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Tag: Serra de' Conti

Comunità energetiche rinnovabili, a che punto è il progetto della Diocesi di Senigallia?

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) sono sempre più diffuse nei comuni del territorio diocesano. L’esempio di Serra de’ Conti, di cui abbiamo spiegato stato dell’arte e finalità in un recente articolo, e che trovate nella prima parte del file audio allegato, racconta di un territorio in fermento nella direzione della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico. Ma un altro attore si muove in questa direttrice: la Diocesi di Senigallia. Parliamo di CER con il professor Roberto Fazioli: il docente di economia della sostenibilità e della transizione energetica presso l’Università degli Studi di Ferrara, esperto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE, ci ha dato alcune spiegazioni di tipo tecnico per comprendere meglio cosa siano le comunità energetiche rinnovabili. Con l’ingegner Giovanni Ciriachi, presidente della fondazione diocesana “Fratello Sole” che ha già avviato alcuni investimenti nell’ambito locale, avremo altri dettagli sul progetto e sulle finalità sociali e solidali. L’audio, in onda nei giorni scorsi, è disponibile in questo articolo grazie al lettore multimediale.

Cosa sono le CER?

Cer è l’acronimo di comunità energetiche rinnovabili, organismi diciamo a metà strada tra il settore economico e quello ambientale: aggregano produttori e consumatori di energia rinnovabile con l’obiettivo di ottimizzare i consumi, limitare l’impatto ambientale e, non da ultimo, perseguire un fine sociale, come il contrasto alla povertà energetica e il sostegno a progetti di giustizia sociale.

I vantaggi

Roberto Fazioli ha chiarito i meccanismi e i vantaggi delle CER. L’idea di fondo è «minimizzare il prelievo di energia da fuori» attraverso l’autoconsumo. «Più una comunità è virtuosa nel consumare l’energia prodotta localmente, maggiore sarà l’incentivo statale». I benefici sono ambientali, con la riduzione delle perdite di rete e l’incentivo all’installazione di rinnovabili; ma anche di tipo economico e sociale: l’incentivo può essere usato per «attività di contrasto alla povertà energetica, valorizzazione del territorio, politiche di sensibilizzazione sull’ambiente». Chi aderisce riceve un incentivo, pur rimanendo libero negli approvvigionamenti, con un maggiore vantaggio per chi consuma e produce (prosumer). Anche la piccola impresa può partecipare, sia come produttore che come consumatore, beneficiando di incentivi (anche da PNRR e Repower EU) e creando un filone di attività costante nel tempo.

La fondazione Fratello Sole

Giovanni Ciriachi
Giovanni Ciriachi

La fondazione Fratello Sole, costituita dalla Diocesi di Senigallia, è l’ente giuridico già operativo che gestirà le diverse configurazioni di CER nel territorio diocesano. L’ingegnere Giovanni Ciriachi, presidente dell’ente, ha illustrato lo stato di avanzamento: la prima configurazione sotto la cabina primaria di Marina e Marzocca, con impianti che producono da luglio 2025, è stata registrata al GSE ad agosto ’25 e attende la validazione ufficiale. A breve sarà attivata anche la configurazione di Senigallia, che include l’impianto della parrocchia di Cristo Redentore e l’impianto più grande dell’azienda agricola della fondazione Opera Pia. A seguire sarà attivata la configurazione di Chiaravalle.

Il fine sociale e solidale

Il modello di Fratello Sole ha una forte impronta sociale: possono aderire soci produttori (con impianti sotto 1 Megawatt e allacciati dopo luglio 2024) e consumatori. Per i consumatori domestici (sotto i 20 kW), l’adesione è gratuita, ma non è previsto un vantaggio economico diretto in bolletta; il ricavato generato dal loro consumo, come ha spiegato Ciriachi, verrà destinato a un fine sociale comunitario scelto dai membri della comunità, in linea con l’ispirazione diocesana. In particolare, il 50% dell’incentivo statale è destinato ai produttori senza i quali la comunità non esisterebbe, mentre il restante 50% andrà a progetti comunitari, gestiti in collaborazione con la Caritas.

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Serra de’ Conti, in dirittura d’arrivo la comunità energetica rinnovabile (CER)

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) non sono più un futuro lontano, ma una concreta realtà in rapida espansione anche a Serra de’ Conti. Tra i progetti che stanno nascendo nel campo della sostenibilità ambientale, dell‘efficientamento energetico e della solidarietà, c’è proprio quello che mira a raggiungere la maggior parte dei cittadini e delle aziende della zona urbanizzata serrana. Le informazioni ci arrivano dal sindaco Silvano Simonetti.

CER in dirittura d’arrivo

Il Comune di Serra de’ Conti è alle prese con la fase conclusiva per la costituzione della propria CER. «La costituzione è in dirittura d’arrivo, con statuto e atto costitutivo già registrati» ha affermato il primo cittadino. Il quale ha anche sottolineato come l’iniziativa fosse già prevista nel programma elettorale.

Il nodo delle cabine

Un elemento chiave del progetto è l’interoperabilità tra le due cabine primarie presenti sul territorio, pensata per raggiungere la maggior parte dei cittadini e delle aziende della zona urbanizzata, superando i limiti di adesione legati alla singola cabina.

Silvano Simonetti
Silvano Simonetti

Benefici condivisi

Dal punto di vista economico, l’amministrazione comunale ha deciso di dividere a metà i vantaggi generati dalla CER con gli aderenti, siano essi cittadini o imprese. «Chi aderisce deve avere il suo tornaconto», spiega il sindaco.
Ma la stessa comunità serrana ne ricaverà dei benefici: i proventi potranno essere destinati anche alla povertà energetica o a opere sociali. Un primo passo concreto sarà la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 100 kW sulla copertura del cimitero, che sarà collegato alla comunità energetica serrana.

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Dal Sudan a Serra de’ Conti. Un incontro per conoscere una storia che parla ancora

Serra de’ Conti, la chiesa, il nostro mondo visto con gli occhi di Suor Maria Giuseppina Benvenuti. Il via alle iniziative dedicate al centenario della morte (1926) di Zeinab Alif, conosciuta ai più come la ‘Moretta di Serra de’ Conti’ è stato dato sabato 27 settembre scorso nella Sala Italia del comune serrano, grazie ad un interessante incontro con protagonisti mons. Christian Carlassare, missionario comboniano e vescovo della diocesi di Bentiu, in Sud Sudan e lo storico Giacomo Ghedini, ricercatore presso la Fondazione ‘Bruno Kessler’ di Trento.

Entrambe le autorevoli voci, salutate dal vescovo di Senigallia Franco Manenti, dal sindaco Silvano Simonetti e dal parroco don Luciano Guerri, hanno fatto rivivere una pagina di storia che tocca da vicino anche il nostro territorio. Zeinab nacque nel 1845-’46 (le fonti sono incerte) nel Kordofan in Sudan; rapita fu venduta quale schiava. Riscattata dal servo di Dio don Niccolò Olivieri fu condotta in Italia e il 2 aprile 1856 affidata alle Clarisse urbaniste del monastero di Belvedere Ostrense. Fu battezzata il 24 settembre con il nome di Maria Giuseppina e della madrina, ossia Benvenuti. Studiò la musica divenendo una organista di grande talento (tenne anche esecuzioni pubbliche); nel 1874 divenne clarissa e nel 1894 si trasferì con l’intera comunità nel Monastero di Serra de’ Conti. Qui divenne Abadessa. Morì il 24 aprile 1926. È stata dichiarata ‘Venerabile’ il 27 giugno 2011.

