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Tag: fondazione Città di Senigallia

Fondazione Città di Senigallia: dalla crisi al risanamento la strada è ancora lunga

La fondazione Città di Senigallia sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Sotto la guida del commissario straordinario Corrado Canafoglia, ha intrapreso un percorso di risanamento economico. Senza dimenticare le sfide ancora aperte, tra cui il debito milionario nei confronti di Autostrade per l’Italia, ecco l’intervento di Canafoglia che illustra i prossimi passi per traghettare l’ente socio-assistenziale verso acque più tranquille e un futuro stabile. Il servizio AUDIO è disponibile in accompagnamento a questo articolo ma sarà anche in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) venerdì 18 e sabato 19 luglio, alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 20 lo sarà a partire dalle ore 17:15 circa.

Il risanamento economico a cui nessuno credeva

«In questi tre anni di commissariamento abbiamo avuto come esercizio di bilancio +4 mila euro nel 2022, +32 mila euro nel 2023, +52 mila euro nel 2024. Un risultato al quale nessuno credeva. Noi ci siamo riusciti». Con queste parole, l’avvocato Canafoglia ha presentato il bilancio 2024, evidenziando il successo di un’opera di risanamento che ha invertito la rotta rispetto a perdite annuali di centinaia di migliaia di euro che avevano portato al commissariamento dell’ente. Circa l’enorme debito di 14,8 milioni di euro verso Autostrade per l’Italia, derivante da una sentenza della Cassazione del 2023, la fondazione è riuscita a versare 8 milioni di euro senza compromettere la propria operatività. Rimangono ancora 6,8 milioni di euro da restituire, con l’obiettivo di ottenere uno stralcio delle somme dovute.

La sfida della governance

Canafoglia ha posto l’accento sui prossimi passi fondamentali: il cambio gestionale e la revisione dello statuto dell’ente. L’obiettivo è traghettare la fondazione verso un orizzonte più stabile, evitando le condizioni che hanno determinato gli squilibri passati. La visione di Canafoglia e del personale è chiara: la fondazione deve essere tolta dalle mani della politica. Ha proposto una profonda revisione dello statuto per garantire una governance più professionale e competente. Le criticità del passato, con CDA nominati politicamente e spesso privi della conoscenza approfondita delle dinamiche complesse dell’ente, hanno portato a gestioni non oculate e alla creazione di ingenti debiti.

I prossimi passi

Un punto cruciale è la futura gestione della palazzina sud con 17 posti letto destinata a RSA, un progetto che si è rivelato economicamente insostenibile. La fondazione Città di Senigallia sta lavorando intensamente per dare una nuova destinazione a questa struttura, che rappresenta una delle maggiori criticità attuali. Altre partite importanti sono la vendita del Musinf e delle proprietà legate agli Orti del Vescovo (in attesa delle determinazioni del PAI), e la gestione delle aree edificabili di via Cellini e via Arceviese. In particolare, per quest’ultima, si sta sviluppando un progetto di rilevanza cittadina, senza però svelare di cosa si tratti se non che è legata alla questione alluvione.

La questione della proprietà e le azioni legali

Un aspetto sorprendente evidenziato da Canafoglia è la mancanza di una chiara definizione della proprietà della fondazione, nata dalla trasformazione di un ente pubblico in uno privato a finalità pubbliche. «In questo momento sapete di chi è la fondazione? La mia!» ha affermato Canafoglia, sottolineando come l’assenza di un proprietario definito renda l’ente vulnerabile a gestioni arbitrarie e a spese senza un vero controllo. Questa lacuna giuridica, definita una «follia», ha permesso in passato operazioni che, sebbene legali, erano discutibili e dannose per le finanze dell’ente. Per questo, la fondazione ha già avviato azioni di risarcimento danni in sede civile contro due soggetti che ricoprivano ruoli apicali, senza però fare nomi.

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Strutture per anziani e soggetti fragili, dai fondi europei un aiuto contro i rincari delle rette

Drammatica la situazione delle strutture per anziani e soggetti fragili del territorio senigalliese, altrettanto quanto quella delle famiglie che chiedono di far entrare i propri cari in residenze protette e rsa nonostante l’aumento dei costi. E’ il grave quadro emerso lo scorso 14 marzo in aula consiliare quando si è svolta la seduta congiunta della conferenza dei capigruppo e della 1^ commissione permanente per parlare dell’aumento delle rette mensili e dei problemi che le strutture socio assistenziali stanno vivendo ormai da tempo.

L’occasione ha visto la partecipazione del presidente Giovanni Bomprezzi, del vicepresidente Giuseppe Muzi e del consigliere Enrico Giacomelli per quanto riguarda la fondazione Opera Pia Mastai Ferretti che gestisce la residenza di via Cavallotti; e del commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia per la struttura di via del Seminario. Entrambi hanno sottolineato vari problemi, tra cui lo stato di necessità che ha portato all’aumento dei costi per le famiglie degli ospiti.

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In particolare, mentre Bomprezzi ha evidenziato come l’ultima contrattazione Uneba abbia comportato un aumento dei costi per il personale delle strutture per anziani ma in generale per tutte le realtà socio assistenziali. Per quanto riguarda l’Opera Pia si traduce in almeno 400 mila euro in più all’anno. Con l’aumento delle rette, si spera di arrivare a circa 250 mila euro, il che significa che per la residenza di via Cavallotti aumenterà il passivo.

Poi c’è tutta la questione del modello sanitario attualmente in vigore con gli ospedali sempre più in difficoltà che gestiscono solo la fase acuta dei problemi delle persone per poi rimandarle a casa. Qui però i malati non trovano un’assistenza adeguata. Il che si traduce in liste di attesa infinite per poter entrare nelle residenze protette, case di riposo e rsa.

Parte del nuovo cda della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia. Da sinistra Enrico GIacomelli (consigliere), Giuseppe Muzi (vicepresidente), Giovanni Bomprezzi (presidente) e Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese.
Parte del nuovo cda della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia. Da sinistra Enrico GIacomelli (consigliere), Giuseppe Muzi (vicepresidente), Giovanni Bomprezzi (presidente) e Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese.

