di primo grado di Senigallia hanno partecipato all’incontro (in FOTO, Ndr) con attenzione e partecipazione, ponendo moltissime domande.

Il progetto, che gode del patrocinio dell’ordine degli psicologi della regione Marche, proseguirà sempre all’auditorium San Rocco domenica 4 febbraio, alle ore 18 con l’incontro gratuito su “Bullismo e cyberbullismo: il bullismo visto a 360°”, a cura di Acbs-Associazione contro il bullismo scolastico Vincenzo Vetere; venerdì 16 febbraio alle ore 21: “Crescere nell’era digitale – Approccio medico psicologico”, a cura della psicologa, psicoterapeuta nonché consigliera segretaria dell’ordine degli psicologi delle Marche Federica Guercio e della direttrice dell’unità di pediatria dell’ospedale di Senigallia Cristina Angeletti. Infine, lunedì 26 febbraio alle ore 21 si parlerà de “La rete oscura, rischi e insidie delle nuove tecnologie”, a cura della Polizia postale.

Per informazioni: numero verde 800 211212 Informagiovani Comune di Senigallia.

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Il volantino del progetto "Bullo da solo" a Senigallia

Cultura, “Non a voce sola” porta a Montemarciano Umberto Galimberti

Umberto Galimberti
Umberto Galimberti

E’ a Montemarciano, in via Falcinelli, una delle tappe della 14esima edizione della rassegna itinerante di narrativa, musica, filosofia, poesia e arti “Non a voce sola 2023”. L’ospite al centro dell’appuntamento è il filosofo e giornalista Umberto Galimberti che interverrà su “In dialogo con Platone sulle cose dell’amore”.

L’amore, un tema unico dalle mille sfaccettature. Martedì 18 luglio, alle ore 21.15, Galimberti accompagnerà il pubblico lungo un viaggio alla scoperta del vero senso e delle vere forme dell’amore. Una riflessione necessaria in tempi contagiati da troppo odio. Una grande lezione capace di svelare i segreti per affrontare il senso dell’esistenza.

Nato a Monza nel 1942, è uno dei più noti filosofi, sociologi e psicoanalisti italiani. Laureatosi alla Cattolica di Milano con una tesi sul filosofo Karl Jaspers, ne è diventato poi amico e traduttore. Ha insegnato all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è divenuto non solo psicanalista ma anche ricercatore e membro della prestigiosa International Association for Analytical Psychology. La sua attività di ricerca si è presto affiancata a quella naturale di divulgatore scientifico, collaborando con Il Sole 24 Ore e La Repubblica.

Non a Voce Sola” nella sua quattordicesima edizione prosegue la sua missione alla scoperta del mondo femminile e delle sue infinite declinazioni, per capire e comprendere lo spirito dei tempi. Quest’anno il fil rouge della rassegna è “La trama dello sguardo” in cui lo sguardo è femminile, dotato di una sua peculiare natura. Ma non si sofferma sulle tematiche femminili, le esamina con approfondimenti e incontri in stretto dialogo tra i generi.

L’evento è ad ingresso libero e gratuito. Info: 338.4162283.

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Lo sport per prevenire il disagio giovanile: sei incontri gratuiti a Senigallia

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Incontri gratuiti sull’importanza dello sport come strumento di prevenzione al disagio giovanile. Questa l’ultima iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Senigallia che dedicherà i mesi di febbraio, marzo e aprile alla scoperta di una tematica sociale di stretta attualità.

L’iniziativa, portata avanti in collaborazione con Ethica Center, si snoda attraverso due incontri al mese in cui si svilupperanno le tematiche della prevenzione al disagio nelle fasi del percorso evolutivo dei giovani. Gli incontri sono rivolti a tutti gli adulti interessati che accompagnano la crescita dei bambini: genitori, insegnanti, educatori sportivi, tutor.

