A quasi tre anni dall’alluvione del 15 settembre 2022, la vallata del Misa e Nevola si proietta verso un futuro più sicuro. E’ stato presentato ad Ancona lo studio idraulico integrato per restituire sicurezza a un territorio colpito due volte in appena otto anni. Studio a cui hanno collaborato la fondazione Cima, l’università politecnica delle Marche, l’università di Camerino e l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale.
Partendo dall’impossibilità di ripristinare la sicurezza idraulica con semplici ricostruzioni, gli studi, durati circa due anni, hanno portato alla definizione di un programma organico di interventi tra loro interdipendenti: un piano strutturale di prevenzione e riduzione del rischio che prevede l’allargamento degli alvei fluviali, il rafforzamento degli argini nei punti noti di rottura o forte erosione, la costruzione di vasche di espansione e la sostituzione di ponti risultati inadeguati o problematici per il deflusso dell’acqua.
Modellazione idraulica e soluzioni integrate
La fondazione Cima, come illustrato dal presidente Luca Ferraris, ha curato la realizzazione di modelli idraulici avanzati per i fiumi Misa e Nevola, simulando scenari post-evento e quelli futuri in base alle opere previste. L’Univpm, con il contributo dell’ateneo di Padova, ha sviluppato e ottimizzato i modelli delle sette vasche di laminazione previste nei siti di Pancaldo (Ostra Vetere), Ponte Lucerta (Trecastelli), Zipa/Confluenza (Ostra), Megà, ampliamento Bettolelle, Marazzana e Borgo Catena (Senigallia), studiando il loro funzionamento sequenziale per garantire l’efficacia del sistema nel suo complesso. Un numero minore di casse, ma di volume maggiore, per ridurre costi e semplificare gestione e manutenzione. L’Unicam si è concentrata sulle aree interne e collinari, spesso trascurate ma cruciali per la gestione integrata del rischio, tenendo bene a mente le nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici. L’intero progetto è stato coordinato da Aubac. Il segretario Marco Casini ha ribadito che lo studio è «l’esempio più virtuoso in Italia e il primo gestito a questo livello», grazie a cui si può disporre oggi di uno «strumento che non solo ci ha consentito di aggiornare l’assetto idraulico del territorio, ma anche di individuare gli interventi di mitigazione per la sua messa in sicurezza».
I commenti
Soddisfazione è stata espressa dal presidente regionale nonché commissario alluvionale Francesco Acquaroli che ha parlato di incontro «significativo» e di «opere attese da decenni», oltre che di «un impegno senza precedenti». Gli ha fatto eco il vicecommissario Stefano Babini, con l’annuncio che le prime 19 opere, per un valore di oltre 83 milioni di euro, sono state già affidate e sono prossime all’avvio, mentre le rimanenti, incluse le vasche di laminazione, sono in fase di progettazione. Dovrebbero essere affidate entro la fine di luglio.
Continua il nostro approfondimento sul tema dei cinque referendum per cui si voterà l’8 e il 9 giugno prossimi. Dopo l’intervista al segretario della Cgil di Senigallia Guido Pucci, andata in onda lunedì 26 e martedì 27, è il turno di Elena Campagnolo, assessora del Comune di Senigallia nonché segretaria provinciale della Lega. Nel servizio audio che abbiamo preparato, in onda mercoledì 28 e giovedì 29 maggio alle ore 13:10 e alle ore 20, con un’ulteriore replica domenica 1 giugno alle ore 17 sempre su Radio Duomo Senigallia (95.2FM), l’esponente leghista ha espresso la netta volontà di astenersi dall’andare a votare. L’audio integrale è disponibile anche in questo articolo riassuntivo, accompagnato dal lettore multimediale.
La sua decisione di non partecipare al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno si estende a tutti e cinque i quesiti, sia ai quattro sul lavoro (Jobs Act, licenziamenti illegittimi, precariato, sicurezza negli appalti) sia al quinti che riguarda la cittadinanza.
Referendum sul lavoro
Campagnolo ritiene che l’istituto referendario non sia la sede appropriata per modificare leggi complesse come quelle sul lavoro. A suo dire, in caso di vittoria dei “sì”, i referendum creerebbero “lacune normative”. Motivo per cui preferirebbe che eventuali modifiche venissero discusse in maniera più organica in parlamento. Non manca la critica della Lega ai referendum proposti dalla CGIL, definiti “strumentali”, un tentativo della sinistra di “rimediare a errori” passati nonché di riavvicinarsi a un elettorato di cui ha perso la fiducia da tempo.