Dal canto suo Canafoglia ha invece rimarcato una delle cause che hanno portato a queste situazioni. E cioè il fatto che spesso nei cda di queste realtà sono sedute delle persone che per quanto in buona fede e col massimo impegno, non sono però né esperte né competenti su un settore così delicato e complesso, spostando uno dei temi anche sul campo politico che spesso “invade” le nomine dei cda. Politica – quella regionale – che è chiamata a rispondere con contributi maggiori, come richiesto a gran voce dai responsabili delle strutture per anziani e soggetti fragili e dai sindacati che protestano da tempo.

Da sinistra Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese; Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia e Cinzia Petetta, assessora al welfare senigalliese
Da sinistra Massimo Bello, presidente del consiglio comunale senigalliese; Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia e Cinzia Petetta, assessora al welfare senigalliese

A tirare le somme dell’incontro, ci ha pensato il presidente del consiglio comunale Massimo Bello. «La gestione economica di queste strutture residenziali è sicuramente sempre più difficile – ha dichiarato – e di questo ce ne rendiamo conto tutti, benché l’impegno degli operatori sia straordinario, ma è evidente che il peso finanziario non possa e non debba ricadere sulle famiglie, spesso in gravi difficoltà. L’aumento delle rette non può e non deve essere l’unica risposta alle criticità e ai bisogni, altrimenti ciò diventerebbe socialmente insostenibile». 

Quest’ultimo, di fronte al rischio paventato di chiusura di realtà simili a quelle senigalliesi o all’aumento ulteriore delle rette a carico delle famiglie anche per i pazienti in convenzione, ha proposto l’utilizzo di fondi europei. «È necessario, invece, individuare misure e strumenti alternativi per fare fronte a quelle esigenze di natura economico-finanziaria, a cui queste strutture sociosanitarie sono chiamate quotidianamente a risolvere. In questo contesto, assumono grande rilievo i fondi messi a disposizione dalla programmazione finanziaria dell’Unione europea. Si tratta di fondi diretti e indiretti, disponibili attraverso decine e decine di bandi europei, che possono tornare utili nella gestione straordinaria delle strutture, in particolare per quelle opere di adeguamento delle strutture, che libererebbero così risorse del bilancio corrente di ciascuna struttura, indirizzandole alla gestione ordinaria degli ospiti e dei servizi a loro collegati, senza incidere sulle rette e sugli investimenti».

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Rincari strutture per anziani, allarme inascoltato per anni: incontro in comune a Senigallia

Dopo anni di annunci, denunce e segnalazioni sempre più allarmanti sui potenziali rischi, ora si sta concretizzando tutto: i rincari delle rette per le strutture per anziani e soggetti fragili stanno divenendo realtà con aumenti stimati tra i 100 e i 150 euro in media al mese per ospite. Una situazione che i sindacati giudicano inaccettabile, che la politica ha ignorato per tanto tempo, e sulla quale si terrà un incontro in municipio a Senigallia.

L’iniziativa si terrà venerdì 14 marzo, alle ore 16, nell’aula consiliare “Giuseppe Orciari”: qui verranno ascoltati i responsabili delle principali strutture cittadine, la fondazione Opera Pia Mastai Ferretti col suo neopresidente Giovanni Bomprezzi e la fondazione Città di Senigallia con il commissario straordinario Corrado Canafoglia. Entrambi interverranno durante la seduta congiunta della conferenza dei capigruppo e della prima commissione permanente (affari istituzionali e generali).

«Ho assunto questa decisione dopo avere comunicato ai capigruppo, nei giorni scorsi, la necessità e l’opportunità di avere un confronto immediato con le due fondazioni, che si occupano dell’ospitalità della popolazione anziana nel nostro territorio, riguardo anche alle notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa, che annunciano l’aumento delle rette a carico dei familiari. L’audizione di venerdì può essere l’occasione giusta per un serio e utile confronto, e per avere una informativa puntuale sulla situazione di gestione e di organizzazione delle due strutture».

Perché dicevamo che denunce e segnalazioni sono rimaste inascoltate per anni? Più volte abbiamo riportato le parole dell’ex presidente dell’Opera Pia Mario Vichi (il passaggio a Bomprezzi c’è stato a fine 2024), per lungo tempo anche referente regionale degli enti gestori delle strutture socio assistenziali che si occupano di anziani, fragili e persone con disabilità. Vi rimandiamo alla nostra intervista realizzata a novembre 2024, quando Vichi lanciava l’allarme: «Se non c’è il contributo dello Stato, noi come tante altre strutture siamo fortemente in difficoltà. C’è stato un intervento della sanità nelle Marche nel 2023: di fronte ai 7 euro/giorno che avevamo chiesto in più, ce ne hanno dati 4. In questi due anni la situazione è peggiorata per un aumento di costi legati all’aumento generale, ma soprattutto al tempo in più che va dato per gli anziani, molto impegnativi: più oss, più infermieri, più materiale e questo chiaramente ha aumentato pesantemente i costi, un impegno molto più gravoso rispetto a cinque anni fa. Oggi stiamo di nuovo bussando alla regione dicendo che se non si viene incontro si rischia di chiedere alle famiglie a dir poco 7 euro al giorno in più».

LEGGI O ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE A MARIO VICHI SUI COSTI DELLE STRUTTURE PER ANZIANI E SOGGETTI FRAGILI

L’auspicio è che quest’occasione della seduta congiunta dei due organi senigalliesi possa contribuire a mettere sui tavoli, su quelli che contano, una proposta di maggior intervento da parte della Regione in modo che i contributi possano in qualche modo sgravare il peso che ora ricade tutto sulle famiglie degli ospiti, con almeno 100/150 euro di media di aumenti nella tariffa mensile.