Un incontro, quello di sabato, capace di sollevare tante domande e di rifuggire l’agiografia dell’approccio ad un tema così articolato e carico di suggestioni . Significativo il titolo del saggio, valso a Giacomo Ghedini il prestigioso “Premio Istituto Sangalli per la storia religiosa”, “Da selvaggi a moretti. Schiavitù, riscatti e missioni tra Africa ed Europa (1824-1896)”, Firenze, University Press, 2023. Prezioso scrigino per conoscere meglio questa storia, un’inedita e preziosa ricerca dedicata ad oltre 2000 bambini provenienti della regione subsahariana che furono liberati dalla schiavitù da missionari cattolici per essere istruiti in Europa e per preparare alcuni di essi al ritorno nella loro terra quali missionari. Tra le pagine di Ghedini trova posto anche Zeinab, suor Maria Giuseppina, coinvolta anche lei in un fenomeno dai numeri importanti e che apre uno squarcio sull’evangelizzazione in terra africana, sul rapporto, ieri come oggi, tra il Nord ed il Sud del mondo anche alla luce della fede cristiana.

Storia in chiaroscuro e non solo per il colore della pelle dei protagonisti. È facile immaginare lo strazio di vite schiavizzate fin dalla più tenera età, passate di mano in mano fino ad un riscatto che, pur liberandole le ha catapultate in altri mondi, altre culture, altra spiritualità. Vicende diverse l’una dall’altra, con sviluppi e finali diversi raccontati con passione e autorevolezza da Ghedini ed in cui ritroviamo anche la vicenda di suor Maria Giuseppina. In lei possiamo celebrare la bellezza di una vita liberata dai suoi benefattori ma soprattutto da un Vangelo vissuto fino in fondo nella preghiera e nella carità, in uno stile esemplare di vita monastica. Vita, la sua, ancora in grado di accendere riflessioni sul tempo odierno, sulla nostra capacità di dialogare con le tante ‘diversità’, tanto più in un mondo che torna ad essere impaurito e sempre più rinchiuso nei piccoli orticelli che illudono di promettere pace e sicurezza.

Zeinab Alif, ancor prima di Suor Giuseppina, sollecita anche l’urgenza di chiederci, a tanti livelli, la qualità delle nostre relazioni con le Afriche ancora violate, dimenticate e raccontate male. Una sfida, umana e pastorale, che il vescovo Christian vive in prima persona da tanto tempo, da quando fresco missionario comboniano fu inviato in Sudan per rimanervi senza pause, fino ad avere la responsabilità pastorale, dallo scorso anno e dopo aver subito un grave attentato, della neonata diocesi di Bentiu, nel più giovane stato del pianeta, ancora fortemente segnato da povertà e instabilità. Lì, in quel pezzetto di Chiesa, c’è tanta vita, c’è voglia di emanciparsi se non dalle schiavitù di allora, da quelle nuove catene sigillate da profonde disuguaglianze e sfruttamenti di ogni tipo. Padre Christian ha ben presente che la cattolicità – l’apertura della Chiesa al mondo – chiede conversioni continue, soprattutto alle nostre latitudini, per rispettare l’altro e scommettere seriamente sull’essere unica famiglia umana. Il grande tema delle religioni non passa mai di moda, oggi più che mai strattonate per interessi particolari, rivendicazioni escludenti, addirittura terreno ideologico per giustificare più di una guerra.

Due giovani voci, quelle di Calassare e Ghedini, all’incrocio tra la storia e i giorni. E sullo sfondo, più sorprendente che mai, il volto color ebano di una donna dal cuore grande, lo stesso che ha allargato i confini di un un piccolo paese, in una piccola vallata marchigiana, dove la bellezza della Parola si è colorata di mondo.

Laura Mandolini

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A Serra de’ Conti si parla di suor Maria Giuseppina, dalla schiavitù alla vita religiosa

In vista del centenario della morte di suor Maria Giuseppina Benvenuti , la ‘Moretta’ di Serra de’ Conti, la parrocchia organizza per sabato 27 settembre 2025, alle ore 16.30, presso la Sala Italia un incontro per conoscere meglio la biografia e l’eredità spirituale di questa religiosa, una straordinaria vita con tante storie dentro.

Dopo i saluti del vescovo diocesano, Franco Manenti, prenderà la parola mons. Christian Carlassarre, vescovo di Bentiu, Sud Sudan, in quell’Africa in cui suor Maria Giuseppina è nata presumibilmente nel 1845, nell’incertezza di una data non confermata per mancanza di registri ufficiali. Ad arricchire il dialogo, moderato da Laura Mandolini, lo storico Giacomo Ghedini, presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, che si è occupato di temi e vicende storiche affini a questa.

Suor Maria Giuseppina Benvenuti è stata monaca clarissa ed abbadessa del monastero di Santa Maria Maddalena; arrivata nelle Marche dal Sudan dopo essere stata riscattata dalla schiavitù nella quale era stata ridotta fin dall’infanzia, Zeinab Alif – questo il suo nome originario – morì la sera del 24 aprile 1926. È stata dichiarata ‘Venerabile’ il 27 giugno 2011.

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Nomine in diocesi: don Andrea Falcinelli a Serra de’ Conti, don Davide Barazzoni a Senigallia

Il vescovo di Senigallia Franco Manenti ha nominato don Andrea Falcinelli vicario parrocchiale a Serra de’ Conti, Piticchio, Montale e San Ginesio che inizierà il suo nuovo servizio dal 1 settembre 2025. Ha nominato altresì don Davide Barazzoni vicario parrocchiale del Duomo, Grazie, Porto e Roncitelli, anche in questo caso dal prossimo 1 settembre.

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Al via i lavori per la nuova casa della onlus “Il Giardino dei Bucaneve” a Serra de’ Conti

Prende il via un progetto ambizioso e fortemente voluto dalla comunità: la costruzione della nuova sede per l’associazione “Il Giardino dei Bucaneve Onlus” a Serra de’ Conti. La nuova “Casa Franco Perticaroli”, così intitolata in memoria di un volontario scomparso nel 2019, vedrà l’inizio dei lavori l’8 luglio, con una cerimonia di posa della prima pietra che vedrà la partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia. Ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda alla presidente dell’associazione, Sonia Sdogati, e al sindaco di Serra de’ Conti, Silvano Simonetti. L’intervista sarà in onda venerdì 27 e sabato 28, alle ore 13:10 e alle ore 20, e domenica 29 giugno alle ore 17:15 circa, sempre su Radio Duomo Senigallia, ma disponibile anche qui grazie al lettore multimediale.

L’iniziativa nasce da un’esigenza urgente: i ragazzi del “Giardino dei Bucaneve”, attualmente ospitati in una struttura in affitto a Serra de’ Conti, hanno ricevuto la disdetta del contratto. Questa difficoltà si è però trasformata in una straordinaria opportunità grazie alla sinergia tra istituzioni, imprenditori e la cittadinanza. Un imprenditore locale, Antonello Verdini, ha donato un’area edificabile di oltre 6mila metri quadrati nella frazione Osteria.

Il progetto, già depositato in Comune e avallato dall’Ambito Territoriale Sociale numero 8, prevede la realizzazione di una struttura di quasi 500 metri quadrati su un unico piano. La nuova casa sarà interamente in bioedilizia e dotata di soluzioni domotiche all’avanguardia per garantire la massima autonomia e accessibilità alle persone con disabilità. L’obiettivo è creare spazi ampi e funzionali per un piccolo gruppo, promuovendo un percorso di vita indipendente e, soprattutto, il fondamentale progetto del “dopo di noi”.

PER SAPERNE DI PIU’: ASCOLTA LA NOSTRA PRIMA INTERVISTA

Il valore di questa iniziativa risiede anche nella vasta rete di solidarietà che si è creata. Imprenditori del territorio hanno offerto il loro contributo gratuitamente, dalla progettazione ai calcoli strutturali, fino alle indagini geologiche. Aziende importanti, come quella che fornirà la struttura in legno, hanno garantito donazioni significative. Anche il Comune di Serra de’ Conti ha dimostrato il suo pieno sostegno, votando all’unanimità l’esonero dal pagamento degli oneri concessori di costruzione, a patto che la struttura mantenga la sua finalità pubblica.

