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Tag: Regione Marche

Marche, la giunta Acquaroli-bis: sei assessori per iniziare. Nuovo consiglio regionale. Le interviste

A quasi un mese dalle elezioni del 28-29 settembre, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha dato il via al suo secondo mandato presentando nei giorni scorsi la nuova giunta regionale. La squadra parte con sei assessori, ma è già stato annunciato l’ampliamento a otto componenti, senza costi aggiuntivi per i cittadini. Nel frattempo, è iniziata la 12esima legislatura, con i nuovi 30 consiglieri eletti e l’annuncio del programma di governo. Nel servizio che abbiamo preparato, potrete ascoltare le voci dei protagonisti, a cominciare dal presidente e fino ai sei neo-assessori. L’AUDIO è disponibile cliccando il tasto “play” o “riproduci” del lettore multimediale.

«È una bella squadra, giovane, che dovrà dare continuità a un lavoro già impostato», ha dichiarato Acquaroli, sottolineando che i criteri di scelta hanno guardato all’esito delle votazioni ma anche puntato a recuperare «le capacità politiche che ognuno di questi elementi ha espresso sul territorio».

La nuova giunta regionale per le Marche
La nuova giunta regionale per le Marche

La composizione della nuova giunta

L’esecutivo vede diversi nuovi ingressi. Il presidente Acquaroli ha mantenuto per sé deleghe strategiche come turismo, cultura, commercio e ricostruzione, che verranno ridistribuite con l’ampliamento della squadra.

  • Francesco Baldelli (confermato): assessore a infrastrutture, lavori pubblici, edilizia sanitaria e ospedaliera.
  • Giacomo Bugaro (nuovo): assessore allo sviluppo economico, industria, artigianato, cooperazione, zona economica speciale (Zes), porti, aeroporto, interporto.
  • Paolo Calcinaro (nuovo): assessore alla sanità.
  • Tiziano Consoli (nuovo): assessore al lavoro, valorizzazione beni ambientali, tutela del paesaggio.
  • Francesca Pantaloni (nuova): assessora al bilancio, finanze, organizzazione, personale e pari opportunità. È l’unica donna in giunta.
  • Enrico Rossi (nuovo): nominato vicepresidente, è assessore all’agricoltura, pesca, urbanistica e istruzione.

La visione: “Più forza alle risposte”

Acquaroli ha spiegato che l’ampliamento a otto assessori risponde a una «necessità di dare più forza alle risposte» chiesta da molti corpi intermedi durante la campagna elettorale. «Quando un assessore ha tante deleghe alcune di esse purtroppo hanno meno spazio. È giusto recuperare un concetto che a parità di risorse si possa dare una squadra più numerosa». Il presidente ha ringraziato la giunta precedente per il lavoro svolto in condizioni difficili, tra pandemia e alluvioni, e ha sottolineato come l’ampio risultato elettorale rappresenti una responsabilità superiore.

Durante la seduta inaugurale della dodicesima legislatura, è stato illustrato il programma di governo “Più Marche”. I due pilastri indicati sono i giovani e la sanità. «Vogliamo puntare tanto sui marchigiani del futuro» ha affermato il presidente della giunta regionale. Sulla sanità, ha rivendicato i risultati positivi evidenziati da recenti classifiche nazionali, pur ammettendo che «non significa che non ci sono problemi». La priorità sarà la «ricostruzione della sanità territoriale» per alleggerire pronti soccorso e liste d’attesa.

Le sfide degli assessori

Il confermato Francesco Baldelli (infrastrutture) rivendica il risultato finora della «politica del fare» e annuncia che il 2 ottobre «è stato depositato il progetto che andrà a gara per la costruzione del nuovo ospedale di Pesaro».

Giacomo Bugaro allo sviluppo economico si concentrerà immediatamente sulla zes (zona economica speciale), in attesa dell’approvazione definitiva alla Camera. «Ho contattato il commissario Fitto per cercare di poter rendere la terza misura, la decontribuzione, disponibile per tutte le Marche» ha annunciato, dichiarando inoltre che convocherà subito le associazioni di categoria.

C’è grande attesa per il lavoro di Paolo Calcinaro alla sanità. L’ex sindaco di Fermo ha definito la sfida «veramente prestante» e ha individuato il primo obiettivo: «Si parte dalle liste di attesa, che è il tema dei temi secondo me»

Tiziano Consoli (lavoro e ambiente) si focalizzerà sul governo delle crisi aziendali, dall’area di Fabriano al Fermano, e sulla valorizzazione del paesaggio, tematiche giudicate «pesanti» e «importanti».

L’unica donna in giunta, Francesca Pantaloni (bilancio), ha sottolineato il «grande senso di responsabilità» e l’importanza della «collaborazione con tutti gli altri colleghi». Riguardo alla scarsa rappresentanza femminile, ha commentato: «Logicamente come donne dobbiamo conciliare più ambiti e quindi spesso non è semplice fare tutto».