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La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

Crisi fondazione “Città di Senigallia”, Canafoglia: «Riguarda l’intera città ma interessa a pochi»

E’ ancora molto critica la situazione della Fondazione Città di Senigallia. La realtà socio-assistenziale versa in uno stato di difficoltà economica che è solo peggiorato a causa dell’avvertenza con autostrade per l’Italia, ma la sua discesa agli inferi inizia diversi anni fa. Oggi c’è un commissario straordinario a gestirla e a tentare di risanarla, nominato dalla Regione Marche. L’avvocato Corrado Canafoglia, che abbiamo già intervistato a 20 minuti da Leone lo scorso agosto per spiegarci un po’ la situazione (ASCOLTA LA PRIMA E LA SECONDA PARTE), ha presentato i risultati del bilancio d’esercizio 2023 approvati lo scorso 14 ottobre, un bilancio da cui emerge una grave situazione. Il servizio audio che abbiamo preparato è disponibile su Radio Duomo Senigallia mercoledì 30 e giovedì 31 ottobre alle ore 13:10 e alle ore 20, mentre domenica 3 novembre andrà in onda a partire dalle 16:50 (la seconda di tre interviste consecutive). Ma è anche disponibile in questo articolo, cliccando sul tasto play del lettore multimediale, assieme a un breve testo.

La perdita di 36 milioni di euro è riconducibile alla vertenza con Autostrade per l’Italia e alla svalutazione del patrimonio immobiliare della fondazione: come sono andate le cose?
La prima richiesta da parte di Autostrade era di 18,6 milioni, poi siamo riusciti a far ridurre a 14,8 milioni, oltre interessi, ma in cassa, questo è il problema, ne aveva soltanto 8 milioni. In 5-6 anni ha speso 14 milioni, senza contare alcuni mobili che sono stati venduti per far fronte ad esigenze di cassa. Questo denaro andava accantonato, anche perché c’era la percezione che questa causa si poteva perdere. Il Cda era chiaramente consapevole di tutto questo.

Come sono stati spesi questi 14 milioni e rotti?
Sono stati spesi per coprire le perdite di bilancio, l’appalto di istituzione delle due palazzine per oltre 7 milioni e mezzo, l’acquisto del musinf per oltre un milione e mezzo, 200 mila euro per gli orti del vescovo, nonché l’elargizione le sponsorizzazioni di dubbia utilità per l’ente, stiamo parlando di 300 mila euro a figli, amici, conscienti, cugini, sorelle, per mostre di, non stiamo parlando di Mario Giacomelli, stiamo parlando di soggetti personali. Hanno finanziato delle sfilate di moda, un po’ di tutto. 

Dopo un primo pagamento, come si è conclusa la trattativa con Autostrade?
Abbiamo dato 7 milioni e li abbiamo tenuti tranquilli, trattenendo un milione e mezzo per non cadere. Verranno venduti alcuni beni entro il 2024 per poter restituire un ulteriore milione. A fine anno il debito sarà di 6,8 milioni, oltre interessi.

Nelle soluzioni prospettate a Società Autostrade c’è stata anche la suddivisione dei beni della Fondazione in strategici e non. 
Abbiamo individuato degli immobili non strategici, la cui vendita non ci butta per terra. Il bilancio della Fondazione si regge con le rette della residenza per anziani e con gli introiti di alcuni terreni e della palazzina sopra il Saladino. Abbiamo fatto capire che questi immobili ci servono per mantenerci, abbiamo le due palazzine, poi l’edificio dove viene esercitata la scuola di musica e quella della comunità Nilde Cerri. Tutto il resto è da vendere. 

Su tutta questa situazione insiste anche una forte svalutazione del patrimonio immobiliare: come siamo arrivati a 21 milioni di svalutazioni?
La Cassazione è entrata nel valore delle aree fabbricabili e di quelle delle aree limitrofe. Da lì ci siamo accorti di valori sballati. L’area fabbricabile di via Cellini era stata inserita a bilancio per 8 milioni 839 mila euro. Oggi siamo arrivati a 2 milioni 640 mila euro. L’area di via Arceviese era valutata a 5 milioni 968 mila euro: noi l’abbiamo valutata un milione. La palazzina Sud, dove sono 17 posti, è messa a bilancio 6 milioni e 600 mila euro. La sua ristrutturazione è costata, a posto letto, 352 mila euro. Oltre 3 volte in più della sanità pubblica. Senza considerare che la terra era di proprietà della fondazione, senza considerare che l’immobile c’era. La gravità di questo fatto è che quella palazzina, con 17 posti letto. Sono solo esempi.

Corrado Canafoglia
Corrado Canafoglia

Tra gli immobili non strategici, quindi da vendere, rientra anche il Musinf, l’area dove è stato costruito il nuovo monoblocco dell’ospedale di Senigallia, il palazzo del laboratorio analisi, le proprietà degli orti del Vescovo, altri appartamenti e locali sparsi tra Senigallia e i comuni limitrofi. E se non bastasse?
Un piano c’è: stiamo aspettando delle risposte dalla regione su un progetto importante che è la casa della comunità e l’ospedale della comunità. Ma io sono abituato a mettermi tanti paracadute e già siamo pronti con altre 8-10 ipotesi. C’è l’accorpamento dalla palazzina sud alla palazzina nord, con un progetto di partenariato pubblico-privato; c’è l’ipotesi di innalzare la remuneratività dell’ospitalità con una RSA o un RP per demenze, che ci dà degli incassi diversi. Allora guadagnando qualcosa in più abbiamo la possibilità, piano piano, di trovare la soluzione. Dobbiamo contare principalmente sulle forze della Fondazione e sperare appunto che gli enti ci diano una mano, parlo della Regione, quantomeno in termini di autorizzazioni. 

Cosa significa mettere in liquidazione l’ente?
Ospitiamo 59 anziani, 10 alluvionati, i disabili della cooperativa al volo sono circa 30. Punto distribuzione di raccolta di beni di prima necessità gestiti insieme a Stracomunitari sono oltre 200 famiglie in difficoltà economica. Poi c’è la scuola di musica Bettino Padovano con oltre 400 studenti. La comunità protetta Maria Nilde Cerri ha oltre 20 malati psichiatrici gravi. Abbiamo un progetto con la fabbrica dei sogni nell’area a fianco del seminario con oltre 100 famiglie di disabili. Poi abbiamo i dipendenti non sono solo i nostri, ma anche tutti i dipendenti di questi enti che lavorano. 