Il Giardino dei Bucaneve” promuove progetti e attività per favorire una sempre maggiore autonomia delle persone seguite dai volontari, in modo che possano avere sempre più strumenti a loro disposizione per vivere a pieno la vita e gradualmente staccarsi dalla famiglia di origine, in vista del momento in cui non ci sarà più.

L’entusiasmo attorno al progetto è palpabile, con numerosi personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport, da Jovanotti a Beppe Bergomi, che hanno espresso il loro sostegno. Lo scorso 7 giugno, tutte le associazioni locali di Serra de’ Conti si sono unite per una festa il cui ricavato sarà interamente devoluto al “Giardino dei Bucaneve”, a dimostrazione di una comunità che si stringe attorno ai più fragili.

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“Il cielo in una stanza”. A Serra de’ Conti uno spazio per over 65, dentro e fuori casa

“Ho visto mamma illuminarsi negli occhi e nell’anima”, la prima, meravigliosa testimonianza scritta che certifica la bellezza del progetto. “Il cielo in una stanza” è più di un luogo. È uno di quegli spazi che rendono una comunità più umana, più all’altezza di questa esigente parola. Da qualche settimana, nell’ex asilo di Serra de’ Conti, sono stati attivati “Interventi per over 65 dentro e fuori casa”: così recita la definizione ufficiale del progetto che ha messo insieme, coordinati dall’Ambito territoriale sociale 8, l’Unione dei Comuni ‘Le Terre della Marca senone”, il Comune di Serra de’ Conti, le cooperative sociali HMuta e Polo9.

Hanno cominciato in tre a frequentare queste stanze. Nel giro di qualche giorno sono arrivati a nove, il positivo passaparola ha funzionato e la gioia di poter assaporare ancora giorni pieni di vita ha preso il posto del timore che ogni novità comporta. Ed era arrivato il momento di presentarsi al pubblico.
Venerdì 6 giugno scorso c’è stata la presentazione ufficiale ed in tanti hanno visto da vicino di cosa si tratta, in un pomeriggio denso di testimonianze e contenuti. È orgoglioso il Sindaco Silvano Simonetti: “Una struttura non solo per Serra de’ Conti, ma per l’intero territorio, animata e impreziosita da diversi volontari che in questa nostra realtà fortunatamente non mancano e a cui va il nostro grazie più sentito”. Perché accanto a istituzioni e professionisti della cura ci sono loro, Auser, Anteas, Alzheimer senza paura, in una collaborazione costante e preziosa che garantisce al contempo professionalità e familiarità.

Giuseppina Campolucci , coordinatrice dell’Ambito territoriale sociale 8, parla con emozione di un “percorso di ascolto e condivisione per dare risposte adeguate alla vita delle persone. Per far sentire le famiglie meno sole, per gli operatori la possibilità di individuare i servizi più adatti alle persone. L’amministrazione comunale ha messo a disposizione questo spazio e grazie ad un finanziamento di Fondazione ‘Cariverona’ di 290mila euro siamo qui a presentare questo servizio”.  Gli interventi si susseguono, uno dietro l’altro; stavolta tocca a Massimo Mazzieri – Direttore del distretto sanitario di Senigallia: “Non dobbiamo occuparci soltanto di malattie, ma attivarci per affrontare la solitudine degli anziani, sempre più presente anche a causa della composizione delle famiglie, a volte con una sola persona. Questo spazio dà l’opportunità di poter entrare in contatto con altre persone, si vince anche così il rischio del sentirsi soli”.

C’è davvero il cielo dentro queste stanze, tanto sono articolati i percorsi ed i servizi ospitati. Emanuela Brocanelli, vicepresidente della Cooperativa sociale HMuta, li presenta cominciando dall’elemento più innovativo: la tecnologia! La domotica, internet delle cose, le tante possibilità del digitale fanno sempre di più la loro parte nel garantire sicurezza e salute. E sarà uno sportello Cad – Centro adattamento domestico, a collegare vari soggetti, fornire  informazioni e programmare sopralluoghi nelle abitazioni per garantire il più possibile la permanenza a casa delle persone. Poi saranno i professionisti di “Tech 4 care” ad installare e monitorare i sorprendenti ‘aggeggi’ che rendono la quotidianità più serena. Fino al 31 dicembre 2026 saranno coinvolte 40 famiglie, attualmente hanno aderito 10 nuclei familiari.

Polo9 da tempo si occupa di anziani e demenze. Oltre trent’anni di formazione, sperimentazioni e progetti, iniziati con la ‘Progetto solidarietà’ e poi confluiti nella nuova cooperativa, che hanno fatto toccare con mano a tanti operatori la bellezza e la soddisfazione di lavorare con le persone rese fragili dalla demenza. Anna Gobbetti, vicepresidente di Polo9, non ha dubbi: “Vivere momenti di benessere, nella demenza, è fondamentale perché come dice un bellissimo motto a cui ci siamo sempre ispirati ‘preso sotto braccio l’Alzheimer fa meno paura’. Le persone malate sono adulte, devono essere messe in grado di poter scegliere ciò che possono e hanno voglia di fare. Ci concentriamo su ciò che non è perduto, non è vero che l’Alzheimer toglie tutto e quanto rimane è una risorsa preziosissima dalla quale partire ogni giorno”. Mentre parla, scorrono le immagini delle tante attività di animazione: giardinaggio, gioco a carte, disegno, quattro chiacchiere rese più gustose da una merenda condivisa. L’esperienza del Caffè Alzheimer di Senigallia è un notevole bagaglio a cui attingere e anche a Serra de’ Conti saranno garantite due giornate dedicate a questa socialità.

“A domande complesse bisogna dare risposte integrali”. Maurizio Mandolini, esperto in progettazione sociale, restituisce il quadro completo e articolato di un progetto del genere, finalizzato a garantire un welfare di prossimità. Vale a dire, più è corta la distanza tra bisogni e risposte, meglio è. E più è chiara la proposta, meglio stiamo. “I servizi sono poco conosciuti dai cittadini e dagli operatori – dice Mandolini – e in questo dobbiamo fare un’autocritica”. Entra nel tecnico, ma in realtà chiunque abbia avuto bisogno di aiuto, si rende conto della frammentazione dei servizi e della fatica di sapere come arrivarci, divisi tra sistema sociale, sanitario e socio sanitario. “I cittadini vi arrivano in modo diverso, invece l’accesso deve essere universalistico e più semplice possibile. In questo territorio è stato creato un punto unico di accesso, dove sanità e sociale sono insieme per accogliere la cittadinanza e reindirizzarla nei percorsi necessari. Per ora è solo a Senigallia, a breve saranno attivati in tutti i comuni dell’ambito”.

Fabio Izzicupo – Dirigente psicologo centro disturbi cognitivi e demenze – snocciola numeri per niente rassicuranti sull’impatto delle demenze: circ a il 10% della popolazione italiana, in un modo o nell’altro, è toccato da patologie cognitive e demenziali. “Nei nostri comuni sono circa 1400 le persone affette da demenza, ogni anno 243 nuove persone si ammalano”. E questo quadro sollecita monitoraggi, risposte, capacità innovativa per farvi fronte, in un mix sapiente di servizi, strutture, professionalità e risorse.