Infine, Enrico Rossi, oltre al ruolo di vicepresidente (nomina arrivata «sul photo finish»), gestirà l’agricoltura con «sano pragmatismo» e massima disponibilità al «dialogo con gli interlocutori del settore primario».

Chiudendo il suo intervento nella prima seduta del consiglio regionale, Acquaroli ha tracciato un parallelo con l’inizio del suo primo mandato, contraddistinto da alluvioni e pandemia: «Cinque anni fa c’era il Covid, uno scenario surreale con plexiglass e mascherine. Oggi siamo tornati alla normalità e vogliamo continuare a costruire un futuro per la nostra regione».

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Dazi Usa-Ue: l’accordo che fa male alle Marche

L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi al 15% è stato l’argomento al centro di un’intervista con Massimiliano Santini, direttore della CNA di Ancona, che ha analizzato l’impatto del nuovo sistema tariffario, nonostante ancora i punti non noti, sul sistema produttivo ed economico marchigiano. L’intervista, in onda su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM), è disponibile anche in questo articolo grazie al lettore multimediale.

I punti chiave dell’accordo

Tra le tariffe doganali viene introdotta un’aliquota del 15% sulla maggior parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Sebbene sia inferiore al 30% inizialmente minacciato da Trump, rappresenta comunque un forte aumento rispetto al precedente valore medio dei dazi che si attestava sul 4,8%. Tra i settori coinvolti ci sono auto, semiconduttori, prodotti agroalimentari e farmaceutici, ma sono previste esenzioni per alcuni comparti specifici, tra cui farmaci generici, microprocessori, aeronautica, alcuni prodotti chimici e materie prime. Non basta: l’Ue si è impegnata all’acquisto di 750 miliardi di dollari di forniture militari e a investire circa 600 miliardi di dollari in beni e servizi americani, come gas e petrolio.

Le conseguenze economiche per l’Italia

Secondo Santini, l’accordo sui dazi rappresenta un compromesso necessario per evitare una guerra commerciale, ma le conseguenze per le imprese italiane saranno significative, anche se ancora siamo nella fase delle stime. Si ipotizza una contrazione delle vendite di prodotti Made in Italy negli Stati Uniti, un mercato fondamentale, che potrebbe toccare i 21 miliardi di euro. C’è poi il rischio che la tariffa del 15%, se trasferita sul prezzo finale, potrebbe rendere i prodotti originali italiani meno competitivi, favorendo la diffusione di prodotti “Italian Sounding” di qualità inferiore.

La richiesta della CNA al governo italiano

Il direttore della CNA ha espresso la necessità di un intervento immediato del governo Meloni per supportare le imprese di fronte all’introduzione di dazi così gravosi per l’Europa e per il nostro sistema economico. La richiesta principale è quella di introdurre misure compensative e alleggerire il carico che le aziende già affrontano, come l’eccessiva burocrazia e gli elevati costi energetici.

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Marche: un manifesto sulla sanità per tutti, a firma di tante associazioni

Un manifesto creato da una rete di associazioni impegnate nel mondo sanitario delle Marche da offrire ai candidati per le prossime elezioni regionali: ecco cos’è “Marche: una sanità per tutti”. Si tratta di un prezioso contributo che vuole essere utile a chiunque verrà eletto nella prossima tornata elettorale della Regione Marche prevista in autunno, firmato da ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) Marche, Ambulatorio Paolo Simone Maundodè Senigallia, ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) Macerata, Apito (Comitato Marchigiano Associazione don Paolo Tonucci) Marche, Comitati di partecipazione per la salute dei cittadini Regione Marche, Nucleo Provinciale di Coordinamento Ancona della Rete Civica GIMBE, Gruppo Solidarietà, SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie) Marche. Una serie di proposte per un miglioramento delle politiche della salute nella nostra Regione in un’ottica assolutamente bipartisan perché la salute non ha colore politico e dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini.

Il documento nasce dall’esigenza di mandare un segnale alla politica marchigiana per stimolare un salto di qualità nella gestione delle politiche per la salute, mettendo a frutto il capitale morale e di risorse umane e professionali di cui dispone il nostro servizio sanitario regionale. Si tratta di dieci proposte che nascono nella convinzione che possano incrociare speranze, aspettative e volontà di tutti. Lo scopo è offrire uno spunto di riflessione ai futuri programmatori della sanità marchigiana, affinché non perdano di vista il concetto che il servizio sanitario è al servizio dei cittadini e non l’inverso.

Si tratta di un documento di valori e di proposte concrete, cioè di quelle caratteristiche fondanti che i firmatati ritengono debbano essere proprie delle politiche per la salute di ogni Regione.

Tra le dieci proposte del manifesto spiccano alcune tematiche prioritarie come la centralità della prevenzione, la tutela delle categorie più fragili e della povertà emergente in sanità, la necessità di individuare i distretti come sede prioritaria nell’erogazione dei servizi, la riaffermazione del primato della sanità pubblica rispetto a tutti gli altri soggetti – privati accreditati e convenzionati – in un ruolo di piena integrazione e la scelta dei professionisti nei ruoli dirigenziali che deve essere effettuata sulla base di comprovate competenze. Temi fondamentali per il benessere di tutti i cittadini della Regione Marche, sui quali i firmatari auspicano l’endorsment dei candidati alle future cariche dirigenziali della nostra Regione.