Referendum sulla cittadinanza
Per quanto riguarda il quesito con cui si vorrebbe dimezzare il requisito temporale dei dieci anni di residenza nel Paese per poter richiedere la cittadinanza, Campagnolo si è invece detta contraria. Ha affermato che l’attuale situazione è adeguata, che il tema non sarebbe assolutamente un’urgenza e ha definito il quesito come un tentativo poco trasparente di “incamerare in un bacino elettorale” persone che al momento non votano.
La protesta
In sintesi, la decisione di Campagnolo di non andare a votare è un atto di protesta contro l’uso, a suo parere, strumentale del referendum per affrontare questioni che dovrebbero essere risolte dal parlamento attraverso un iter legislativo completo e rispettoso delle norme.
Quali sono i reati che con più frequenza vengono commessi nelle nostre zone? Che tipo di criminalità stanno contrastando le forze dell’ordine locali? Che accorgimenti possiamo adottare noi cittadini? Sono alcune delle domande che abbiamo posto alla comandante della Compagnia carabinieri di Senigallia, cap. Felicia Basilicata, che abbiamo recentemente intervistato. L’audio, disponibile in questo articolo assieme a un estratto testuale, è andato in onda lunedì 27 e martedì 28 gennaio su Radio Duomo Senigallia (95.2 FM) e sarà in replica domenica 2 febbraio a partire dalle ore 16:50 (la prima di tre interviste consecutive).
Partiamo con una panoramica di quelli che sono i reati che si commettono con più frequenza nel territorio di Senigallia e nei comuni della vallata di competenza della compagnia senigalliese. La compagnia Senigallia si occupa di un territorio molto vasto che sul mare si estende fino a Montemarciano mentre all’interno arriva a Ostra Vetere, Belvedere Ostrense e a Castellone di Suasa. Per fortuna i reati che vengono commessi qui a Senigallia sono pochi; tra quelli che vengono commessi più frequentemente sicuramente abbiamo: i furti in abitazione, le truffe agli anziani e la violenza di genere.
Che andamento per i furti? Sono in aumento o no? Tra il 2023 e il 2024 c’è stato un leggero calo dei furti in abitazione. Come statistica abbiamo visto che vengono commessi la sera appena arriva l’imbrunire, infatti c’è un calo durante il periodo estivo, mentre durante il periodo invernale visto che il buio arriva prima, ci sono più furti. Quindi, nella fascia oraria pomeridiana dopo le 16-17, quando soprattutto nel fine settimana le persone escono per andare a fare la spesa o per fare una passeggiata, sono quelli i momenti in cui magari il ladro riesce ad entrare all’interno dell’abitazione.
Che strumenti per contrastarli? Noi proviamo a fare tanta prevenzione per tutti questi tipi di reati. L’unica cosa che mi sento di dire sui furti in abitazione è che noi per contrastarli cerchiamo di mettere più servizi esterni possibile. Cerco di dare una protezione esterna un grande impatto perché il cittadino già che vede la macchina dei carabinieri magari con i lampeggianti accesi è più tranquillo, certo è che non possiamo contrastare solo grazie a questa cosa questo tipo di reati, sicuramente i cittadini devono fare qualcosa anche loro.
Che accorgimenti possiamo osservare? Quando usciamo, dobbiamo chiudere bene le porte, le finestre e le tapparelle, anche d’estate. Magari chiedere al vicino, se è in casa, di dare un’occhiata. E poi tutte le persone che hanno ancora oro o contanti in casa è importante che magari installino una cassaforte così è più difficile che vengano rubati o comunque il consiglio è di non lasciarli tutti all’interno dell’abitazione. Vengono fatti molto repentinamente, i ladri non stanno un’ora nell’abitazione, ma un quarto d’ora e scappano, solitamente colpiscono i piani bassi. Quindi può servire installare porte blindate e sistemi di videosorveglianza. Sono piccole accortezze, ma possono esserci molto utili.