Si terranno nell’auditorium San Rocco di Senigallia in piazza Garibaldi, secondo il seguente calendario:

Lunedì 6 febbraio ore 18:30: “Importanza del movimento: struttura, sviluppo e memoria degli schemi motori di base”;
Lunedì 20 febbraio ore 21: “Comportamenti oppositivi: gestione e contenimento attraverso il movimento”;
Lunedì 6 marzo ore 18:30: “Quando l’aggressività è fuori controllo: come incanalarla”;
Lunedì 20 marzo ore 21: “Rapporto tra cibo ed emozioni: come prevenire comportamenti alimentari disfunzionali”;
Lunedì 3 aprile ore 18:30: “Il giusto equilibrio tra frustrazione e gratificazione nel percorso evolutivo”;
Lunedì 17 aprile ore 21: “Come lo sport e il movimento possono diventare un’alternativa alle dipendenze digitali: cosa può fare il genitore?”.

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Incontro del vescovo con gli amministratori e le persone impegnate in politica

Il prossimo 17 dicembre il Vescovo di Senigallia Franco Manenti e la Commissione diocesana di pastorale sociale e del lavoro invitano le persone impegnate in politica e gli amministratori locali al consueto momento di auguri prima di Natale. E’ tradizione incontrarsi per uno scambio sui temi più importanti della sfera pubblica: negli anni scorsi, abbiamo dialogato sulla conversione ecologica, sui temi del lavoro negato ed in nero, sulla partecipazione civica.

Il tema degli auguri di quest’anno risente, purtroppo, del dolore causato dall’alluvione dello scorso settembre. Il Vescovo Franco e la Pastorale sociale e del lavoro vorrebbero offrire un contributo per affrontare creativamente e propositivamente il tema della riduzione del danno da rischi naturali.

Tramite il metodo dell’ascolto sinodale, già sperimentato duranti alcuni recenti incontri, proveremo ad individuare orizzonti di impegno comune, pur nella diversità di ambiti e compiti. L’invito è rivolto agli amministratori ed ai consiglieri dei comuni della nostra diocesi ed anche alle persone impegnate in politica. L’appuntamento è presso i locali del Seminario di Senigallia, dalle ore 10.00 alle ore 12.30 di sabato 17 dicembre 2022.

Giovanni Spinozzi

Alluvione, difesa del territorio, gestione dell’ambiente: tre incontri a Senigallia

Sono almeno tre gli incontri sulle tematiche ambientali che si terranno in questi giorni a Senigallia. Incontri in cui non si parlerà solo dell’alluvione che ha messo in ginocchio un intero territorio vallivo ma anche della gestione delle sue risorse – certamente il fiume su tutti ma non solo – e della loro valorizzazione.

Mercoledì 30 novembre, alle ore 19:30 presso la sede di via Nazario Sauro 18, prenderà il via un’iniziativa promossa dall’organizzazione di volontariato “Brigate Volontarie per l’Emergenza Marche” e dall’associazione “Factory Zero Zero”, in collaborazione con “Reseda Onlus” e “Riforestiamo Marche”. Sarà la presentazione del nuovo progetto “Riforestiamo Senigallia”, un’occasione molto utile per riflettere sui continui cambiamenti climatici che stanno riguardando la nostra contemporaneità. Sarà anche di fatto la prima “puntata” di un corso sulla cura del territorio e del patrimonio ecologico attraverso la spiegazione di varie pratiche di riforestazione. In totale le lezioni saranno 8, una volta alla settimana. L’iscrizione è totalmente gratuita. «L’obiettivo è – spiegano gli organizzatori – chiaramente quello di creare un progetto di comunità partecipato, così da sensibilizzare e formare chiunque fosse interessato». Per iscriversi basterà presentarsi in sede, oppure mandare un messaggio ai seguenti numeri: 353 418 3476 / 334 326 8591. 