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Giubileo: le Marche un museo diffuso col progetto “Pellegrini di Speranza”

E’ stato presentato ufficialmente il progetto “Pellegrini di Speranza”, promosso dalla Conferenza Episcopale Marchigiana (CEM)  in occasione del Giubileo 2025 e realizzato in collaborazione con la Regione Marche. Un museo diffuso, un percorso che vuole unire e, ovviamente, valorizzare i luoghi della fede attraverso il grande patrimonio artistico, storico e culturale dislocato sul territorio regionale. Il progetto si rivolge a tutti e tutte – fedeli e turisti, studenti e famiglie, visitatori e appassionati d’arte – per far vivere a pieno il Giubileo attraversando musei, santuari, cammini e comunità.

Museo diffuso e catalogo

Al centro dell’iniziativa c’è la mostra diffusa “Immagini di maternità. La bellezza della vita che nasce”. Da metà luglio a fine novembre 2025, 14 musei diocesani delle Marche ospitano una mostra tematica dedicata alla maternità, con opere che raccontano la vita e la speranza attraverso i secoli. Ogni sede allestisce una sala con immagine coordinata, costruendo un grande museo diffuso a livello regionale. 

Il via è stato dato a Urbino lo scorso 14 luglio, seguita da San Severino Marche il 15 e da Comunanza il 17; poi si passerà il 23 luglio a Pesaro, il 24 a Fano e Fermo, il 25 a Fabriano, il giorno dopo ad Ancona e Osimo, il 28 a Macerata per chiudere il mese di a Senigallia (il 31). Ad agosto apriranno le esposizioni ad Ascoli Piceno (11 agosto), Loreto (14) e Jesi (30 agosto). 

In parallelo all’esposizione, sarà pubblicato un catalogo completo che raccoglie le opere selezionate nei 14 musei, arricchito da schede descrittive, contributi scientifici e approfondimenti sul tema della maternità nell’arte sacra.

Cammini giubilari

Grande attenzione è riservata alla valorizzazione dei cammini spirituali delle Marche, con una nuova edizione della guida “Cammini e Itinerari spirituali”, che raccoglie percorsi storici come la Via Lauretana, i Cammini Francescani, Benedettini e delle Abbazie. L’obiettivo è incentivare il pellegrinaggio lento, a piedi o in bicicletta, promuovendo le aree interne e i valori della sostenibilità.

Nel mese di ottobre si terrà uno degli eventi simbolici più significativi: la Peregrinatio Mariae, pellegrinaggio della statua della Madonna di Loreto da Loreto a Roma (2–12 ottobre 2025) lungo la Via Lauretana, con tappe liturgiche nelle diocesi attraversate. Il pellegrinaggio culminerà a Roma l’11 e 12 ottobre in occasione del Giubileo della Spiritualità Mariana, con celebrazioni solenni presso San Salvatore in Lauro (la chiesa dei marchigiani a Roma) e San Pietro.

Le dichiarazioni

«Si tratta di un progetto dal valore molto significativo, un modello virtuoso per il nostro territorio che può andare anche oltre l’anno giubilare» ha affermato durante la presentazione il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio spirituale, culturale, architettonico, artistico. «Porta il nostro territorio ad essere attrattivo per i pellegrini e per i marchigiani stessi, resi consapevoli del valore reale e dell’importanza del patrimonio che le Marche possiedono».

«La mostra diffusa è una iniziativa particolarmente innovativa nel metodo, perché realizza una sala espositiva giubilare in ciascun museo diocesano» ha dichiarato Nazzareno Marconi, presidente della Cem, la conferenza episcopale marchigiana, nonché vescovo di Macerata. «Per la prima volta si realizza una iniziativa culturale comune tra tutte la Diocesi delle Marche valorizzando le competenze locali che già animano e dirigono i nostri musei diocesani. Un secondo progetto di collaborazione tra CEM e Regione riguarda gli uffici stampa e della comunicazione sociale delle nostre Diocesi, che stanno lavorando insieme in un progetto multimediale di rete per comunicare al meglio le iniziative».

Francesco Massara, vescovo delegato dalla CEM per i beni culturali e arcivescovo delle Diocesi di Camerino e Fabriano-Matelica-San Severino, si è concentrato sul museo diffuso definendolo «un’esperienza sperimentale, innovativa e unica per l’intero panorama nazionale: per la prima volta una mostra diffusa mette in rete i musei delle 13 Diocesi marchigiane, ciascuno con almeno tre opere significative selezionate non solo per il loro pregio artistico, ma per il contenuto simbolico e teologico con cui raccontano il tema che ci guida: la maternità e la bellezza della vita che nasce, privilegiando naturalmente le immagini mariane. Alcune di queste opere provengono da chiese rese inagibili dal sisma: riportarle allo sguardo del pubblico significa restituire memoria, identità e speranza ai territori feriti, trasformando la fruizione culturale in gesto di ricostruzione morale e spirituale. È un segno concreto di speranza e di bellezza che le nostre Chiese offrono al territorio, narrando il Vangelo attraverso i colori, la luce e le forme dell’arte».