La città è interessata alla situazione della fondazione?
Molto poco. Soltanto chi viene lì, chi entra dentro, le famiglie che entrano dentro lo sono. Sono oltre 1000 famiglie che entrano in contatto con la fondazione. Noi costituiamo un’importante colonna dei servizi sociali di questa città. Se saltiamo, sarà un problema non solo per la fondazione ma per la gestione dell’intero sistema sociale.

Massimo Olivetti
Massimo Olivetti

Qual è la posizione del Comune? Ecco le parole del sindaco Massimo Olivetti.
La situazione è molto complessa, noi auspichiamo che si possa prorogare la gestione, ci confronteremo con la Regione, credo che la Regione decida un attimino di continuare questa situazione e che possa in qualche modo poi permetterci di tornare ad avere quantomeno la nomina da parte del CDA, quindi che si possa uscire un po’ dalle acque. Indubbiamente i dati sono complessi, ma confidiamo molto nella professionalità dell’attuale Commissario che credo avrà difficoltà, ma riuscirà a risolvere questa matassa. È ovvio che prima lui riuscirà, prima noi potremo riappropriarci quello che è la possibilità, semplicemente la nomina, non di più, però almeno saranno dei rappresentanti che in modo indiretto rappresentano comunque la collettività. Questi sono dati che vengono trasferiti in Regione, mi auguro che non decida per la cosa peggiore.

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«Vendita di Musinf e beni non strategici, ma certi numeri in bilancio sono eccessivi» – INTERVISTA al commissario della fondazione Città di Senigallia (seconda parte)

Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia
Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia

Quali gli altri passi e quanto rimarrà in carica ancora? Con questa domanda ci eravamo lasciati nella puntata precedente di “Venti minuti da Leone” in cui abbiamo intervistato il commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia, avv. Corrado Canafoglia. Nell’intervista, in onda mercoledì 14 e giovedì 15 sempre alle ore 13:10 e alle 20 e poi domenica a partire dalle 17:09 (subito dopo la prima parte alle 16:50), il legale parla del progetto Orti del vescovo, del Musinf, di alienazioni e del futuro dell’ente socio assistenziale senigalliese. L’audio è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale ma si potrà leggere anche un estratto dell’intervista in forma testuale.

Quali gli altri passi e quanto rimarrà in carica ancora?
Spero il meno possibile, anche perché sono stanco di certe critiche, anche particolarmente offensive, che leggo sui giornali. Ora stiamo definendo la trattativa con Autostrade, a cui dovevamo dare 18,6 mln, ridotti poi a 14,6 grazie all’interlocuzione avviata. Dobbiamo dargli ancora 7,4 mln di euro, non tutti sanno che stiamo già pagando senza chiudere. Potevano pignorarci tutto e saremmo saltati in aria. Ora gradualmente stiamo rientrando. A settembre 2024 per effetto di alcune cessioni, dovremo dare altri 6 milioni e rotti, ma sono quelli più difficili perché riusciamo a pagare grazie alla dismissione dei beni immobiliari di cui la fondazione è proprietaria. Non tutti, ma solo quelli non strategici, come dei terreni edificabili in via Cellini e via Arceviese, il Musinf, gli orti del vescovo e altri che non producono reddito. Non era semplice farlo capire ad Autostrade, ma ci siamo riusciti.

Su quali altri fronti siete impegnati?
Un altro scoglio è la valorizzazione del patrimonio immobiliare della fondazione, su cui si è discusso molto. I valori messi a bilancio sono per noi eccessivi. Abbiamo anche delle prove. Faccio un esempio: un’area fabbricabile messa a bilancio per oltre 8 milioni è stata stimata per un valore attuale di 3 milioni; un’altra è passata da 5,3 milioni a 1,5; dei terreni a Trecastelli venivano valorizzati fino a 110 mila euro all’ettaro mentre non si arriva oltre i 40mila. Il Musinf, a bilancio per 1,3 milioni, è da valorizzare per 4/500 mila euro. Le due palazzine in cui svolgiamo le attività sono valorizzate nei bilanci precedenti per 8 milioni: le possiamo paragonare a un albergo, pensando però che nemmeno l’hotel Marche, sul lungomare, riesce a essere venduto per oltre 2 milioni.

Quindi?
Quindi al 2023, oltre al debito per 14,8 milioni verso Autostrade, abbiamo anche una valorizzazione del patrimonio reale che subirà una svalutazione di 14-15 milioni di euro. Siamo già a 30 milioni in meno, questi sono i numeri.

E poi ci sono gli orti del vescovo.
Quando sono entrato in fondazione, mi sono reso conto che era un progetto irrealizzabile, per il rischio esondazione. Lo affermai nel 2021, poi nel 2022 sappiamo quello che è successo. L’abbiamo bloccato perché la fondazione avrebbe dovuto pagare 3,7 milioni di euro per appartamenti destinati all’edilizia popolare per 25 anni, per cui non saremmo mai rientrati dell’investimento. Il precedente cda ha vincolato la fondazione a questo progetto e noi ci siamo dovuti svincolare, e ci siamo riusciti senza pagare un euro di penale. Anzi, abbiamo ottenuto la possibilità di cedere a terzi la nostra partecipazione, perché al momento stiamo tenendo bloccato l’intervento ma il progetto verrà rimodulato.

Questa sembra una buona notizia per la città…
Assolutamente, quell’intervento va fatto ma non in quella maniera.

E sull’ospedale, con l’edificio di proprietà dell’Ast realizzato sul terreno della fondazione?
L’assessore regionale alla sanità ha definito il monoblocco con la radiologia un “fantasma” perché costruito su terreno di altri, non si sa come; l’iter di esproprio non è stato mai perfezionato. La novità è che l’Ast acquisterà l’area e con quei soldi noi ci ripagheremo in parte il nostro debito anche se non sposterà granché gli equilibri. E la fondazione ci pagava anche l’imu, 131mila euro. Molte proprietà della fondazione sono poi in parte anche dell’Ast, il che complica le cose.