Sono bande che vengono da fuori o si tratta di gruppi di malviventi locali? In realtà vengono da fuori per fare il furto e poi se ne tornano via. Dalle nostre indagini a volte vediamo che le macchine sono noleggiate fuori, ma i ladri arrivano da altre zone ancora o sono addirittura stranieri, quindi non sono bande locali, vengono comunque da fuori. L’unico modo nostro per prevenirlo è appunto la proiezione esterna, pattugliamenti, soprattutto nel fine settimana anche in accordo con le altre forze di polizia.
Tra i reati che destano molta preoccupazione ci sono le rapine: cosa ci può dire al riguardo? Le rapine sono in netto caso rispetto agli anni passati, assolutamente non se ne sono verificate e ci auguriamo che non se ne verifichino. Qui a Senigallia nello specifico, e comunque nella provincia d’Ancona, se ne verificano talmente poche che possiamo stare tranquilli sotto quel punto di vista.
La comandante della compagnia carabinieri di Senigallia, cap. Felicia Basilicata
Un altro fronte di intervento è quello relativo alla violenza di genere, con questi protocolli che si chiamano i codici rossi che permettono l’intervento sia in fase preventiva che in fase repressiva, quando diciamo la situazione purtroppo è già degenerata. Quando le donne sono vittime di violenza – di qualsiasi natura perché non è che debba per forza essere picchiata ma c’è anche la violenza psicologica per esempio – devono venire a denunciare. Non mi stancherò mai di dirlo. Spesso ancora ci capita di essere chiamati dal pronto soccorso perché arriva una donna vittima di violenza ma poi non vuole denunciare e quindi ci troviamo a dover partire sempre da zero. Spesso per paura o perché magari dicono “no, era ubriaco”, oppure “è successo una sola volta, un solo episodio”. No, non deve succedere neanche un solo episodio. Al comando stazione di Montemarciano, in via de Gasperi, abbiamo creato una “Stanza tutta per sé” proprio per le donne vittime di violenza: donne e minori, vittime di violenza, quindi quando una donna ha paura o ha anche solamente il sentore che il proprio compagno, il proprio marito possa avere degli atteggiamenti aggressivi nei suoi confronti, deve venire a denunciare.
Nel caso di assenza di denuncia da parte della donna vittima di violenza, che cosa succede all’uomo maltrattante? Comunque noi la notizia di reato in procura la mandiamo, quindi comunque si attiva un iter, non è che lasciamo che la donna torni a casa. Il codice rosso viene attivato. Se la donna denunciasse sarebbe meglio, perché comunque si attiverebbe una macchina molto più rapida. Poi sarà la procura a decidere cosa fare, se e che reato perseguire.
Ci sono dei reati spia, dei segnali che possano in qualche maniera farci capire che direzione sta prendendo la relazione? Sì, solo il fatto che magari un uomo – può essere anche che ci sia un maltrattamento nei confronti di un uomo da parte di una donna, questo non voglio assolutamente escluderlo – dica “non puoi uscire con una tua amica” o “non vestirti in questo modo”, “non metterti quella gonna”, questo già deve far capire alla donna che è sotto pressione: ognuna deve sentirsi libera di esprimere la propria vita. E’ violenza a tutti gli effetti anche solo sentirsi dire “tu non puoi vivere se non ci sono io”, quando la donna magari è una casalinga che dipende economicamente dal marito. Se ci sono atti persecutori dall’ex partner, da una persona con cui si è avuta in passato una relazione sentimentale, e se si ha paura per sé o per i propri figli, anche lì bisogna denunciare: prima magari si può affrontare un ammonimento, un provvedimento rilasciato dal questore, che dice all’uomo sostanzialmente “smettila perché altrimenti poi potresti essere denunciato e potresti avere delle conseguenze peggiori”.
Un altro fronte di intervento invece è quello relativamente alle truffe alle persone, soprattutto anziane, fenomeno che si pensa sia in aumento soprattutto dopo il covid che ha limitato gli spostamenti e che quindi ha dato il via, l’input, per i malviventi ad implementare certi raggiri, certi escamotage per truffare le persone. Il trend anche qui è pressoché uguale agli anni precedenti. E’ un fenomeno che ci sta molto a cuore, perché spesso fingono di essere dei carabinieri o degli avvocati e le persone ancora si fidano ciecamente delle forze dell’ordine. Dicono: “tuo figlio ha fatto un incidente non ti può rispondere al telefono, ci devi dare i soldi come cauzione per liberarlo” e quindi vanno a toccare anche la cosa più cara che ha una persona, quindi è normale che si vada un po’ in difficoltà. Magari nemmeno si rendono conto che è una truffa. A volte succede la cosa peggiore che fanno uscire gli anziani di casa per farli andare a prelevare in attesa che arrivi il complice, poco dopo, a ritirare i soldi. Noi carabinieri non andiamo a casa di nessuno a chiedere niente, quindi già se la persona anziana si trova il carabiniere in casa deve farsi una domanda. Magari lo possono capire i giovani, possono allertare i propri familiari e comunque informarli sulle principali truffe che vengono messe in atto.