«L’Anno Giubilare che stiamo vivendo è una grande occasione per far conoscere le chiese delle Marche» ha precisato Angelo Spina, vescovo delegato della CEM per la comunicazione e arcivescovo della Diocesi di Ancona-Osimo. «Questi monumenti di fede, di arte, di storia, di spiritualità, presenti nella Regione Marche vanno fatti conoscere e per questo è necessario dare una comunicazione unitaria, pur rispettando le singole realtà, per partecipare a tutti la positività, la bellezza di luoghi e di eventi, così da poterne dare durante tutto l’anno una coerente comunicazione e un resoconto ampio e dettagliato. Il Giubileo è una opportunità per comunicare la speranza, che non diventi una cosa riservata a ognuno di noi; piuttosto, sia qualcosa che riceviamo per darlo agli altri, perciò è importante andare verso gli altri con una verità comunicabile e seminare la speranza». «Ora è il momento di unire le forze e far diventare il tutto un’unica voce, una grande voce, in modo integrato, pur conservando le particolarità».

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Vertice internazionale per l’Adriatico: ad Ancona si parla di un nuovo modello per la blue economy

Italia, Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia – i paesi che si affacciano sul mare Adriatico – si sono riuniti con i loro ministri e rappresentanti per discutere d’un nuovo modello di gestione per la blue economy. La filiera che mira a bilanciare lo sviluppo economico con la conservazione delle risorse marine e costiere deve basarsi non solo su un approccio numerico per quanto riguarda la sostenibilità, ma deve sfruttare le leve più innovative e parlare di più di cooperazione tra le realtà adriatiche.

Questo punto è stato al centro del vertice interministeriale che si è svolto oggi ad Ancona: un evento che aveva l’obiettivo di affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali che interessano l’area. Tra i temi sono stati discussi i criteri attuali di gestione della pesca, ritenuti inadeguati rispetto alla reale situazione delle flotte e quindi in vari modi penalizzanti per le economie adriatiche. Altro tema è stato il fare fronte comune contro ulteriori tagli ai giorni di pesca, chiedendo che sia riconosciuta la forte riduzione già avvenuta nella capacità di pesca. 

Su tutti pesa però – ovviamente – la questione degli effetti dei cambiamenti climatici, che per molti esperti è già una crisi in atto da tempo: argomento fonte di numerosi dibattiti ma certamente da inserire nella valutazione degli stock ittici, insieme all’innalzamento del mare. Un approccio che vuole coniugare la tutela ambientale con la sicurezza alimentare e la coesione sociale delle comunità marittime.

Ma cambiamenti climatici significano anche invasione dell’Adriatico da parte di specie aliene, come il granchio blu che danneggia poi la molluschicoltura, e il surriscaldamento delle acque, che favorisce fenomeni come le mucillagini. Su questo fronte, si è evidenziata l’urgenza di interventi gestionali tempestivi e coordinati, per proteggere un comparto strategico per la blue economy dell’area.

L’incontro – che non ha di fatto visto la sigla di alcun patto ma che è stato una vetrina per molti esponenti politici nostrani – ha quindi solo sviluppato l’idea di una diplomazia congiunta e stabile tra i paesi dell’Adriatico – interni ed esterni all’unione europea – in grado di avere peso nei tavoli internazionali. L’idea è di fare dell’Adriatico un modello di governance cooperativa, in cui lo sviluppo economico non sia in contrasto con la sostenibilità, ma guidato da politiche comuni fondate su evidenze scientifiche.

All’evento dorico sulla blue economy hanno partecipato i ministri di Albania, Anila Denaj; Croazia, David Vlajčić; Montenegro, Vladimir Joković; Slovenia, Mateja Čalušić e Italia, Francesco Lollobrigida, affiancato dal sottosegretario del ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) Patrizio La Pietra e dal direttore generale per la pesca e l’acquacoltura Francesco Saverio Abate, dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e dal Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori.

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Cure socio-assistenziali: Regione, enti gestori e sindacati siglano un accordo da 30 milioni

Dopo tante critiche, lamentele, incontri, tavoli e telefonate, il cerchio si è chiuso con la sigla di un accordo tra la Regione Marche, gli enti gestori delle strutture socio assistenziali e i sindacati. Sul piatto oltre 30 milioni di euro in tre anni che hanno lo scopo di aiutare le realtà marchigiane e le famiglie con un concreto supporto volto a diminuire il peso della retta mensile. Per il presidente della Regione Francesco Acquaroli si tratta di «una giornata importantissima» che ha portato a un «risultato storico».