Arriva da Bologna il prof. Rabih Chattat. Ordinario del Dipartimento di Psicologia dell’invecchiamento, arricchisce il pomeriggio serrano con la sua profonda conoscenza del tema che lo ha fatto diventare un punto di riferimento fondamentale per quanti si occupano di invecchiamento. Insiste sul termine ‘comunità’, che preferisce al più neutro e tecnico ‘rete’: “Oggi potremmo ridurre il rischio di demenza del 45% circa, ma ci vuole una comunità per invecchiare bene. Salute fisica, cura della connettività, uso corretto del cervello (che incide tanto sulla aspettativa di vita) e relazioni sociali: il biologico e il sociale interagiscono, in un concetto di circolarità della persona”. L’essere umano è fatto di tante componenti, dice Chattat e spezzettarle non aiuta. Inoltre la tanto desiderata longevità dipende anche dall’idea che abbiamo della stessa vecchiaia. “Come la vediamo? Come la raccontiamo? La percezione soggettiva può fare la differenza sul benessere. Basta con il considerarla un problema! Può essere una risorsa, occorre cambiarne la narrazione. Ed i servizi devono proporre un buon bilanciamento tra ciò che viene offerto e ciò che viene richiesto”. In poche parole, l’ascolto delle esigenze vere della persone non può mai prescindere dai servizi ad essa destinati, non esistono risposte a taglia unica.
Per il professore, inoltre, nelle demenze ci viene più facile focalizzarci sulle mancanze anziché continuare a scommettere sulle possibilità da mettere in gioco: “Guardiamo le capacità piuttosto che le mancanze. Qual è l’esperienza della persona con demenza? Chi è stata, chi può continuare ad essere? Il nostro ruolo è comprendere qual è la difficoltà da affrontare e organizzare, pianificare una giornata o un’attività che può farla sentire utile. Quindi non tanto un servizio, ma un contesto nel quale saper leggere ogni persona e rispondere alle sue esigenze pecualiari. Si tratta di proporre attività che abbiano un significato e significanti. Non tutto va bene e a tutti. La demenza toglie, è vero, ma lascia vivere delle parti di noi, quelle più originali, dalle quali non si può prescindere”. E proprio su quelle occorre puntare, insieme ad un’attenzione costante alle famiglie, a rischio anch’esse in questo tipo di patologie: “La famiglia ha una duplice situazione da affrontare: la persona amata sta male, sta cambiando; ma cambia anche il familiare che ‘perde’ la persona così come l’aveva conosciuta e questo è fortemente stressante”. Ecco perché è importante offrire conoscenza, risorse per capire cosa sta succedendo. “C’è bisogno di accudire la competenza del prendersi cura. Occorre farlo prima che i familiari si esauriscano o che sovrappongano completamente la loro identità al solo prendersi cura”.
Bruno Massi, già sindaco di Serra de’ Conti, persona impegnata politicamente e socialmente in più fronti, prende la parola per chiudere l’evento. In questa occasione parla in veste di presidente dell’associazione alzheimer senza paura, nata anni fa a Senigallia per far sentire meno soli i familiari delle persone ammalate: “Spesso si fa fatica ad avere punti di riferimento in queste situazioni di fragilità; spesso si vive ancora con vergogna la demenza. Un progetto così continua invece a farci sperare, a farci sentire comunità”.

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25 aprile: le celebrazioni la Liberazione a Senigallia e nei comuni delle valli Misa e Nevola

SENIGALLIA – Il 25 aprile, festa della Liberazione, non è un giorno qualunque. Non è una ricorrenza o tanto per e non è una celebrazione a cui presenziare controvoglia; meglio non andarci allora. Il 25 aprile è invece il simbolo di una rinascita. Rinascita da un periodo storico che tra alti e bassi – più bassi che alti – ha messo in luce la drammaticità del comportamento umano, così come l’assurdità della guerra. Ma il 25 aprile è soprattutto una festa laica, perché tutte le persone – di qualsiasi razza, sesso e credo religioso – hanno in qualche modo partecipato alla resistenza dal nazifascismo. Ecco perché rinviarla non ha senso.

Il parere dell’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, è chiarissimo: il suo presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo ha affermato: «La scomparsa di Papa Francesco è una gravissima perdita per tutti, laici e cattolici, e in particolare per gli antifascisti che hanno condiviso le sue parole di pace e di fratellanza su scala universale. Condividiamo perciò il lutto nazionale. Ricordiamo peraltro che il 25 aprile di quest’anno è l’80° anniversario della Liberazione. Si tratta di un appuntamento di straordinaria rilevanza, perché celebra il giorno della Liberazione dal nazifascismo e della fine della guerra. Confermiamo di conseguenza le iniziative promosse, che si svolgeranno ovviamente in piena civiltà e senso di responsabilità e nel dovuto rispetto della giornata di lutto». Rispetto del lutto ma non certo rinvio delle manifestazioni. Perché serve solo senso civico, non rinvii che, tra l’altro, creano un pericoloso precedente.

A Senigallia l’80esimo anniversario della Liberazione d’Italia verrà celebrato già dalle ore 9 con la messa alla chiesa dei Cancelli, con il vescovo Franco Manenti. A seguire deposizione della corona d’alloro presso il sacrario ai Caduti in piazza Garibaldi per poi proseguire nei luoghi simbolo della memoria: Aldo Cameranesi – San Silvestro; Federico Paolini – Via Dalmazia; Anna Frank – Via Capanna; Salvo D’Acquisto – Via Verdi; Caduti di Cefalonia – Via Dogana Vecchia. L’evento terminerà in piazza Roma quando alle 12 ci sarà la deposizione della corona di alloro presso la lapide ai Caduti e con gli interventi di Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia, e di Mabel Morri, presidente ANPI Senigallia. Concluderanno l’evento una lettura di poesie a cura dell’Associazione Nelversogiusto e un breve concerto della banda cittadina. L’Anpi senigalliese ha previsto inoltre anche peril pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 20, al foro annonario una festa in linea con la sobrietà richiesta con musica, bevande e merenda, giochi di ruolo e letture per bambine e bambini. Tra una musica e l’altra dei gruppi che saliranno sul palco (Franco Lorenzetti Band, i Rise Blues, il Trio Cant’Anima e Stand-up Comedy Marche), ci saranno anche una serie di interventi delle associazioni partecipanti. Negli spazi della ex-pescheria verrà inoltre inaugurata la mostra “La Resistenza nel senigalliese e la Costituzione”, aperta dal 25 al 27 aprile, con orari: venerdì 25 e sabato 26, ore 16-20; domenica 27, ore 10-12, 16-20. 

Non è stato reso noto il programma di celebrazioni ad Arcevia, mentre a Barbara si terrà la messa alle ore 8:30 e poi alle 9:15 al monumento ai Caduti ci sarà la cerimonia dell’alzabandiera, la deposizione di una corona d’alloro e i saluti istituzionali con il sindaco Massimo Chiù.

A Belvedere Ostrense il riitrovo è in piazza Martiri Patrioti alle ore 10, con l’accompagnamento della banda musicale cittadina, per arrivare alla deposizione di fiori presso la stele in memoria del carabiniere “Euro Tarsilli” e di tutte le vittime del terrorismo; alle ore 10:30 la deposizione di una corona al monumento ai caduti del battaglione San Marco e, un quarto d’ora dopo, alle 10:45 al monumento ai Caduti nelle due guerre mondiali. La commemorazione ufficiale sarà presieduta dal sindaco Sara Ubertini per poi partecipare alla messa alle ore 11:15 in chiesa di San Pietro Apostolo.