E se guardiamo al futuro? Che orizzonte vediamo?
E’ una partita molto importante, non ci possiamo permettere errori. La palazzina nord, dove c’è la residenza protetta per anziani con 42 posti letto, non verrà toccata, mentre per quella sud, con 17 posti letto non ci potrà essere la rsa perché i costi sono troppo alti, non saranno mai coperti dalle rette né dalle quote con il convenzionamento con la Regione. E’ stato elaborato un progetto dal dottor Marini, con il dott. Mandolini e il dottor Izzicupo, con il sottoscritto e con l’Opera Pia, per individuare una casa della comunità e un ospedale della comunità. Una risposta importante per il fabbisogno locale, con una ripartizione tra i due enti più importanti della città che oggi dialogano anziché competere. Stiamo valutando anche altre idee, ma non verrà venduta la palazzina sud.

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Fondazione Città di Senigallia, iniziato il pagamento del debito ad Autostrade per l’Italia – INTERVISTA

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

Questioni politiche, sociali, professionali, personali, giuridiche ma soprattutto economiche si intrecciano nella vicenda che la fondazione Città di Senigallia sta vivendo da alcuni anni. L’ente socio assistenziale, che gestisce una residenza protetta per anziani e che ha un importante patrimonio alle spalle, deve fare i conti con una situazione molto delicata sotto diversi profili. Per farci spiegare bene qual è la situazione che sta vivendo la fondazione, abbiamo intervistato il commissario straordinario dell’ente, avv. Corrado Canafoglia. L’intervista è lunga e tocca vari punti anche di una certa complessità per cui abbiamo deciso di non eliminare alcuna parte ma di mandarla in onda “a puntate”. La prima è in onda lunedì 12 agosto, alle 13:10 e alle 20; martedì 13 negli stessi orari e infine domenica 18 a partire dalle ore 16:50, sempre su Radio Duomo Senigallia/In Blu (95.2).

Intanto facciamo un po’ di storia, recente: da quanto è alla guida della fondazione Città di Senigallia?
A febbraio 2021 sono nominato presidente del consiglio di amministrazione assieme ad altri quattro colleghi, ma ci rendiamo conto di criticità enormi gestionali ed economiche. Abbiamo avvisato il sindaco e il consiglio, poi abbiamo rassegnato le nostre dimissioni in estate perché la situazione è estremamente seria. Da 4-5 anni l’ente presentava perdite pesanti, anche di 1,2 milioni di euro all’anno. A marzo 2022 la prima nomina a commissario, poi rinnovata nel 2023.

Nomina politica?
Direi di no, ma se qualcuno la vede tale ben venga. La Regione si è resa conto che c’era il rischio di fallimento, così ha nominato un tecnico, tenendo presente che da un anno avevo già in mano le carte e che di lì a poco c’era la sentenza della Cassazione sulla vertenza con Autostrade per l’Italia.

Però poteva essere nominato un tecnico super partes, mentre lei è stato candidato in Regione a sostegno di Acquaroli.
Credo che la Regione abbia tentato di chiamare in causa altri soggetti. Un commissario può costare anche 80 mila euro. Mi chiesero uno sforzo: io ero un treno in corsa che rischiava di schiantarsi contro un muro. Chi non nega ma sta giustamente in silenzio è chi ha gestito l’ente prima di me: ha capito che se porterò a termine l’opera di risanamento non ci saranno problemi per nessuno.

Che situazione ha trovato?
Mancavano delle delibere, circa 200, cioè non si sapeva cosa avesse deciso il cda precedente al mio; c’era una continua erosione del patrimonio; c’erano state delle scelte, come l’acquisto del Musinf o l’appalto delle due palazzine salito da 1 milione e passa a circa 8 milioni di euro. Dunque l’obiettivo è portarla fuori dal rischio fallimento.

Un anno sembra poco…
Quello è il problema, la tempistica. Tutti coloro che entravano in contatto con me e la fondazione avevano dubbi perché quando si avvicinava la scadenza del mandato ritenevano poco utile dialogare con me non sapendo se ci sarei stato ancora. E comunque, sì, un anno è molto poco per risolvere situazioni che avevano portato a perdite di 5 milioni di euro in pochissimi anni e nel frattempo trattare con Autostrade e sistemare altre situazioni.

Perché non ha continuato con l’azione del consiglio di amministrazione?
Il cda dovrebbe dettare le guide dell’attività e lascia poi fare agli uffici amministrativi mentre il commissario entra giornalmente in tutte le questioni. Il precedente Cda mi è stato detto che si vedeva dentro la fondazione un paio di giorni alla settimana, io son lì tutti i giorni o comunque a contatto tutti i giorni, perché anche un euro ora va vagliato. Un lavoro immane.

Lei prende un compenso per questo lavoro?
Da tabelle, dovrei prendere qualcosa tra i 40 e gli 80 mila euro ma io ho scelto di parametrare il mio compenso a ciò che prendono i dipendenti, per cui sono sui 1.400 euro mensili, che però in questo momento non ho chiesto perché la situazione è estremamente seria. Inoltre io ho la mia assicurazione professionale mentre il precedente cda giustamente ne aveva una che costava 18-20 mila euro all’anno.

Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia
Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia

Sono passati tre anni: che passi avanti sono stati fatti e quali situazioni ancora sono in bilico?
La prima cosa era riportare la spesa sotto controllo. Se avessimo perso la vertenza con Autostrade (come poi si è verificato) nel momento in cui c’era una perdita di bilancio oltre al problema del vero valore del patrimonio immobiliare, sarebbe stata la tempesta perfetta. Avremmo dovuto portare i libri in tribunale. Quindi abbiamo tagliato la spesa, ferocemente. Da 1,1 milione di euro siamo scesi a circa 400 mila euro, poi nel 2022 siamo arrivati a + 4mila euro, un’impresa. Questi dati però sono scorporati dal debito verso Autostrade, mai rilevato prima del 2023. Oggi però il bilancio non erode il patrimonio, abbiamo riorganizzato il lavoro, ristabilito un clima ottimale all’interno dell’ente, aumentata la qualità del servizio, ripristinata la formazione dei dipendenti.