È stato definito, siglato e presentato ufficialmente il progetto di Intervento Multileva per la residenzialità socio-sanitaria e sociale regionale. Il frutto di un tavolo unico tra tutti i soggetti coinvolti che hanno condiviso con soddisfazione l’importanza delle misure previste. L’Intervento Multileva per la Residenzialità Socio-Sanitaria e Sociale 2025–2027, prevede una dotazione complessiva di 30,6 milioni di euro per potenziare l’offerta e la qualità dei servizi delle strutture assistenziali e supportare le famiglie per abbattere i costi delle rette.

Con l’accordo la Regione Marche ha pianificato una serie di interventi a sostegno sia degli Enti gestori delle strutture residenziali sanitarie, sociosanitarie extraospedaliere e sociali, sia delle famiglie delle persone ospitate nelle medesime strutture, che compartecipano al pagamento delle rette.

Le risorse, nel triennio 2025-2027, ammontano a 30,6 milioni di cui: 20,9 milioni a supporto delle imprese (Enti gestori) e 9,7 milioni a supporto delle famiglie. Una strategia combinata, poiché si ritiene che solo con un’azione concertata si potranno ottenere risultati di maggior efficacia nell’ambito della residenzialità extraospedaliera sanitaria, sociosanitaria e sociale che in questi ultimi anni ha sofferto della perdita di capacità di acquisto dei redditi delle famiglie e dell’incremento costante dei costi legati all’assistenza e alla gestione delle strutture.

Tre le linee di intervento adottate, due destinate agli Enti gestori e una dedicata alle famiglie. Con il primo intervento, gli Enti gestori avranno a disposizione 5 milioni all’anno (a partire da luglio 2025, per un ammontare di 12,5 milioni) per incrementare la quota sanitaria della retta per le strutture convenzionate: Residenze Protette per anziani, Residenze Protette per anziani affetti da demenza e Strutture per i minori con disturbi psichiatrici. Si tratta di un aumento strutturale e definitivo.
Il secondo intervento permetterà di avere a disposizione 8 milioni per il triennio 2025-2027 attraverso bandi per il potenziamento dei servizi delle strutture residenziali extraospedaliere e sociali tramite il finanziamento di progetti volti all’implementazione e al miglioramento della qualità dell’assistenza, con precedenza alle progettualità presentate dalle strutture psichiatriche e dalle strutture ospitanti persone di minore età.
La linea di intervento dedicata alle famiglie, vedrà un budget complessivo di 9,7 milioni a disposizione nel biennio 2026-2027 per l’emissione di voucher a sostegno del costo della retta, erogati alla famiglia della persona ospitata nelle strutture residenziali autorizzate sanitarie, sociosanitarie e sociali in cui è presente il vincolo obbligatorio della compartecipazione alla spesa. Il voucher mensile, del valore minimo di 250 €, verrà assegnato in base al livello Isee della persona/del nucleo familiare.

Il presidente della Regione Marche e commissario delegato per l’alluvione 2022 Francesco Acquaroli
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

«Oggi è una giornata importantissima per la nostra Regione – ha detto il presidente Acquaroli (in FOTO) -. Siamo riusciti a raggiungere un accordo con uno sforzo enorme destinando oltre 30 milioni di euro per il prossimo triennio per supportare gli enti gestori nello svolgimento di servizi essenziali per la nostra comunità e attivando un concreto aiuto per abbattere il costo delle rette nei confronti delle famiglie delle persone ospitate nelle strutture residenziali. Un risultato che vuole dare un contributo a sostegno delle strutture che operano nel settore sociosanitario e che va incontro alle difficoltà di tantissime famiglie. Siamo ben consapevoli dell’importanza fondamentale di questo ambito di intervento e siamo soddisfatti di poter annunciare il raggiungimento di questo traguardo condiviso e concertato con i rappresentanti degli enti gestori e il mondo sindacale».

Partecipano al tavolo:

Confederazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL
Comitato Enti Gestori Strutture per Anziani Senza Scopo di Lucro
Azienda Pubblica Servizi alla Persona “IR CR Macerata”
Associazione Religiosa Istituti Socio – Sanitari – Aris
Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età -ANASTE
Comitato Aziende Pubbliche Servizi alla Persona
Confcooperative – Federsolidarietà Marche
AssCoop
Uneba Marche
Legacoop Sociali
Comitato Regionale Enti Accreditati per le Dipendenze Patologiche – Crea
Associazione italiana per la Cura Dipendenze Patologiche – Acudipa
Coordinamento delle Comunità di Accoglienza per Minori della Regione Marche
Coordinamento Italiano Case Alloggio per Persone con Hiv/Aids -C.I.C.A.
Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti (dipendenze patologiche) Marche
Confcommercio Salute Sanità e Cura

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Approvata in Consiglio delle Marche la legge regionale a sostegno della famiglia

Legge a testo unificato che prevede interventi a favore della famiglia, della genitorialità e della natalità. Ruolo centrale della Consulta regionale e attivazione di una rete territoriale a favore delle politiche della famiglia. Incentivi per la conciliazione dei tempi famiglia e lavoro.