Castelleone di Suasa celebra la Liberazione conferendo la cittadinanza onoraria alla memoria del carabiniere Gino Serra, classe 1906, residente in paese e morto nel ‘44 per lo scoppio di una mina, già medaglia d’argento alla memoria al Valor Militare conferita dal Ministero della Difesa della Repubblica Italiana il 21 maggio 1948. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Associazione Combattenti e Reduci e ANPI – sezioni di Castelleone di Suasa, prevede alle ore 10 il ritrovo in piazza Vittorio Emanuele II e formazione del corteo in direzione del monumento ai Caduti di tutte le guerre, alzabandiera, deposizione delle corone di alloro, saluti istituzionali e consegna, agli eredi di Gino Serra, della cittadinanza onoraria alla memoria del carabiniere. Alle ore 11 messa presso la chiesa comunale di S. Francesco di Paola. Presterà servizio la banda musicale “Giuseppe Verdi” di Castelleone di Suasa diretta da Daniele Bianchi.

Le celebrazioni a Chiaravalle sono state organizzate con la sezione locale dell’Anpi, intitolata a “Edo Magnalardo”. Il via alle ore 10 al cimitero di Chiaravalle, con la deposizione di un simbolo tricolore sulle tombe dei partigiani lì tumulati. Alle ore 10:30 in largo Oberdan il ritrovo e partenza del corteo istituzionale accompagnati dalla banda “Città di Chiaravalle” fino a piazza Mazzini dove si terrà la deposizione di corone d’alloro al monumento ai Caduti. Poi ci si sposterà ore 11 in piazza Risorgimento per l’intervento della sindaca Cristina Amicucci e dell’ANPI di Chiaravalle. Stessa piazza dove è stata allestita una mostra sulla liberazione dal nazifascismo (ore 9-13).

A Corinaldo l’80esimo anniversario della Liberazione si celebrerà con due momenti distinti: alle ore 10 il raduno e deposizione di una corona al cippo del sottotenente  Alfonso Casati con autorità e rappresentanze; alle 10:30 il raduno presso il palazzo comunale e partenza del corteo, deposizione di una corona al sacrario cittadino e al monumento ai Caduti. Presta servizio il Corpo bandistico “Città di Corinaldo”. A seguire, alle ore 11:30 in sala consiliare Ciani, si terranno gli interventi per la consegna delle borse di studio  “Arnaldo Ciani”, comandante partigiano e primo sindaco di Corinaldo dopo la Liberazione, in collaborazione con la scuola secondaria di primo grado “Guido degli Sforza”.

Inizierà alle 11 anche il programma di iniziative a Montemarciano, con il corteo e la deposizione delle corone d’alloro al monumento ai Caduti e alle lapidi di Carlo Falcinelli, Aldo Camerunesi e Aldo Moro. Parteciperanno la banda musicale “Gastone Greganti” e la corale “San Cassiano”, oltre alla Consulta delle Ragazze e dei Ragazzi.

Il programma di Monte Porzio prevede alle ore 11 il ritrovo presso il monumento ai Caduti; alle 11.15 la deposizione di una corona a cui seguiranno delle riflessioni con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Enrico Fermi” di Monte Porzio e con il sindaco Marco Moscatelli.

In occasione delle celebrazioni dell’80° anniversario della festa della Liberazione a Monte San Vito, il 25 aprile 2025 si terrà la messa nella chiesa di san Giovanni alle ore 9:30, poi a seguire corteo con deposizione della corona di alloro presso il monumento in memoria dei fratelli Cervi, e in piazza della Repubblica al monumento ai Caduti delle guerre. Interverrà la Banda Musicale “Roberto Zappi” Città di Monte San Vito, gli alunni del CCR dell’Istituto Comprensivo Montemarciano- Monte San Vito e la delegazione ANPI.

Cerimonia in piazza Romagnoli a Morro d’Alba per la Liberazione. L’iniziativa partirà alle 11 con la deposizione di una corona commemorativa e la lettura di testi sul significato della giornata e della ricorrenza. Concluderanno la mattinata il discorso celebrativo del sindaco Enrico Ciarimboli, poi i canti e le marce della Liberazione con la partecipazione della banda cittadina.

Nella vicina Ostra la celebrazione comincerà con la messa alle ore 9:30 alle chiesa di San Pietro Ap. in località Vaccarile e con la deposizione della corona d’alloro alla lapide nel piazzale; ci si sposterà poi alle 10:45 al cippo e al milite ignoto per la deposizione della corona d’alloro mentre alle 11:15 in sala comunale ci sarà l’intervento “Voci di Libertà” a cura della classe 3A della scuola “A. Menchetti”. A seguire la presentazione del libro di Paolo Pirani, dedicato al concittadino ostrense Bruno Peverini dal titolo “Partigiano della vita”. Presterà servizio la banda “Città di Ostra-Ovidio Bartoletti”.

Discorso in piazza del sindaco di Ostra Vetere Massimo Corinaldesi e deposizione di una corona monumento ai Caduti, a partire dalle ore 10:30 sono le iniziative organizzate dal Comune in ossequio al lutto nazionale deciso dal governo.

Programma che invece a Serra de’ Conti prevede alle ore 10:15 la deposizione omaggio a Salvo D’Acquisto nella frazione Osteria dove è presente il monumento dedicato al carabiniere; alle 10:30 il raduno in piazza Gramsci con l’onore ai caduti e deposizione corona d’alloro, a seguire il corteo per le vie cittadine fino alla chiesa dove si terrà la messa. La giornata si concluderà con la commemorazione ufficiale presso il monumento ai Caduti di piazza IV Novembre, con gli interventi delle autorità e del consiglio comunale dei Ragazzi. Alla manifestazione interverrà la Centenaria Società Concertistica.

A Trecastelli l’inizio della cerimonia per la Liberazione è previsto alle 8.45 con la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti di Monterado, cui seguiranno un momento di raccoglimento e i saluti istituzionali. La cerimonia di deposizione sarà preceduta da un breve corteo con partenza da largo Maria Lisa Cinciari Rodano. Alle ore 9.15 si raggiungerà il monumento ai Caduti di Castel Colonna per la deposizione della corona d’alloro, seguito da un breve momento di raccoglimento. Infine alle ore 9.30 ci sarà la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti di Ripe, sempre seguito dal momento di raccoglimento. La cerimonia si concluderà con la deposizione della corona d’alloro alla targa di Giuseppe Grossi situata presso le scale della sede Comunale di Ripe.

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Da Jovanotti a Bocci e Cassini: la cultura a sostegno del progetto de “Il Giardino dei Bucaneve” – INTERVISTA

Dal messaggio di Jovanotti a quello degli attori Marco Bocci e Dario Cassini, il progetto che l’associazione “Il Giardino dei Bucaneve” sta mettendo in campo sta riscuotendo apprezzamenti e sostegno un po’ ovunque. E da qui nasce la nostra “esigenza” di saperne di più, motivo per cui abbiamo ospitato nello studio di Radio Duomo Senigallia la presidente della realtà associativa. Sonia Sdogati ci ha raccontato com’è nato il progetto ma anche ripercorso con noi la storia dell’associazione di volontariato, una storia interessante che potrete ascoltare direttamente dalle sue parole cliccando sul tasto play (riproduci” del lettore multimediale presente in questo articolo. L’intervista sarà in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) lunedì 17 e martedì 18 marzo alle ore 13:10 e alle ore 20 di entrambi i giorni, oltre a un’ulteriore replica domenica 23 alle ore 16:50. Buon ascolto.

L’associazione è nata nel 2009 all’interno di un centro per disabili, poi man mano il Giardino dei Bucaneve ha preso la sua strada, focalizzandosi su un’esigenza cruciale per le famiglie delle persone con disabilità: il “dopo di noi”, ovvero cosa succederà ai figli quando i genitori non ci saranno più. Il progetto specifico è nato in realtà nel 2017: ne beneficiano persone provenienti da diversi comuni dell’ambito territoriale 8. L’obiettivo principale è duplice: non solo seguire queste persone, ma anche fornire loro gli strumenti per diventare sempre più autonome. Come?