Prevenzione viene fatta? Sì, facciamo gli incontri con gli anziani all’interno delle parrocchie o dei circoli frequentati dagli anziani. Lo diciamo sempre: chiamateci prima di fare qualsiasi cosa. Se la persona anziana ci chiamasse subito, noi riusciremmo a intervenire e a coglierli sul fatto.
Il lavoro protagonista del futuro. In Sicurezza e Prevenzione per Famiglie – Giovani e Bambini. Questo è il titolo del confronto con i vertici delle istituzioni regionali e locali e con le rappresentanze sociali. All’evento, organizzato in collaborazione con Assidal, interviene anche il presidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori e componente Il Consiglio di Presidenza del CNEL, Alfonso Luzzi. ponendo “il lavoro protagonista del futuro”, specificando che questo debba esserlo “in sicurezza”, anche rivolgendo lo sguardo a famiglie, giovani e bambini, Mcl Marche continua la propria azione di rinnovato radicamento territoriale innescando confronti che possano porre la base per sviluppare reti.
Momento significativo di questo percorso, il prossimo 30 novembre, dalle 9 alle 13, con la collaborazione di Assidal, un convegno al quale interverranno i vertici del governo regionale (il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore a Lavoro e Formazione, Stefano Aguzzi) e primo cittadino (il sindaco Massimo Olivetti), esperti in tema di sicurezza del lavoro e i rappresentanti regionali di importanti organizzazioni sociali.
Terrà la relazione centrale il presidente generale del Movimento Cristiano Lavoratori, Alfonso Luzzi, che della sicurezza nei luoghi di lavoro ha fatto uno degli assi della nuova stagione d’impegno del Mcl. A offrire una riflessione sociale e spirituale, nel solco del magistero di Papa Francesco, sono stati chiamati mons. Francesco Manenti (Vescovo di Senigallia) e Padre Enzo Fortunato (volto noto per suo apostolato televisivo e organizzatore della Giornata Mondiale dei Bambini), nonché la partecipazione del Segretario Generale della Cisl Marche Marco Ferracuti e la Presidente della Compagnia delle Opere Antonella Storoni.
«Con questo evento – sottolinea il presidente regionale Mcl Marche, Vincenzo Inchingoli – vogliamo indicare quello che sarà sempre più il nostro metodo: porre all’attenzione dei temi rilevanti, affrontarsi con un approccio sistemico in confronti ampi e sviluppare reti sociali che siano avvio di una risposta partecipata e responsabile».
«E’ urgente, dopo il grave incidente mortale, rivedere immediatamente la mobilità nel comune di Senigallia». Lo afferma la Cisl di Senigallia che, a poche ore dalla notizia della morte di due giovani ciclisti travolti e uccisi sulla statale 16 Adriatica da un’auto che ha invaso la loro corsia di marcia, interviene per chiedere più sicurezza.
L’incidente si è verificato in località Ciarnin, all’altezza del distributore di carburanti e metano, nella mattinata di oggi, martedì 13 agosto, in un punto dove proprio per la sicurezza, erano state introdotte la doppia striscia continua lungo la SS16 e l’obbligo di marcia in una determinata direzione per evitare svolte pericolose nell’accesso e nell’uscita dal distributore. Tutto si è rivelato però vano: il non rispetto delle regole del codice della strada e della segnaletica ha causato la morte di due persone e portato un giovane a essere indagato per omicidio stradale, anche se le indagini sono ancora in corso e la dinamica è in fase di accertamento.