Approvata dal Consiglio regionale Marche la proposta di legge a testo unificato (due le proposte inizialmente presentate, una a iniziativa del gruppo di FdI e l’altra a firma dei consiglieri Latini e Santarelli) relativa agli interventi a favore della famiglia, della genitorialità e della natalità (relatori i consiglieri Marco Ausili, FdI, per la maggioranza e Maurizio Mangialardi, Pd, per la minoranza).
La legge intende fornire un quadro organico e integrato della materia anche attraverso una programmazione degli interventi su più annualità. Viene valorizzato il ruolo dell’associazionismo e del terzo settore a sostegno delle politiche famigliari e rafforzato quello della Consulta regionale per la famiglia. Vengono anche attivate reti di collaborazione territoriale a sostegno della famiglia.

Tra gli altri aspetti rilevanti i contributi a sostegno della natalità, quelli destinati alle famiglie monoparentali e genitori separati o divorziati, quelli rivolti alle famiglie numerose e a quelle con nati prematuri. Altri punti qualificanti sono quelli relativi agli incentivi per la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro e l’introduzione del Fattore Famiglia come strumento integrativo all’Isee.  Copertura finanziaria che risulta essere di 400 mila euro per il 2025 e 250 mila euro per il 2026 con possibilità di essere integrati con fondi nazionali ed europei.

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Aumenti sulle rette delle strutture per anziani: sindacati protestano contro la Regione Marche

Sugli aumenti in media di 100/150 euro al mese sulle rette delle strutture che ospitano, assistono e curano gli anziani (case di riposo, RP e RSA) non c’è più tempo da perdere, perché «sta diventando un’emergenza sociale». A dirlo sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Senigallia, assieme alle relative sigle di ciascuna organizzazione legata ai pensionati: Spi, Fnp e Uilp.

Dalle organizzazioni sindacali parte infatti l’appello alle istituzioni perché si impegnino a non lasciare che ricada solo sulle famiglie tutto il peso della situazione. Già si era sollevato un coro di proteste per quanto si stava verificando, senza contare che gli stessi responsabili avevano lanciato l’allarme da anni per inevitabili aumenti nelle rette delle strutture. Responsabili che avevano chiesto un forte intervento della Regione perché adeguasse il contributo a quanto fanno le altre regioni del centro Italia.

«Questa responsabilità ce l’ha la Regione Marche – affermano Cgil, Cisl e Uil di Senigallia – che oltretutto ha tagliato drasticamente gli investimenti previsti a bilancio 2025 per il fondo di solidarietà e per le persone con disabilità e disturbi mentali e investe meno risorse finanziare per sostenere il pagamento delle rette». Famiglie che già devono subire e sostenere altri rincari di materie prime e bollette, l’inflazione: «Un combinato disposto che sta mettendo le famiglie in ginocchio. Inaccettabile!».

Ma non c’è solo il fattore economico sugli aumenti delle rette delle strutture, c’è anche un aspetto umano e un risvolto occupazionale. Secondo le sigle sindacali è ugualmente «inaccettabile che si “colpevolizzi” l’aumento del costo del lavoro come giustificazione per l’aumento delle rette», cosa sostenuta proprio dalla Regione. «Lavoratrici e lavoratori della sanità privata o delle Cooperative Sociali che attendono anni, per il rinnovo del loro contratto collettivo di lavoro hanno diritto di veder riconosciuti i legittimi aumenti». 

Da qui l’appello alla Regione Marche perché vengano riviste le cifre stanziate per il sociale e il welfare: «É sbagliato, distorto e ingiusto che ne facciano le spese i più deboli, i fragili, le persone che dovrebbero ricevere maggiori cure e attenzioni da parte della Regione».

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«La sanità nelle Marche? Roba da ricchi»

Lunghe liste di attesa, strutture socio-sanitarie il cui costo è in aumento e pesa sulle spalle delle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti. E’ un quadro a tinte fosche quello che hanno tratteggiato Uil e Uil Pensionati Marche, nel descrivere la situazione della sanità pubblica marchigiana. Una difficoltà, secondo l’associazione di categoria, dovuta alle scelte politiche della Regione che hanno contraddistinto gli ultimi anni. E che di fatto porta le persone a far ricorso alla sanità privata. 

Liste di attesa

«Le lunghe liste di attesa sono la principale causa del ricorso alle prestazioni private – commenta Marina Marozzi, segretaria generale della Uil Pensionati Marche – ovviamente da parte di chi se lo può permettere. Se, come dice la Fondazione Gimbe rielaborando i dati dell’Istat, ogni marchigiano spende 638 euro (anno 2023) per curarsi, si deduce come sempre più marchigiani siano costretti a rinunciare a curarsi: sono stati il 9,7% contro la media nazionale del 7,6% – terza regione dopo Sardegna e Lazio – e, analizzando la media regionale, emerge che il 7,8% sono uomini e l’11,6% sono donne. Quest’ultimo dato non è un dettaglio da poco, ma il risultato di una condizione della donna che prima per via del gap salariale e poi quello pensionistico la pone in una situazione reddituale svantaggiata che la accompagna durante tutto il corso della vita».