Tramite una sempre maggiore attitudine a far da soli nella convivenza in un appartamento a Serra de’ Conti. Oltre a queste attività l’associazione si occupa anche di organizzare uscite al mare, attività sportive, culturali e ludiche, la pet therapy, ma anche di socializzazione per favorire un graduale distacco dalle famiglie e iniziare un percorso in un contesto un po’ più ampio.

Sonia ha sottolineato come la loro forza sia anche il coinvolgimento attivo dei genitori, che spesso diventano volontari, creando un clima di grande apertura e collaborazione. L’associazione conta circa 30 volontari, tra cui i genitori fondatori, e quattro dipendenti che gestiscono l’appartamento. L’età degli ospiti è adulta, dai 40 anni in su, persone con disabilità le cui famiglie iniziano a non poter più garantire la stessa assistenza o magari non ci sono più. Il progetto mira proprio ad accompagnare queste persone per tutto il resto della loro vita, nel momento in cui la famiglia d’origine viene a mancare.

Sonia Sdogati, presidente dell'associazione di volontariato "Il Giardino dei Bucaneve"
Sonia Sdogati, presidente dell’associazione di volontariato “Il Giardino dei Bucaneve”

Recentemente, il Giardino dei Bucaneve ha dovuto affrontare un imprevisto: la disdetta del contratto d’affitto dell’appartamento. Tuttavia, questa difficoltà si è trasformata in una grande opportunità. L’associazione aveva da tempo il sogno di realizzare una casa più grande e più adatta alle esigenze dei ragazzi, soprattutto per chi ha problemi di mobilità. Questo sogno sta per diventare realtà grazie alla generosa donazione di un imprenditore locale, Antonello Verdini, che ha donato 6.000 metri quadri di terreno. Si spera di iniziare i lavori già tra giugno e settembre, con l’obiettivo di trasferirsi entro novembre 2026. Un aspetto molto significativo è che la casa sarà intitolata a Franco Perticaroli, un volontario storico dell’associazione, figura fondamentale e molto amata.

Il progetto ha ricevuto un sostegno importante anche da personaggi noti come Jovanotti, Marco Bocci e Dario Cassini, che hanno realizzato dei videomessaggi di incoraggiamento, contribuendo a dare maggiore visibilità all’iniziativa a livello nazionale.

Per sostenere il Giardino dei Bucaneve: attraverso il sito internet www.ilgiardinodebucaneve.it, i canali social, un futuro crowdfunding per la nuova casa e la possibilità di devolvere il 5 per mille indicando il codice fiscale 9202 36 70 422.

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Il percorso di Federico II contro il papa attraverso le Marche: nuova ricerca del prof. Baldetti

Nuova ricerca, nuova pubblicazione e nuovo incontro con il professor Ettore Baldetti. Dopo lo studio sul reale tracciato della via Flaminia per Senigallia e Ancona, il referente della Deputazione di Storia Patria per le Marche interverrà venerdì 28 febbraio, a Serra de’ Conti, presso la sala multimediale del locale Museo delle Arti Monastiche, sul percorso che l’imperatore Federico II di Svevia fece attraverso le Marche nell’estate del 1240.

Agli inizi di agosto del 1240, Federico II, nato a Jesi nel 1194, alla guida del suo esercito ha infatti attraversato le Marche dall’ascolano fino ai confini settentrionali. Lo scopo era punire il papa che lo aveva scomunicato per la seconda volta. Passò attraverso una trafila di centri assoggettati o alleati, come Macerata, Jesi, Cagli e Urbino, per assediare Ravenna, dove giunse il 15 agosto. Il percorso e il ritorno nella città natia, tramandato da memorie considerate delle fantasie, invece è oggi documentato da una ricerca del prof. Ettore Baldetti che Radio Duomo/Voce Misena ha già intervistato in occasione dello studio sulla via Flaminia

Lo studio di Baldetti, già apparso nella rivista storica “Marca/Marche”, 22 (2024), è riedito in una monografia arricchita di prefazione e appendice documentaria, intitolata “Federico II Hohenstaufen di Svevia. La nascita a Jesi e il transito nelle Marche del terzo imperatore venuto «di Soave» (Par. III, 119)” e distribuita altresì dalla libreria UBIK di Senigallia. 

La percorrenza è documentata nelle lettere federiciane già edite nel 1859 nell’ “Historia diplomatica Friderici Secundi” e quindi nei “Regesta Imperii”. Le città delle Marche fedeli a Federico II – anche per l’azione del figlio Enzo, re di Sardegna e vicario imperiale nella Marca – erano Macerata, Jesi, Cagli e Urbino. Dovendo evitare Ancona, città papalina, e la guelfa Senigallia, il percorso più breve passava proprio per Macerata e Jesi, punti d’arrivo di due tappe di circa 35 km, percorribili dall’esercito in una giornata ciascuna. Il tragitto proseguiva poi verso il castello filoimperiale di Montesecco di Pergola, aggirando il potente comune di San Lorenzo in Campo, sede di uno dei tre vicariati della Marca, tribunali pontifici zonali; e lambiva quindi il Cagliese in direzione di Urbino.

In questo tratto, da Jesi doveva quindi necessariamente inoltrarsi lungo la cosiddetta “strada della Contessa”, un percorso rurale romano-antico fra Acquasanta di Jesi e San Fortunato di Serra de’ Conti, fino ad arrivare nella zona del feudo monastico di Barbara e degli insediamenti di Montale di Arcevia e Farneto di Serra de’ Conti. Insediamenti che furono oggetto in quell’anno di un’incursione di soldati federiciani proprio per assicurare il sicuro passaggio dell’esercito imperiale. 

Queste informazioni e tanti altri dettagli saranno al centro dell’incontro di venerdì 28 febbraio, nella sala multimediale del locale Museo delle Arti Monastiche di Serra de’ Conti. Inizio ore 21.

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Nel nuovo consiglio provinciale due rappresentanti di Serra de’ Conti, Simonetti e Baldelli – L’INTERVISTA

Parliamo di elezioni provinciali nella nuova puntata di 20 minuti da Leone. Si sono svolte la scorsa domenica 29 settembre 2024. Elezioni di secondo livello, cioè sindaci e consiglieri comunali partecipavano per votare i nuovi consiglieri della provincia di Ancona. Il risultato è un fondamentale pari e patta, o quasi, con sei consiglieri che vanno al centro-sinistra, che mantiene la maggioranza proprio grazie alla presidenza di Daniele Carnevali per altri due anni, e sei al centro-destra, pur in presenza di un maggior numero di voti ponderati. Tra gli eletti il sindaco di Serra de Conti, Silvano Simonetti, e il consigliere comunale di minoranza di Serra de’ Conti, Pieramelio Baldelli. A loro abbiamo chiesto di farci un commento su questo esito elettorale, su cosa cambia per la provincia di Ancona, per l’attività della provincia di Ancona e quali sono le priorità di intervento. Ecco le loro parole nel testo e nell’audio integrali.

Silvano Simonetti, sindaco di Serra de Conti e da pochi giorni nuovo consigliere provinciale per la provincia di Ancona. Intanto le chiedo un commento su questo esito elettorale, quindi con questa conformazione di sei consiglieri per il centro-destra, sei consiglieri per il centro-sinistra. Insomma ecco, un commento, una panoramica generale.
Dal punto di vista personale sono rimasto abbastanza soddisfatto dell’esito anche perché il comune di Serra de’ Conti ha espresso praticamente due consiglieri comunali, cosa che non era mai avvenuta in passato. Con questo vorrei dire che ci ripromettiamo di rappresentare tutta la vallata, compreso Senigallia. Ci occuperemo del nostro territorio e anche dell’intera provincia ovviamente, ma comunque con un occhio di riguardo anche per il nostro territorio affinché non rimanga indietro rispetto ad altre zone.