«Chiediamo che Senigallia diventi una città km 30 con percorsi ciclopedonali con alti requisiti di Sicurezza» spiegano dalla Cisl senigalliese. Tra i punti necessari c’è il fatto di «prevedere nelle principali strade di Senigallia percorsi ciclo pedonali, il potenziamento del trasporto pubblico locale, con innovative soluzioni di utilizzo quali il bus a chiamata e navette di collegamento». Sarebbe auspicabile anche «ridurre il passaggio di veicoli nella città di Senigallia soprattutto nel periodo estivo».
Ma perché tutto questo si realizzi nel più breve tempo possibile, «occorre elaborare il Pums (il piano urbano per la mobilità sostenibile) e il Peba (il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche), indirizzando risorse tecniche e finanziarie per prevenire incidenti mortali come quello avvenuto oggi. Prima la mobilità ciclo pedonale, poi le auto», concludono dalla Cisl di Senigallia.
Proprio durante una delle interviste che Radio Duomo Senigallia promuove alle associazioni del territorio, in particolare durante la chiacchierata con i responsabili della FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) era emerso che la viabilità senigalliese per la mobilità dolce è carente di infrastrutture. Secondo Carlo Sabbatini e Roberto Lucchetti, c’è infatti un grosso problema, quello della promiscuità delle strada, destinate a tutti i mezzi senza corsie riservate per esempio alle biciclette, il che aumenta il rischio di incidenti.
Per riascoltare l’intervista ai due responsabili Fiab Vallesina e Fiab Senigallia, basterà cliccare sul tasto play del lettore multimediale oppure leggersi il testo di questo articolo.
Come ogni anno sono stati forniti i numeri relativi all’attività della Polizia di Stato a Senigallia e, fortunatamente, non sono numeri allarmanti. I reati sono generalmente in calo per quanto riguarda i fenomeni più gravi (omicidi, aggressioni, rapine), mentre sono in aumenti i crimini informatici (raggiri negli acquisti on line) e le truffe.
Nel corso di tutto il 2023 gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Senigallia hanno controllato poco meno di 12 mila persone (quasi un cittadino su tre) e ispezionato oltre 4 mila veicoli, procedendo all’arresto di 12 individui e alla denuncia di 187 persone. Questo a fronte però di quasi 300 reati denunciati alla Polizia.
Secondo i dati forniti dalla dirigente del commissariato senigalliese, la vicequestore Mabj Bosco, e dal commissario Fabiano Arcangeli, circa due terzi dei reati segnalati alla Polizia trovano risposta. Ma leggendo il numero al contrario, di un terzo dei reati non si viene a capo. Ovviamente sono numeri parziali: per avere una fotografia davvero esaustiva sulla sicurezza a Senigallia si devono esaminare anche le attività di altri corpi come l’Arma dei Carabinieri o la Guardia di finanza. Ma intanto ci fornisce un primo sguardo sulla città.
Il 2023 ha visto il sequestro di varie sostanze stupefacenti: oltre 10 kg di hashish e marijuana, 292 grammi di cocaina, 2 di eroina e 1 grammo di altre sostanze psicotrope. Poche le violazioni stradali, appena 51 quelle sanzionate, mentre sono 27 le violazioni amministrative. Sotto la decina ciascuno i provvedimenti (di competenza della Questura su proposta delle forze dell’ordine) per evitare la commissione di reati, come il foglio di via obbligatorio (9 nel 2023) e l’avviso orale (8).
Ben 3.300 persone infine si sono rivolte al commissariato perché venisse rilasciato il passaporto, altro impegno notevole a fronte di un ufficio che sta aperto solo tre mattine a settimana (per contatti e procedura di rilascio leggi QUI).
Lavori in viale Anita Garibaldi (foto del 4 ottobre 2023)
Nuovo asfalto, cartelli a profusione, stop non visibile, incidenti stradali a ripetizione, alberelli che non fanno ombra né migliorano la qualità dell’aria. Non c’è pace per viale Anita Garibaldi, la strada di Senigallia interessata da un importante e profondo intervento di riqualificazione che ha finora lasciato una marea di polemiche dietro il primo stralcio di lavori.
Dopo il tema ambientale (su tutti l’abbattimento degli alberi che verranno ripiantumati ma con giovani essenze meno invadenti che quindi creeranno meno ombra e impiegheranno decenni per arrivare a purificare l’aria come prima) sono continuate numerose le segnalazioni dei residenti della zona ex piano regolatore. Uno dei nodi è la questione sicurezza.