Sono stati tagliati anche i servizi?
No, ma abbiamo preso fattura per fattura e tagliato tanto. E poi fatto appalti che ci hanno permesso di risparmiare aumentando la qualità dei servizi.

Quali gli altri passi e quanto rimarrà in carica ancora?
Spero il meno possibile, anche perché sono stanco di certe critiche, anche particolarmente offensive, che leggo sui giornali. Ora stiamo definendo la trattativa con Autostrade, a cui dovevamo dare 18,6 mln, ridotti poi a 14,6 grazie all’interlocuzione avviata. dobbiamo dargli ancora 7,4 mln di euro, non tutti sanno che stiamo già pagando senza chiudere. Potevano pignorarci tutto e saremmo saltati in aria. Ora gradualmente stiamo rientrando. A settembre 2024….

La seconda parte dell’intervista sarà disponibile nella prossima puntata a partire da mercoledì 14 agosto.

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Salvo, per ora, il commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia

La fondazione Città di Senigallia

La decisione del Consiglio di Stato di rigettare la richiesta di sospensiva della nomina di Corrado Canafoglia a commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia sta provocando reazioni. Da un lato il silenzio dei consiglieri comunali proponenti il ricorso Angeletti, Piazzai, Campanile, Pergolesi e Beccaceci; dall’altro la soddisfazione di Canafoglia.

Gli esponenti del centrosinistra senigalliese hano preso le distanze dalla deliberazione della Giunta Regionale della Regione Marche n. 169 del 28 febbraio 2022: si doveva giungere secondo loro solo a un rinnovato consiglio di amministrazione nominato dal Comune, a cui spetta il controllo per statuto dell’ente socioassistenziale di via del Seminario. Non è dello stesso parere la Regione Marche che ha nominato Canafoglia per far fronte alla straordinarietà della situazione – economicamente critica – dell’ente, né la Sezione giudicante del Consiglio di Stato, che si riserva di decidere nel merito una volta che la Regione abbia comunicato entro 60 giorni le precise controdeduzioni alle censure. Tra i motivi del rigetto del ricorso viene specificato che in base a quanto comunicato finora “non sussistono le condizioni per accogliere l’istanza cautelare, tenuto conto che le argomentazioni della Regione resistono alle censure di parte ricorrente“. Dunque una decisione di approfondire meglio e nel frattempo rigettare la sospensiva.

Decisione che ha trovato il parere favorevole del commissario Corrado Canafoglia: «Ciascuno ha diritto di promuovere le azioni giudiziali che ritiene opportune, tuttavia di fronte al momento delicato che la Fondazione vive, l’accoglimento dell’istanza di sospensione avrebbe provocato una crisi pericolosissima per la sussistenza dell’Ente, financo aprire le porte del fallimento».

Due le spade di Damocle che pendono sull’ente: la trattativa in essere con Autostrada per l’Italia per i 18,7 milioni di euro chiesti dopo la sentenza negativa della Cassazione; e il progetto “Orti del Vescovo” che vede tra i partner la fondazione con circa 3,7 milioni di euro di investimenti. Trattativa e riqualificazione che rischiano di essere interrotte in caso di accoglimento del ricorso. «Di fronte ad un siffatto scenario mi chiedo cui prodest azioni del genere: salvifico quindi per gli interessi della Fondazione, degli ospiti e dei dipendenti è stato il parere del Consiglio di Stato che ha ritenuto l’istanza di sospensiva infondata» conclude Canafoglia che sarà soggetto al giudizio anche per la riconferma in tale ruolo, su cui pende altro ricorso.

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Per saldare il debito milionario la fondazione Città di Senigallia venderà numerosi beni

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

Torna in consiglio comunale il commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia per informare gli esponenti dei vari partiti politici cittadini che la situazione è sempre più grave. Dopo la sentenza della Cassazione, sale infatti il conto del debito nei confronti di Autostrade per l’Italia: prospettato inizialmente sui 14,5 milioni di euro, si aggira ora a quota 18,7 mln €, una cifra di cui la fondazione non dispone.

Il commissario straordinario Corrado Canafoglia ha quindi relazionato circa la strategia per rientrare del debito: innanzitutto è stato ingaggiato un esperto contabile che darà una mano con la vendita di alcuni beni, di gran parte dei beni per essere precisi, della fondazione Città di Senigallia per poter raggiungere l’equilibrio finanziario. Verrà anche chiesto uno “sconto” premendo sul fatto che la fondazione è un ente benefico che si occupa di gestire una residenza protetta per anziani. La liquidazione è però necessaria per far fronte all’ingente cifra.

Alla seduta straordinaria non hanno partecipato le opposizioni consiliari. Il centrosinistra compatto aveva già annunciato la sua assenza all’audizione in aula, spiegando che si trattava di una ripetizione della conferenza dei capigruppo svoltasi congiuntamente alla I commissione consiliare meno di un mese prima: «Non si comprende il senso di questa ulteriore riunione non essendoci stato comunicato alcun fatto nuovo nella complessa e controversa vicenda della Fondazione, tale da giustificare una seconda audizione a distanza di meno di un mese». Inusuale, inoltre, la convocazione “straordinaria” del consiglio: le audizioni di soggetti esterni al comune sono riservate alla conferenza dei Capigruppo o alla I commissione.

Mentre Canafoglia ha detto «stiamo cercando di scongiurare il fallimento», sull’assenza dell’opposizione è arrivato il commento di Fratelli d’Italia di Senigallia. «L’assenza dell’intera opposizione alla seduta consiliare di mercoledì pomeriggio è stata il segno di una immaturità politica ed istituzionale, che dimostra chiaramente come costoro non abbiano a cuore il futuro della fondazione Città di Senigallia».