La sua candidatura è stata sostenuta anche da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, insomma ecco quindi tutto il centro-destra compatto.
Si sono stato eletto nella lista di centro-destra ma come civico, perché il centro-destra ha su 12 consiglieri candidati, 7 se non ricordo male erano rappresentanti di partito, ma 5 sono rappresentanti civici, perché c’è stata un’apertura verso le liste civiche che si sono presentate alle ultime elezioni amministrative da questo punto di vista. Quindi è una lista composita, la nostra, che si ripromette di collaborare anche per il bene comune e tutta la collettività ovviamente provinciale.

Una domanda un po’ sul suo passato, il confronto con il presente. Lei è stato anche sindaco a Serra de’ Conti, ma con una maggioranza di centro-sinistra in passato, quindi com’è questo spostamento, come si può spiegare?
Non è uno spostamento, io sono sempre stato mai legato a nessun partito, principalmente perché sono stato sempre indipendente, fin dal 1985, l’anno in cui mi sono candidato la prima volta, quindi ho avuto voti non solo qui ma anche nella Vallesina e poi diversi consiglieri anche del Comune di Senigallia, di centro-destra ma credo anche non solo di centro-destra. Probabilmente questa mia figura che non ha avuto mai nessun legame perché dal punto di vista politico non guardo tanto l’appartenenza politica, guardo quello che secondo me è bene per la comunità, quindi se poi la proposta viene da destra, da sinistra o da centro ma è una proposta concreta e utile al bene comune, io la appoggio ovviamente perché non si può guardare solo l’appartenenza politica e quindi decidere a priori cosa è bene e cosa è male perché c’è una linea di partito che dice quello, quindi sono sempre stato abbastanza aperto in questo e quindi mi reputo molto slegato anche dalla politica, intesa in senso partitico ovviamente e con questo cerco di fare il bene comune indipendentemente da chi viene proposto.

Ci sono quindi sei consiglieri di centro-destra, sei di centro-sinistra o perlomeno sei appartenenti alla lista di centro-destra, sei di centro-sinistra più il presidente Carnevali di centro-sinistra, questa conformazione secondo lei può in qualche modo bloccare o rallentare l’attività del Consiglio provinciale?
Secondo me no, anche perché c’è una maggioranza comunque, quindi non è che il problema è se non c’è una maggioranza, però la maggioranza c’è e quindi cercheremo di fare il meglio possibile io dico anche collaborando, perché anche nel comune che amministro sì è vero sono il Sindaco di una parte, ma sicuramente i cittadini devono rappresentare tutti e quindi anche nella conformazione del Consiglio provinciale per me vale lo stesso discorso, quindi dobbiamo cercare di essere propositivi, di stimolare la maggioranza e di collaborare per quelle cose che sono utili alla collettività, questo è poco ma sicuro, ma credo che ci voglia la collaborazione di tutti.

Cambia qualcosa nell’impostazione dell’attività provinciale il fatto di avere un asse, chiamiamolo così, spostato un pochino più verso l’entroterra rispetto alla costa? Senigallia non ha candidati, Montemarciano…, Ancona c’è un consigliere sì un consigliere di centro-destra ma nessuno di centro-sinistra un asse spostato un po’ più verso l’entroterra, cambia qualcosa rispetto alla precedente amministrazione?
Credo di no, nel senso che si cercherà di fare un po’ l’interesse di tutta la provincia perché non è che possiamo pensare solo al nostro territorio, quindi avere rispetto anche delle altre realtà anche se non sono rappresentate ovviamente. Parlando proprio di priorità del Consiglio provinciale, quali sono i temi su cui ci sarà sicuramente lavoro da fare già dall’inizio, già da subito? Tanto sappiamo che la provincia si occupa principalmente di strade e di edifici scolastici, quindi credo che questo sia l’idea da affrontare. Poi il discorso delle infrastrutture e delle manutenzioni perché purtroppo un po’ dappertutto siamo rimasti indietro nelle manutenzioni e poi cercare di sfruttare il più possibile quelle che sono le opportunità offerte dal PNRR e una grande attenzione all’ambiente e a tutto quello che sta succedendo in termini di condizioni meteo che vediamo sono mutate comunque e quindi ad ogni pioggia purtroppo sappiamo ogni volta un problema perché i fenomeni che si verificano adesso sono fenomeni molto diversi dal passato. In un territorio in cui c’è stato un po’ di lassismo dal punto di vista della manutenzione anche della gestione ambientale abbiamo visto che questo poi ci ha creato notevoli problemi di finità con danni, alluvioni che si sono verificati in questi ultimi anni e che hanno veramente messo in difficoltà diversi cittadini, diverse imprese del mondo produttivo e quindi proprio per questo serve una grande attenzione rispetto a questi nuovi fenomeni che ci troviamo ad affrontare.

Un commento a livello proprio generale, secondo lei questa tornata elettorale anche se è un’elezione di secondo livello, solo i rappresentanti già eletti intervengono per scegliere i consiglieri provinciali, secondo lei in questa tornata elettorale c’è stato un’avanzata del centrodestra, c’è stato o no un ribaltone come l’ha definito la segretaria del PD Chantal Bomprezzi oppure c’è un centrosinistra che ha tenuto? Anche se lei è indipendente civico, ma sicuramente un’idea se la sarà fatta.
Sì, io direi che grosso modo quello che è avvenuto era abbastanza prevedibile perché sia parlando con esponenti del centrosinistra e con esponenti della lista di cui ho fatto parte era molto probabile che sarebbe successo poi quello che in effetti è accaduto, quindi io non vedo né ribaltoni a destra né a sinistra perché è una cosa che era abbastanza prevedibile. Benissimo, allora ringraziamo il sindaco di Serra de’ Conti e neoconsigliere provinciale Silvano Simonetti, lo salutiamo e lo invitiamo nuovamente a Radio Duomo Senigallia per intervenire sui temi legati al comune di Serra de’ Conti, intanto grazie. Grazie a voi per l’opportunità che mi avete concesso e buongiorno a tutti.

E adesso le parole del neoconsigliere provinciale Pieramelio Baldelli. Intanto grazie della disponibilità. A lei, Pieramelio Baldelli, che era candidato alle ultime elezioni comunali e si ritrova sia in consiglio comunale che nel consiglio provinciale come rappresentante della vallata Misa Nevola di fronte al sindaco e al consigliere provinciale Silvano Simonetti. Intanto un commento sulle elezioni e come sono andate su questa situazione che si è creata.
A livello comunale le elezioni sono andate male perché comunque abbiamo scontato le difficoltà che abbiamo incontrato in questo conquegno, dalla pandemia all’alluvione e quindi ci siamo ritrovati un po’ indietro con tutti i lavori, con tutte le attività che dovevamo svolgere, tant’è che adesso stanno venendo un pochino a termine tutti i progetti, tutte le attività che abbiamo messo in campo e che quindi adesso purtroppo, per fortuna per il comune di Serra de’ Conti, comunque stanno beneficiando i cittadini nel prossimo futuro. Per quello che riguarda la provincia non mi ha stupito trovarlo nell’altra lista, noi sostenevamo che la lista non era una lista civica, dietro c’era Ciccioli, sia a Serra de’ Conti che in questa che è stata organizzata a livello provinciale e quindi c’è questo spostamento di Simonetti che è stato sindaco del centro-sinistra e adesso è sindaco e rappresentante provinciale nel centro-destra. Per noi non era una novità perché comunque l’avevamo già visto in campagna elettorale e questo è un interiore concerto.