L’asfalto nuovo e liscio ha portato più d’una persona ad accelerare; la carreggiata ora è più stretta e ancora manca il semaforo all’incrocio con via Mercantini. Tutti fattori che, assieme alla sempre maggiore distrazione al volante, hanno di fatto agevolato l’aumento degli incidenti stradali lungo viale Anita Garibaldi. Nella giornata di mercoledì 13 dicembre si è già battuto il record: si sono verificati ben tre sinistri. Fortunatamente, a parte i danni ai mezzi, non si sono verificati gravi traumi alle persone coinvolte.
Resta però il fatto che si dovranno prendere provvedimenti. Potrebbero essere dei dossi artificiali per ridurre la velocità in prossimità degli incrocio; un altro potrebbe essere la riduzione dei molteplici cartelli stradali che ripetono il concetto di andare piano (limite a 30 km/h): forse la sovrabbondanza produce l’effetto contrario; infine un passo in avanti si potrebbe avere con l’immediato ripristino del semaforo all’incrocio con via Mercantini ma nel frattempo sicuramente servirà rendere più visibile il segnale di stop. Buon senso insomma, ma intanto per i residenti ci sono ulteriori disagi.
Ammontano complessivamente a 300 mila euro i due interventi che sono stati avviati pochi giorni fa nel territorio suasano per la messa in sicurezza del fiume Cesano. Ad annunciarli è il sindaco del Comune di San Lorenzo in Campo Davide Dellonti.
«Sono finalmente iniziati due ingenti interventi di “somma urgenza” – ha affermato il primo cittadino – pianificati con la Regione Marche – struttura del vicecommissario delegato all’alluvione 2022 ing. Stefano Babini e attuati dal Consorzio di bonifica, per la messa in sicurezza dei territori colpiti dall’alluvione 2022, in particolare l’asta del fiume Cesano».
Nello specifico si tratta di interventi urgenti volti al ripristino della sezione idraulica del fiume Cesano: «Si sta provvedendo alla rimozione delle alberature e conseguente riprofilatura del terreno delle sponde, al taglio di quelle compromesse, sradicate e/o pendenti nell’alveo inciso e bagnato dalle acque» continua Dellonti soddisfatto che finalmente si stia agendo anche in un territorio meno “illuminato” dai riflettori della cronaca nei giornali.
Di fatto però non è coinvolto solo il Comune di San Lorenzo in Campo: l’area di intervento è dal Molino Brotano sino al ponte di via Cesare Battisti, alla confluenza del torrente Nevola. Mentre la sponda sinistra idrografica è interamente appartenente al territorio del Comune laurentino, mentre la sponda destra è condivisa fra Pergola, Arcevia e Castelleone di Suasa.
Ostra: diversi tronchi di alberi e altri detriti sono all’interno del letto del fiume Misa
«Pulire gli argini dei fiumi; togliere il legname che, in caso di incessanti piogge, può creare seri danni a valle; riprofilare le sponde compromesse». Questo lo scopo dei nuovi lavori pubblici annunciati dall’assessore regionale alla protezione civile, Stefano Aguzzi e finanziati con 1,6 milioni di euro di fondi messi a disposizione dal vice commissario per l’alluvione Stefano Babini. Riguarderanno però non il fiume Misa – che ha già visto attivarsi le ruspe in più punti fino a Ostra Vetere – quanto i fiumi Nevola, Cesano e il torrente Burano.
Le opere – preannunciate qualche giorno fa durante una conferenza stampa in Regione – vanno nel senso di garantire una maggior sicurezza al territorio, e quindi alla popolazione, in caso di maltempo. Un passo necessario dopo l’alluvione 2022 di cui è appena passata la ricorrenza dell’anniversario.
Dunque a 12 mesi dal disastro ancora si opera tramite la somma urgenza: i nuovi decreti per sei nuovi interventi verranno spalmati in otto comuni marchigiani dove sarà effettuato un lavoro di risagomatura delle sponde e si procederà con la rimozione di alberature trascinate dalla corrente ed accumulate nell’alveo, e con il taglio dei rami.