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Fondazione Città di Senigallia: terza lettera minatoria al commissario Canafoglia. «Non mi lascio intimorire»

Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia
Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia

Quella arrivata mercoledì 17 maggio 2023 è la terza lettera minatoria in meno di due anni per il commissario straordinario della fondazione “Città di Senigallia” Corrado Canafoglia. E’ stato recapitato un foglio bianco con disegnata la figura di una persona appesa a testa in giù. Sopra la scritta: “Questa è la fine che facciamo fare ai fascisti come lei avvocato Canafoglia”. Chiaro il riferimento a piazzale Loreto e alla morte di Mussolini e altri gerarchi fascisti nel ‘45.

Dell’episodio sono stati informati i carabinieri, presso cui è stata sporta nuovamente querela contro ignoti. Al settembre 2021 risale una prima lettera, sempre anonima, faceva riferimento alla morte dell’avvocato Ambrosoli, seguita ad agosto 2022 da una busta contenente veleno topicida. Qualcuno – sembra probabile l’ipotesi di una singola persona dietro tutti questi episodi, ma su ciò indagano le foze dell’ordine – ce l’ha proprio con Canafoglia che però non si lascia intimorire.

Il disegno contenuto nella terza lettera minatoria recapitata al commissario straordinario della fondazione “Città di Senigallia” Corrado Canafoglia
Il disegno contenuto nella terza lettera minatoria recapitata al commissario straordinario della fondazione “Città di Senigallia” Corrado Canafoglia

«Avevo chiesto la massima collaborazione per addivenire ad una soluzione concreta dei tanti problemi che affliggono la fondazione – spiega il legale – ma per tutta risposta ho ricevuto, oltre ad attacchi sui media con argomentazioni difficili da comprendere, l’ennesima lettera minatoria. Non mi intimorisce, ma mi amareggia».

Corrado Canafoglia è dal 2021 alla guida dell’ente socio assistenziale che gestisce una struttura per anziani, terreni e altre proprietà. Prima come presidente di un Cda nominato dal consiglio comunale, da cui ha rassegnato le dimissioni nell’agosto 2021; poi l’incarico a febbraio 2022 da parte della giunta regionale di traghettare la fondazione verso il risanamento finanziario. La situazione si è aggravata con la recente sentenza della Cassazione con cui è stato rigettato il ricorso per un contenzioso su terreni espropriati per la terza corsia A14: confermata quindi la restituzione di oltre 14,5 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia. L’incarico è stato poi riconfermato ad aprile scorso per un altro anno.

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Procura, Corte dei conti, Regione e Comune: occhi puntati sulla fondazione Città di Senigallia

La fondazione Città di Senigallia

La situazione della fondazione Città di Senigallia finisce sul tavolo di Regione Marche e Comune, della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. La relazione del commissario straordinario Corrado Canafoglia, all’indomani della sentenza della Cassazione sulla vertenza Autostrade, è stata inviata ai suddetti enti dal presidente del consiglio comunale Massimo Bello, che ha annunciato di aver informato anche i consiglieri comunali, per questione di trasparenza. Oggetto delle comunicazioni è la situazione dell’ente socio assistenziale di Senigallia dopo il rigetto del ricorso promosso dalla fondazione Città di Senigallia che dovrà ora restituire qualcosa come 14,5 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia per l’esproprio di terreni ai fini della realizzazione della terza corsia autostradale. 

«Da una prima lettura dell’ordinanza della Cassazione e della relazione del commissario straordinario della fondazione – dice Bello – i dati sono preoccupanti. Occorre, quindi, una particolare attenzione e una riflessione ampia su ciò che è stato il periodo pre-commissariale della gestione della fondazione, ma soprattutto capire dai fatti e dagli atti a nostra disposizione l’evolversi delle vicende, che interessano questo ente, punto di riferimento importante della nostra comunità». 
La questione verrà approfondita in sede di conferenza di capigruppo, a Senigallia, con l’audizione di Canafoglia mercoledì 10 maggio, alle ore 15,30.

Anche il Partito Democratico di Senigallia è intervenuto: «Alla luce della sentenza della corte di cassazione sul ricorso di Asur e fondazione Città di Senigallia contro società Autostrade è evidente quanto sia urgente passare dalla gestione commissariale dell’ente alla gestione attraverso un consiglio di amministrazione nominato dal consiglio comunale, come d’altronde previsto dal suo statuto. Non è più possibile, di fronte alla stringente necessità di affrontare le conseguenze della sentenza, continuare ad affidare la gestione a un commissario, ad un uomo solo al comando nominato dalla Regione Marche. E’ indispensabile la gestione da parte di un consiglio di amministrazione che sia formato da figure di alto profilo, esperte e preparate nella gestione di quel tipo di struttura sia dal punto di vista finanziario che sanitario».

Chi critica l’atteggiamento poco cauto dei precedenti CDA è l’amministrazione comunale di Senigallia che ripercorre la storia del contenzioso tra la fondazione Città di Senigallia e la società Autostrade per l’Italia spa. Mentre in primo grado il tribunale aveva ritenuto fondate le pretese della fondazione condannando Autostrade per l’Italia a versare la somma di € 18.988.893,84  oltre I.V.A. e spese legali, in secondo grado la sentenza è stata ribaltata o quasi: la Corte di Appello di Ancona ha ritenuto nel 2017 che il valore delle aree espropriate fosse notevolmente più basso, imponendo la restituzione di parte dell’indennizzo. Giudizio poi confermato dalla suprema corte a cui aveva fatto ricorso la stessa fondazione senigalliese. Il problema è che in cassa oggi ci sono rimasti solo € 8.515.189,59. Servono almeno altri 6 milioni. Mica bruscolini. «Il provvedimento del Tribunale in primo grado, come previsto dal Codice di Procedura Civile, era provvisoriamente esecutivo – interviene l’amministrazione Olivetti. Ovvio che proprio l’avverbio “provvisoriamente” avrebbe dovuto mettere in guardia gli amministratori della Fondazione e farli essere particolarmente cauti nel gestire una così cospicua somma. La vecchia amministrazione della fondazione Città di Senigallia – continuano Olivetti e la compagine di governo cittadino – presieduta dal dott. Michelangelo Guzzonato, fino all’avvento della nostra smministrazione, invece che conservare i soldi riconosciuti con il provvedimento di primo grado, ha speso  gran parte del denaro incassato per la ristrutturazione delle due palazzine (inaugurate con grande enfasi sulla stampa locale, nel novembre 2016), per l’acquisto del Musinf, ed infine per ripianare le perdite di esercizio che in quegli  anni la Fondazione registrava. E’ evidente che, questa condotta non proprio cauta, espone la Fondazione al serio rischio di non poter garantire la continuità gestionale dell’Ente».