Che cosa cambia adesso quindi con le elezioni in consiglio provinciale di due rappresentanti del comune, due rappresentanti, poi i massimi rappresentanti delle due coalizioni di Serra de’ Conti?
Io credo che non cambi niente, nel senso che comunque da parte mia c’è sempre la massima collaborazione sia a livello comunale, adesso tanto più a livello provinciale dovremmo collaborare insieme, quindi da questo punto di vista non credo che cambierà nulla, nel senso che per il bene dei territori, per il bene della popolazione noi dobbiamo lavorare almeno per il bene comune.

Quali sono secondo lei le priorità del territorio Valle del Misa e Nevola e Cesano rispetto all’attività che verrà portata avanti in consiglio provinciale?
Sicuramente c’è tutto il discorso prioritario del post-alluvione che chiaramente non è a carico della provincia, ma che coinvolge anche la provincia per quello che riguarda la viabilità. Mi riferisco quindi soprattutto ai punti di competenza della provincia sul Nevola e sul Misa che quindi devono essere ricostruiti il prima possibile. So che fino adesso si è fatto già parecchio nel senso che i progetti e le attività sono andate avanti, adesso anche qui bisognerà fare l’ultimo colpo di regna e realizzare queste opere che il territorio attende ormai da due anni.

L’attività consigliare potrà essere rallentata da questa conformazione particolare con sei consiglieri del centro-sinistra e sei del centro-destra?
Da quello che so a livello provinciale si è sempre preparato in maniera unitaria, quindi tutte le delibere sono sempre passate all’unanimità e quindi non credo che ci sia un rallentamento, mi auguro di no, l’auspicio è proprio che non ci sia. Il fatto che dovremmo essere più rappresentativi di tutti i territori potrebbe essere comunque e di tutte le parti politiche dovrebbe essere comunque un rafforzamento dell’attività della provincia.

Come mai le vallate, i territori di queste vallate hanno puntato su voi due e non per esempio su altri esponenti, sindaci, consiglieri degli altri comuni?
Posso parlare per quello che riguarda la lista del centro-sinistra, c’è stata questa coincidenza di due candidati in Serale Conti e tra l’altro tutti e due eletti. Noi come centro-sinistra devo dire che abbiamo lavorato bene, siamo partiti ormai da un po’ di tempo, da subito dopo le elezioni comunali, ci siamo incontrati e diciamo che la mia candidatura è nata un po’ dal fatto che hanno individuato in me una persona con l’esperienza amministrativa e con le competenze necessarie per gestire questa fase e soprattutto io sono geologo e quindi per il discorso dell’alluvione e della ricostruzione. Quindi i vari comuni hanno convenuto che potessi essere io il rappresentante idoneo per questa fase nella provincia.

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Serra de’ Conti: lunga vita alla Centenaria Società Concertistica – INTERVISTA al presidente Perticaroli

A discapito del nome, Centenaria Società Concertistica, questa realtà musicale di Serra de’ Conti fonda le sue radici nell’800. Con molta probabilità è ancora più longeva di quanto riporti il primo documento ufficiale, ma in mancanza di altri dati, ci facciamo bastare questi 150 anni. E sono un traguardo importantissimo per il complesso musicale serrano che nacque per allietare i vari momenti sacri e mondani che il paese offriva, celebrazioni in primis. Considerata quindi la ricorrenza, non potevamo non intervistarne il referente, che è Piero Perticaroli, dal 2020 presidente dell’associazione. Si può riascoltare quest’intervista cliccando sul tasto “riproduci” del lettore multimediale, mentre riportiamo solo un estratto delle sue parole in “formato” testuale.

Quando nasce il gruppo?
Il gruppo è nato nel 1874 e, ininterrottamente, ha sempre continuato la sua attività musicale nonostante le due guerre mondiali, anche se sembra che fosse nata prima. Il primo documento ufficiale conteneva statuto e la formazione della banda che nasce però come gruppo musicale di appassionati. Poi negli anni ha assunto il nome di Regina Margherita, con un simpatico aneddoto sulle divise dei musicisti. Quel nome venne però cambiato e oggi si chiama Centenaria Società Concertistica.

Eri musicista?
Ho iniziato alla fine delle scuole elementari approfittando dei corsi d’orientamento musicale che portavano poi a prendere uno strumento e a suonare con la banda del paese. Dopo una pausa, nel 2014 ho ripreso a partecipare, suonando vari strumenti in base alle esigenze della banda: ora suono il sax baritono. E’ sicuramente la banda più antica del paese e al suo interno ha componenti che vanno dai 15 anni fino a quando la salute te lo consente.

Da quanti elementi è composta e da che genere di strumenti?
Soprattutto strumenti a fiato, dagli ottoni a tutta la famiglia dei legni, e poi le percussioni intese non solo come il rullante ma tutte quelle che trovano letteratura nell’orchestrazione a fiato, lo xilofono, i timpani. Siamo sui 40 elementi, la maggior parte di Serra de’ Conti, ma non solo, da Senigallia, Montecarotto… Ci sono tanti ragazzi, che sono la linfa vitale dell’associazione, garantendo il ricambio dei musicisti e quindi la longevità della banda. La direzione è del maestro Mirco Barani, che ci fa suonare non solo pezzi bandistici ma anche musica sinfonica, sia riadattata, sia scritta appositamente per orchestre a fiato.

Per la ricorrenza dei 150 anni di storia, quali iniziative avete predisposto?
Sono iniziate il 31 maggio, giorno in cui la Centenaria Società Concertistica è stata fondata. Nel compleanno abbiamo aperto una mostra fotografica nella chiesa di san Michele; successivamente c’è stato un concerto bandistico, iniziativa che l’associazione porta avanti da tempo. Ma, a differenza degli anni precedenti, abbiamo coinvolto altre tre bande. Il 23 giugno c’è stato un raduno bandistico con Fabriano (AN) e Monte Urano (FM), con cui siamo storicamente gemellati da tempo. Il 27 luglio c’era il tradizionale concerto estivo; a ottobre faremo un viaggio nella storia dell’associazione, ricordando i maestri che più si sono impegnati per la banda: Cucchieri, Cioccolanti, Barabesi, Memè. A novembre ci sarà infine il concerto del patrono che non si fa mai nella giornata stessa del patrono il 16 novembre.

Altre occasioni per sentire la banda all’opera?
Tutti gli anni facciamo diversi concerti, grazie anche ai vari gemellaggi regionali ed extraregionali, e poi tutti i momenti istituzionali a cui la Centenaria Società Concertistica ha sempre partecipato.

I giovani sono ben disposti a studiare musica e approcciarsi alla banda?
Da venti anni abbiamo una collaborazione con l’istituto comprensivo di Arcevia per un corso per l’avviamento alla musica dei ragazzi, che precede il corso di orientamento musicale. La scuola mette a disposizione i suoi locali, noi mettiamo a disposizione gli strumenti, persino il fagotto o l’oboe. Da quelle prime note, escono alcuni musicisti per la Centenaria Società Concertistica. Ma la musica ha anche una funzione pedagogica perché permette di imparare ad ascoltare prima di fare qualcosa, prima di parlare, prima di suonare. E questo serve nella vita di tutti i giorni, dove la musica migliore nasce quando si suona insieme. E poi ci si diverte: non ho mai visto un ragazzo che suona in banda rimanere imbronciato. Lega i ragazzi che fanno musica e lo vedo dai loro volti. Se non altro ci saranno ricordi piacevoli qualora smettessero di suonare.

E ora?
E ora ripartono le attività musicali e le prove, come ogni settimana, fatta eccezione per il mese di agosto. Perché se vuoi fare bella figura ti devi esercitare.

Per ulteriori informazioni: centenariasocietaconcertistica.it

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Il raduno delle bande di Serra de' Conti, Fabriano e Monte Urano
Il raduno delle bande di Serra de’ Conti, Fabriano e Monte Urano