Il fiume Cesano
Tre interventi riguarderanno la vallata del Cesano: il primo nel Comune di Corinaldo (dal ponte in località San Michele verso monte per circa 5,5 km) per 250 mila euro; il secondo nel Comune di Castelleone di Suasa (dal ponte via Cesare Battisti verso valle per circa 5,5 km) per 250 mila euro; il terzo nel Comune di Pergola (dal ponte viale J.F. Kennedy verso valle fino al ponte in frazione Montesecco per circa 7,7 km) per 300 mila euro.
Il fiume Nevola
In zona Nevola sono previsti due interventi: il primo tra i Comuni di Trecastelli e Corinaldo (da 1 km a monte del ponte via Giacomo Matteotti di Ripe in zona Santissima Trinità verso monte) per 300 mila euro e nei Comuni di Ostra Vetere e Barbara (dal ponte della SP 11 dei Castelli in contrada Acqualagna verso valle) per 300 mila euro.
Altri 200 mila euro interesseranno invece il torrente Burano nella zona di Cagli.
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Piove durante il comizio di Maurizio Landini a Senigallia, ma il segretario generale Cgil tira dritto. Parla di come risolvere alcuni dei problemi che affossano l’Italia. Nel giorno dell’anniversario dell’alluvione che ha devastato le vallate del Misa, Nevola, Cesano e Burano, il sindacato pensionati italiani (Spi) della Cgil ha organizzato un appuntamento per parlare di sicurezza, lavoro, pensioni, diritti, giovani, sanità. Un momento pubblico – la Festa di LiberEtà, il mensile del sindacato pensionati Cgil – per spiegare quali strade percorrere per evitare di ingigantire i problemi già esistenti, facendo i conti con un governo di centrodestra che ha vedute completamente differenti. Il più delle volte nel merito, altre solo nel metodo.
Come la questione sicurezza che interessa di certo questo territorio rivelatosi molto fragile: appena un anno fa, il 15 settembre 2022, si verificò uno dei più gravi fenomeni di dissesti idrogeologici che le Marche abbiano mai visto con 13 vittime e danni per miliardi. Secondo Landini il governo non sta facendo granché per la risoluzione delle problematiche e soprattutto per la prevenzione di nuovi disastri ambientali, così come l’Europa non sta dando a queste tematiche la giusta attenzione. In questo ambito, come in quello lavorativo, le parole chiave sono formazione e prevenzione, per favorire una cultura diversa che non si limiti a piangere dopo le tragedie ma che si rimbocchi le maniche per evitare altre morti sui luoghi di lavoro.
Mentre Ivan Pedretti, segretario nazionale Spi Cgil, ha rimarcato che sono «i lavoratori, i dipendenti e i pensionati a tenere in piedi questo paese, con le tasse e il lavoro che hanno fatto», dal segretario generale Landini arrivano le critiche al governo Meloni sui mancati investimenti in campo sanitario, sulla precarietà nel mondo del lavoro, sulla mancata lotta all’evasione fiscale, sull’autonomia differenziata che rischia di dividere ancora di più il nostro paese. Anche sui migranti la differenza con il centrodestra è sostanziale: chi vede solo il problema dei continui arrivi senza guarda i nostri giovani che lasciano l’Italia e chi invece accoglie persone che «scappano dalla fame e dalla guerra».
Infine l’appello alla mobilitazione per la manifestazione del 7 ottobre, per rivendicare la centralità di sindacati e associazioni che dal governo sembrano voler mettere in disparte, ma anche per indicare i temi su cui concentrare forze e risorse: investimenti nella sanità, difesa della Costituzione, scuola e formazione, contrasto alla precarietà e sicurezza, anche con soluzioni decise come l’esclusione di quelle imprese che non rispettano le norme e che mandano il personale a morire sui luoghi di lavoro: «Stiamo pagando un arretramento culturale che ha messo al centro in questi anni il mercato e il profitto e non la persona o la giustizia sociale».
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Ristoro danni, pulizia dei fiumi, ripristino degli argini e opere strutturali. Ad un anno dalla tragica alluvione del 15 settembre 2022, i 400 milioni di euro stanziati dal governo Meloni per il triennio 2022/24 sono stati tutti impegnati ed è stato approvato il piano operativo del commissario riguardo le opere complesse per la prevenzione del rischio idrogeologico.
A renderlo noto è il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, commissario per l’emergenza Alluvione nel corso di una conferenza stampa: «Il lavoro che è stato svolto in questo anno non ha precedenti». Sforzo anche da parte della Regione che «prima dell’alluvione aveva già implementato le risorse per il dissesto idrogeologico e che ha stanziato risorse proprie per circa 24 milioni di euro».