Al di là delle polemiche per la volontà delle opposizioni consiliari di continuare con gestioni ordinarie rifiutando ogni ipotesi di commissariamento, tanto da ricorrere al presidente della Repubblica, rimane il fatto che l’ente rischia grosso e servirà ben più dell’aiuto della sola politica per evitare il tracollo e chiudere baracca e burattini. Chiosano infine dalla maggioranza senigalliese: «Siamo consci delle enormi difficoltà che incontreremo durante questo percorso per la salvezza della fondazione. Ma pretendiamo che sia fatta ampia luce sui fatti ed individuata la responsabilità di quanto accaduto. Non possiamo rassegnarci alla perdita di un così ingente capitale destinato alle categorie più deboli».

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Dalla Cassazione arriva la temuta batosta per la Fondazione Città di Senigallia

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

La fondazione “Città di Senigallia” dovrà restituire oltre 10 milioni di euro ad Autostrade per l’Italia. Forse 15. Lo ha stabilito la corte di Cassazione che ha rigettato, con ordinanza n. 10649/23 della prima sezione civile, il ricorso presentato dall’ente socio assistenziale senigalliese in merito alla vicenda dell’esproprio dei terreni per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A14.

Una brutta tegola per la fondazione che in primo grado aveva ottenuto ragione vedendosi accreditare oltre 20 milioni di euro come indennizzo, poi ridotti a 6 in sede di appello. Alla seconda sentenza si era opposta la fondazione senigalliese avanzando ricorso in Cassazione. La suprema corte ha però dato torto all’ente, stabilendo la restituzione di quanto ottenuto una decina di anni fa per i 9 ettari di terreni espropriati: soldi in parte già spesi. L’importo è ancora in fase di determinazione ma, secondo le stime degli uffici senigalliesi, sarebbe superiore a 14 milioni di euro.

Il commissario straordinario della fondazione “Città di Senigallia”, avv. Corrado Canafoglia, ha voluto rassicurare la comunità: “Allo stato non sussiste alcun motivo di interruzione dei servizi erogati dalla Fondazione ai propri ospiti, né di inadempimento agli obblighi assunti con i fornitori dell’Ente. Verrà comunque intensificata l’attività di risanamento intrapresa durante il Commissariamento, che ad oggi ha dato concreti risultati con l’obiettivo precipuo di mantenere la continuità aziendale”.
Da qui l’appello al mondo pubblico e privato, compresa la politica comunale e regionale, perché ci sia collaborazione al fine di superare questo “momento critico” per l’ente.

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Fondazione Città di Senigallia, la giunta regionale lascia Canafoglia commissario per un altro anno

La fondazione Città di Senigallia
La fondazione Città di Senigallia

La notizia del rinnovo dell’incarico, da parte della Regione Marche, all’avvocato Corrado Canafoglia quale commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia ha fatto subito il giro del paese. C’era tempo fino a metà aprile perché la giunta Acquaroli prendesse una decisione dopo la “mini” proroga (l’incarico era scaduto il 28 febbraio) ma non è servito attendere fino alla fine perché dalle relazioni e dal documento istruttorio, la situazione è sembrata molto chiara al presidente regionale. 

Le difficoltà non sono del tutto state superate, c’è bisogno di operare ancora in gestione straordinaria e i tempi di insediamento di un nuovo cda (per il ritorno alla gestione ordinaria) non sono compatibili con le urgenze in cui vive l’ente socio assistenziale senigalliese. Ma non tutti la vedono così. 

Dal centrosinistra cittadino e regionale, infatti, continuano a piovere attacchi che ovviamente oggi si concentrano sulla scelta presa all’unanimità dalla giunta regionale di rinnovare l’incarico a Canafoglia fino al 30 aprile 2024 “e comunque fino all’approvazione del bilancio consuntivo 2023”. Tra chi ha sempre criticato il commissariamento (e anche il commissario) c’è Maurizio Mangialardi, capogruppo Pd in Regione: «Resto sbalordito di fronte alla totale assenza di valide motivazioni che hanno portato la giunta Acquaroli a prorogare l’incarico del commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia. Basti dire che è stato lo stesso commissario, fin dalla premessa della sua relazione di fine mandato, a parlare di gestione difficoltosa. Un eufemismo, considerati gli irrisori risultati ottenuti, per di più ottenuti quasi esclusivamente sulla pelle dei dipendenti, vittime di demansionamenti e licenziamenti, e tagliando i servizi erogati dall’ente».

Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia
Corrado Canafoglia, commissario straordinario della fondazione Città di Senigallia

L’ex sindaco ricorda anche che «sulla nomina del commissario straordinario pende ancora un ricorso davanti al presidente della Repubblica riguardante la sua legittimità». Se «le difficoltà della fondazione risiedono principalmente nella mancata erogazione dei contributi richiesti alla Regione Marche», la causa va secondo Mangialardi ricercata proprio in quel mancato appoggio da parte del governo regionale che oggi, vorrebbe «ricompensare lautamente, ovviamente a spese dei cittadini di Senigallia, il commissario straordinario per il sostegno dato al centrodestra in occasione delle elezioni regionali del 2020».

Anche il consigliere comunale Gennaro Campanile critica il rinnovo dell’incarico. «Se l’anno scorso il commissariamento aveva una logica, quest’anno la sua riconferma segna una sconfitta clamorosa della destra senigalliese che governa la città. […] Il sindaco Olivetti e la sua maggioranza non sarebbero in grado di nominare un consiglio di amministrazione autorevole e, soprattutto, capace di gestire la fondazione senza “logiche politiche”».

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