Le strutture socio sanitarie

Costi che aumentano anche per i pazienti delle strutture sociosanitarie. «Il fondo di solidarietà con il quale i Comuni sostenevano il pagamento delle rette dei cittadini meno abbienti è stato azzerato – attacca Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – Con le scelte di bilancio che la Regione ha adottato vengono meno i sostegni economici destinati a un’utenza sempre più fragile, sempre più bisognosa di solidarietà e sempre più povera. La Uil aveva, invece, chiesto all’assessore regionale Saltamartini di incrementare le risorse e di allargare la platea del fondo, rappresentata inizialmente da disabili e psichiatrici, anche agli anziani non autosufficienti. L’assessore aveva assunto nel tempo precisi intendimenti – prosegue Mazzucchelli sulla sanità – ma quel che rimane è soltanto un’utenza che fa sempre più difficoltà a sopravvivere e a cui era necessario rivolgere una maggiore attenzione da parte del potere politico regionale».

Il nodo dei costi nella sanità.

Nel frattempo con apposita delibera, la giunta ha autorizzato l’aumento delle rette nelle strutture per disabili, ponendo a carico della regione 465.000 euro a copertura del maggior costo per gli utenti, ma limitatamente al 2024 e con risorse del bilancio 2025. «Ciò significa che dall’anno in corso gli ospiti di queste strutture devono farsi carico di quest’ultimo aumento – sottolinea Carlo Santini delegato sanità per la Uil confederale Marche  – oltre che dell’importo previsto in compartecipazione dai Comuni e finanziato con il fondo di solidarietà che però, appunto, è stato depennato dal bilancio regionale». 

Le critiche

«Si introduce invece una misura a favore degli anziani non autosufficienti indigenti di 4 milioni di euro per il triennio 24/27 – concludono dalla Uil Marche  – che riusciranno quindi a garantire una elemosina riservata a pochissimi, mentre in questi anni la Regione non ha mancato di soddisfare le richieste economiche provenienti dagli enti gestori delle residenze per anziani, che perennemente stentano a far quadrare il proprio bilancio nonostante gli interventi regionali che si susseguono periodicamente nel tempo».

Turismo record nelle Marche e Senigallia diventa la regina delle località regionali

Sono stati resi noti dalla Regione Marche i dati dei flussi turistici del 2024. Dati che segnano 2,7 milioni di arrivi e 11,7 milioni di presenze tra italiani e stranieri. Un incremento rispetto al 2023 rispettivamente del 4,11% e del 3,88%. Ma la Regione esulta perché, confrontandoli con il 2019, anno di riferimento prima della pandemia, la crescita degli arrivi registra un +12,7% e le presenze un +13,4%. E Senigallia diviene la regina delle Marche con oltre un milione di presenze.

Secondo palazzo Raffaello non si tratta di un caso isolato: l’aumento negli ultimi anni è stato costante. Particolarmente positivo il dato riguardante gli stranieri. Nel 2024 ne sono arrivati nelle Marche 506 mila contro i 456 mila del 2023 e i quasi 400 mila del 2019. Le presenze straniere sono state 2,21 milioni, +15% rispetto al 2023 quando se ne registrarono 1,92 milioni e +28% rispetto al 2019, che si attestò a quota 1,72 milioni di presenze straniere.

I numeri regionali sono stati illustrati alla prima giornata della Borsa Internazionale del Turismo a Milano, dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che ha parlato di anno da record. 

Per quanto riguarda le città, dicevamo, Senigallia primeggia con oltre 225 mila arrivi e 1,01 milioni di presenze. Seguono Pesaro, con 263 mila arrivi e 948 mila presenze, e San Benedetto del Tronto, con 169 mila arrivi e 825 mila presenze.

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Ponte ciclopedonale sul Cesano, ultimi lavori tra Senigallia e Mondolfo

E’ stato posato ieri pomeriggio, 3 dicembre, l’ultimo concio del ponte ciclopedonale sul fiume Cesano, tra Senigallia e Mondolfo. Si tratta di un’opera importante non solo per il versante ambientale e cicloturistico, ma anche perché ha rappresentato un’occasione per dare lavoro alle aziende della zona.

Il ponte unisce due città, appunto Senigallia a sud e Mondolfo a nord, ma anche due province, quella anconetana e quella pesarese, ma c’è di più: realizza uno snodo fondamentale per dare concretezza a quella ciclovia Adriatica di cui tanto si è parlato in passato – meno nelle ultime settimane – proprio per collegare le regioni adriatiche e le Marche in particolare ai territori più sviluppati del nord Italia ed Europa. 