I lavori
Nonostante i tempi burocratici (o a causa loro, dipende da come la si vede), ad un anno di distanza c’è una mole enorme di attività importanti ancora da svolgere che produrrà effetti rilevanti nelle valli del Misa e del Nevola e nel comprensorio del Catria in termini di messa in sicurezza. Il punto lo fa l’assessore alla protezione civile Stefano Aguzzi: «Il 18 settembre verrà abbattuto il ponte Garibaldi a Senigallia, accanto al quale è stata posta la passerella temporanea; è in via di ultimazione la vasca di espansione di Bettolelle ed è partita la progettazione di altre due vasche prioritarie a monte di Passo Ripe di Trecastelli e a Pianello di Ostra già finanziate». Nel frattempo sono partiti i lavori di pulizia del fiumeMisa da Ostra Vetere fino a Senigallia ma lo stesso Aguzzi ha annunciato che a breve partiranno altre sei interventi sui fiumi Nevola, Cesano e Burano «mai effettuati prima».
Il presidente della Regione Marche e commissario delegato per l’alluvione 2022 Francesco AcquaroliIl vice commissario per l’alluvione 2022 Stefano BabiniL’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi
Le polemiche
C’è chi invece ha un atteggiamento critico sull’operato di governo, Regione e Comune: sono la lista civica Diritti al futuro e i circoli del Partito Democratico dei comuni dell’intera valle Misa-Nevola che hanno organizzato per il 16 settembre prossimo un sopralluogo lungo il fiume Misa nei tratti dell’alta valle e per il 23 settembre a Casine di Ostra un incontro pubblico per parlare di messa in sicurezza: «È già passato un anno dall’alluvione, causando danni e la dolorosa perdita di tredici persone, e moltissime azioni devono ancora iniziare» sostengono, aggiungendo che «durante l’iniziativa non potrà mancare un commento generale sul metodo e sul merito, che hanno fin qui caratterizzato l’operato di amministratori locali e regionali». Nelle due occasioni sarà fatto il punto su quanto è stato fatto in materia di opere pubbliche e risarcimenti ai soggetti privati ma verranno date anche «informazioni sui maggiori interventi nel futuro più o meno prossimo, nonché sulle risorse finanziarie realmente esistenti».
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Borgo Ribeca ha finalmente visto terminare i lavori di sistemazione della strada Corinaldese nel tratto che va dal cavalcavia dell’autostrada A14 fino all’incrocio con strada comunale delle Grazie. Il progetto risale allo scorso novembre, quando la giunta ha approvato la riqualificazione da 450 mila euro (poi ribassata in fase d’asta a circa 340 mila euro) per tentare di sistemare una situazione di scarsa sicurezza che si trascinava da anni.
I lavori, iniziati il 30 marzo 2023 e rallentati a causa dell’evento atmosferico di maggio scorso, sono terminati all’inizio di agosto: non c’è stato solo il rifacimento dell’asfalto della via Corinaldese, ma è stato realizzato un nuovo marciapiede (un tratto lato nord e un tratto nella porzione sud della strada) prima inesistente, un dosso artificiale finalizzato a rallentare il transito delle autovetture ed un attraversamento pedonale luminoso.
Soddisfatta l’amministrazione comunale che ha parlato di Borgo Ribeca come di un «altro importante tassello nella risistemazione e messa in sicurezza delle strade comunali» dopo aver «preso atto delle condizioni pietose in cui versava questo tratto di strada abbandonato da decenni e quindi divenuto pericoloso sia per i residenti sia per i tanti che vi transitano».
Con i soldi risparmiati dal ribasso d’asta, circa 112 mila euro, la giunta Olivetti vorrebbe poi procedere all’asfaltatura del successivo tratto che dall’incrocio con la strada comunale delle Grazie arriva fino alla rotatoria con la nuova sp. Arceviese, nel territorio di Borgo Catena, a fine settembre. Sempre in zona, la giunta vorrebbe che la Provincia di Ancona realizzasse una rotatoria, seguita anche da quella all’incrocio di Brugnetto: entrambe sono attese da anni dati i gravi incidenti che su quegli incroci si verificano con altissima frequenza.
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