Duplice iniziativa per giovedì 1° dicembre: a partire dalle ore 16, all’auditorium san Rocco in piazza Garibaldi, si terrà una conferenza nell’ambito della Settimana della terra (decima edizione) sui pericoli geologici nella media e bassa valle del fiume Misa e la pianificazione territoriale. Tra gli ospiti e relatori anche il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, l’assessore regionale alla difesa del suolo e alla pianificazione urbanistica e territoriale, Stefano Aguzzi, e l’assessore all’ambiente del Comune di Serra de’ Conti, Pieramelio Baldelli. La prima parte si concentrerà sui pericoli che riguardano il territorio senigalliese, dall’alluvione alla siccità passando per i piani di adattamento delle città rivierasche ai cambiamenti climatici fino alla riduzione del rischio idrogeologico nella vallata Misa Nevola, alla sismicità dell’area e dei centri storici per toccare anche la sequenza di terremoti che ancora oggi stanno causando preoccupazione tra le persone.
La seconda parte si concentrerà invece sulle risorse naturali e sulla loro valorizzazione attraverso due proposte: il parco fluviale e l’oasi di san Gaudenzio.

Sempre di ambiente ma dal punto di vista amministrativo e gestionale parlerà il primo di una serie di incontri promossi dall’amministrazione comunale, in particolare dall’assessorato all’ambiente. Tra i temi, spiega la referente di settore per la giunta Elena Campagnolo, la gestione degli alberi nelle città, il progetto dune per quanto riguarda la spiaggia e la tutela del litorale, il ciclo dei rifiuti, l’uso e la corretta gestione dell’acqua e delle risorse idriche per non soccombere di fronte a situazioni di siccità sempre più frequenti, api e apicoltura. L’iniziativa si terrà come accennato sempre giovedì 1° dicembre, ma alle ore 18, alla rotonda a mare di Senigallia (ingresso libero): interverranno Alberto Minelli (ricercatore nel campo della progettazione del verde all’università di Bologna – dipartimento di scienze e tecnologie agro alimentari) e Valeria Vignoli dell’ufficio verde del Comune di Senigallia per parlare della gestione delle alberature tra scienza, ricerca e sostenibilità.

Più informazione contro le truffe agli anziani

Svolto a Corinaldo uno dei primi incontri con la popolazione da parte dei carabinieri per mettere in guardia gli anziani sulle truffe più frequenti
Svolto a Corinaldo uno dei primi incontri con la popolazione da parte dei carabinieri per mettere in guardia gli anziani sulle truffe più frequenti

Si sono svolti i primi due incontri per informare la popolazione sul fenomeno dei furti e delle truffe agli anziani. L’iniziativa è dell’Arma dei Carabinieri, che a livello nazionale sta tentando di prevenire questa tipologia di reati mettendo in guardia le persone di età avanzata ma anche i loro familiari. A livello locale si è tenuta una prima assemblea lo scorso 26 ottobre all’Acli di Corinaldo e, il 29, una seconda riunione a Castelleone di Suasa. In entrambe le occasioni si è registrata una buona partecipazione.

Al primo appuntamento, il primo di una serie di qui ai prossimi mesi, hanno partecipato la comandante della Compagnia carabinieri di Senigallia, Cap. Francesca Romana Ruberto, e il comandante della locale Stazione, il Lgt. C.S. Raffaele Gargamelli. Al centro dell’incontro informativo c’erano in sostanza le varie modalità con cui i malviventi riescono a perpetrare truffe a danni di persone solitamente avanti con l’età, anziani ma non solo: molto spesso anche le persone meno in là con gli anni finiscono nelle trappole. Per questo sono stati spiegati i principali modus operandi dei truffatori, ma anche quelli dei ladri che…

Continua a leggere nell’edizione digitale del 3 novembre, cliccando QUI.
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L’avvincente storia di un insolito chirurgo

L'auditorium San Rocco in piazza Garibaldi, a Senigallia
L’auditorium San Rocco in piazza Garibaldi, a Senigallia

Sabato 13 novembre 2021, alle ore 18, all’auditorium San Rocco di Senigallia si terrà la presentazione del libro “Ho fatto tutto per essere felice. Enzo Piccinini, storia di un insolito chirurgo” di Marco Bardazzi (Bur Rizzoli). Interverranno Davide Donati, professore associato dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna e Gabriele Pagliariccio, direttore uoc chirurgia vascolare della Asl di Teramo.