Proprio su questi temi ha insistito il presidente della Regione, Francesco Acquaroli: «Un ponte che unisce due province attraverso le città di Senigallia e Marotta Mondolfo, un’infrastruttura fondamentale poiché questa opera rappresenta un anello di congiunzione all’interno del progetto interregionale più vasto della Ciclovia Adriatica. Progetto strategico sia dal punto di vista turistico che economico che inserisce la nostra regione in un itinerario che parte da Trieste e arriva a sud fino al Gargano. Una volta ultimato, il ponte permetterà di fruire di un percorso che si snoda tra i nostri splendidi territori e costituirà una grande opportunità di sviluppo per tutte le regioni adriatiche. Allo stesso tempo – ha continuato Acquaroli – sarà un’opera al servizio della comunità, per tutti coloro che si muovono ogni giorno, puntando ai principi di sostenibilità, intermodalità e multimodalità». 

A ricordare qualche dato ci ha pensato l’assessore regionale alle infrastrutture, Francesco Baldelli. L’investimento è stato di 4,5 mln di euro (rispetto ai 2 mln iniziali) per un ponte di 200 metri di lunghezza, largo 5 per permettere il passaggio ciclopedonale ed, eventualmente, dei mezzi di soccorso, e dal peso di 500 tonnellate d’acciaio, «lavorato dalle imprese del territorio di questa valle – ha specificato – Un grande risultato per l’economia del territorio e per le infrastrutture di una regione che stiamo rivoluzionando per riagganciarla a quelle più sviluppate d’Italia e d’Europa. In base al cronoprogramma dei lavori contiamo di inaugurarlo per la prossima primavera».

Sul posto anche i sindaci di Senigallia, Massimo Olivetti, e di Mondolfo, Nicola Barbieri, lieti che si stia ultimando un progetto nato anni fa, con altre giunte regionale (Ceriscioli) e senigalliese (Mangialardi) ma che non ha interrotto il suo iter, seppure la fase progettuale è stata più lunga del previsto dovendosi in realtà terminare già tre anni fa. Il problema è ora dare piena attuazione a quelli che sono i progetti per allacciare la rete ciclabile cittadina dei due comuni costieri al ponte sul Cesano. Il ponte è posizionato a 3,6 km dalla stazione ferroviaria di Mondolfo e a 5,5 km dallo scalo ferroviario di Senigallia. Km da riempire attraverso piste ciclabili ancora lontane dall’essere ultimate: mentre Mondolfo ha già fatto qualche passo avanti, Senigallia è decisamente più indietro non avendo ancora idea su dove far passare il tracciato ciclopedonale del lungomare Mameli per non perdere parcheggi e un senso di marcia.

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Industria e commercio ancora in difficoltà: terzo trimestre 2024 negativo

Il terzo trimestre dell’anno non porta con sé buone notizie per quanto riguarda la produzione industriale e l’attività commerciale. Dati in calo che, secondo Confindustria Marche, confermano  il permanere di un clima congiunturale ancora debole, che sembra peggiorare di anno in anno.

L’ultimo rapporto presentato dagli industriali marchigiani parla di un consuntivo sul terzo trimestre 2024 negativo. Non è però una novità: il dato era ampiamente atteso, anzi anticipato da uno studio svolto alla fine del primo semestre sulle prospettive per la chiusura dell’anno. Di più: nel trimestre luglio-settembre 2024, l’industria manifatturiera regionale non solo registra attività produttiva e commerciale in calo rispetto ai primi mesi dell’anno, ma mostra un andamento sottotono anche rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2023.

Secondo i risultati dell’indagine del centro studi “Giuseppe Guzzini” di Confindustria Marche, la produzione industriale ha registrato una flessione del 3,0% nel terzo trimestre 2024 su base tendenziale (-3,8% nel secondo trimestre). Un dato ancora peggiore di quello nazionale che si attesta al -2,6%.

Meno peggio l’attività commerciale: nel complesso è in calo dello 0,4% rispetto al periodo luglio-settembre 2023, con una contrazione sul mercato interno e un aumento sul mercato estero. Le vendite sul mercato interno hanno registrato una diminuzione dell’1,6%, mentre le vendite sull’estero hanno registrato una crescita pari al 2,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Unica nota positiva sembra essere quella occupazionale: nella media del trimestre luglio-settembre 2023, i livelli occupazionali sono cresciuti dello 0,8%.

Di debolezza del mercato interno parla il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali quale causa che influenza il report sul terzo trimestre 2024, anche se accompagnato da timidi segnali di ripresa nel mercato estero. «Pesa sull’economia regionale l’incertezza derivante dal debole andamento dell’economia tedesca, dall’acuirsi delle tensioni internazionali e dalle elezioni USA». 

Se il contesto internazionale non è favorevole alla produzione industriale marchigiana, qualche beneficio nel contenere la negatività è data dalle «decisioni di riduzione dei tassi prese dalle banche centrali per sostenere l’economia e contenere l’inflazione» spiega ancora Cardinali che guarda al futuro con un cauto ottimismo: «In questo scenario – ha concluso – il miglioramento delle attività di esportazione, seppur ancora contenuto, è un buon segnale. Le aziende marchigiane stanno cercando di superare il momento difficile puntando sui mercati esteri, mantenendo allo stesso tempo un presidio significativo sui mercati più maturi e competitivi».

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