Chi era Enzo Piccinini? Perché ha lasciato il segno nella vita di così tanta gente? Perché i video che lo ritraggono su YouTube, a distanza di 20 anni, hanno ancora decine di migliaia di condivisioni e sono tradotti in molte lingue? “Ho fatto tutto per essere felice” è un viaggio tra l’Europa e gli Usa alla ricerca di testimonianze su Enzo e di risposte a queste domande.

L’incontro è promosso dall’Ufficio per la pastorale della salute della diocesi di Senigallia, Caritas Senigallia, libreria Mastai e centro culturale Simona Romagnoli, con il patrocinio del Comune di Senigallia.

Leggi l’articolo completo sull’edizione de La Voce Misena del 5 novembre, cliccando QUIAbbonati e sostieni l’editoria locale.

Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: ‘Un noi più grande’

Verso un “noi” sempre più grande: con questo messaggio Papa Francesco ha scelto di celebrare la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, domenica 26 settembre 2021. La giornata è un’occasione per esprimere preoccupazione per le persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre si trovano ad affrontare enormi sfide e per comprendere le opportunità offerte dalla migrazione. Mai come in questi giorni questa giornata diventa importante, alla luce dell’emergenza umanitaria che sta colpendo la popolazione civile dell’Afghanistan e che costringe più di mezzo milione di persone, uomini, donne, anziani e bambini, a fuggire violentemente dal proprio Paese, con pochi bagagli e un pesante timore per il proprio futuro.

La frammentazione del Paese è indicata come causa della debolezza del potere centrale, fin dai tempi della repubblica: questa diversità interna ha portato alla nascita di gruppi insurrezionali come i talebani e Al Qaeda. Si aggiunga a questo il conflitto storico tra sunniti e sciiti, lo scontro dell’Islam con la modernità e l’imperialismo americano, ma anche la carenza di un sistema scolastico e di una classe media con strumenti adeguati per governare il Paese. Non va dimenticato che l’Afghanistan produce ed esporta il 90% dell’’oppio mondiale e che il rapporto con le potenze esterne non è di alleanza ma di interessi. Arabia e Usa hanno armato e finanziato gruppi insurrezionalisti negli anni 80, scatenando una guerra civile da cui prendono origine i talebani che oggi dettano legge. Il flusso di profughi alla ricerca di un futuro iniziò proprio allora, in un’incessante fuga che oggi è nuovamente esplosa.

L’incontro al teatro ‘Portone’ dedicato all’Afghanistan

Giovedì scorso al Teatro Portone, durante la serata “L’Afghanistan che ci aspetta: conoscere e capire una nazione e la sua storia”, Daniele Albanese di Caritas italiana, grazie a una lunga esperienza nel campo di migrazione e corridoi umanitari, ha cercato di far comprendere al pubblico cosa sta accadendo nell’Asia centrale. Durante la serata Albanese ha offerto interessanti chiavi di lettura per capire l’attualità, spiegando i fattori che hanno portato alla destabilizzazione dell’Afghanistan. Per esempio il fatto che, posto nel cuore dell’Asia, sia un Paese di transito commerciale ed economico, che confina con potenze come Iran, Russia e Cina e che soffre insieme al Pakistan la linea di confine, inventata e mai accettata, tracciata su una mappa senza considerare la realtà etnica esistente. Oppure la questione geografica che fa dell’Afghanistan un territorio difficilmente controllabile per via di deserti, vallate e alte montagne, che nel tempo ha creato controversie irrisolvibili tra campagna e città e impedito interventi esterni efficaci: la missione ISAF per esempio controllava solo i capoluoghi di regione, lasciando allo sbando enormi zone afgane. Fondamentale nel tracollo della situazione del Paese è la grave divisione etnica che non concede un buon governo: oggi in Afghanistan ci sono 50 etnie, 30 lingue parlate e una maggioranza etnica, quella pashtun, che è la più rappresentata ma non quella prevalente.

Chiara Michelon

Qui è possibile consultare materiale ed approfondimenti per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato https://www.diocesisenigallia.it/giornata-mondiale-del-migrante-e-del-rifugiato-domenica-26-settembre-2021/