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Tag: fiume Nevola

Due anni fa l’alluvione che devastò intere vallate: il ricordo, le commemorazioni, i lavori, la visione

Esattamente due anni fa si è verificata la drammatica alluvione che ha devastato diverse zone da Arcevia a Senigallia (oltre che la zona di Cantiano), coinvolgendo – chi più, chi meno – tutti i comuni delle valli Misa e Nevola. Un evento che ha portato con sé danni enormi – siamo oltre il miliardo di euro – ma soprattutto la morte di tredici persone di tutte le età, dagli 8 anni del piccolo Mattia Luconi agli 89 di Gino Petrolati. Un bilancio drammatico, forse il più grave della storia delle Marche. A due anni dalla tragedia dedichiamo questa puntata di Venti Minuti da Leone a loro, alle loro famiglie, al territorio ferito che sta provando a rialzarsi.

I FATTI

Nel pomeriggio del 15 settembre 2022 le precipitazioni che nell’alto anconetano e alto pesarese erano cadute abbondanti si sono riversate nelle vallate creando veri e propri fiumi sulle strade di campagna e di città. I corsi d’acqua primari e il reticolo secondario sono esondati in più punti travolgendo ogni cosa. Era di difficile previsione: la quantità è stata di oltre 400 mm di acqua in sei ore, una cosa incredibile, di molto superiore all’alluvione dell’Emilia Romagna quando di acqua ne scese poco più della metà. Tutto si è riversato a valle, allagando ogni comune fino all’abitato di Senigallia.

LE VITTIME

Se la spiaggia di velluto è stata quella ad essere maggiormente colpita per estensione territoriale, chi è stato colpito più duramente in termini di vite umane sono state Barbara, Arcevia, Serra de’ Conti e Ostra. In quell’occasione hanno perso la vita Mattia Luconi, Noemi Bartolacci, Brunella Chiù, Erina Febi, Mohamed Ennaij, Augusto Montesi, Michele Bomprezzi, Giuseppe Tisba, Andrea Tisba, Diego Chiappetti, Fernando Olivi, Maria Luisa Sereni e Gino Petrolati. Tutto questo avvenne praticamente senza che le popolazioni venissero informate: nessuno, se non quando era troppo tardi, si stava rendendo conto di ciò che accadeva. Solo intorno alle 20:30 a Senigallia arrivò l’allerta con l’avviso di mettersi al riparo nei piani alti. Verso le 23: 30 il fiume Misa cominciò a esondare in centro storico, dopo che l’enorme massa di tronchi, rami, detriti  si accatastò sui due ponti del centro cittadino, ponte Garibaldi, danneggiato, e ponte degli angeli, facendo da dighe. Il resto è storia nota e mezza città venne allagata.

LE COMMEMORAZIONI

Proprio tra sabato 14 e domenica 15 settembre 2024, a due anni dall’alluvione, le vittime sono state ricordate in tutti i comuni delle Valli Misa e Nevola, con varie iniziative. A Trecastelli il sindaco MArco Sebastianelli ha depositato un mazzo di fiori sul Nevola; a Barbara si è tenuta la messa solenne, officiata dal vescovo Franco Manenti, con la partecipazione di tutti i sindaci del territorio e di tante persone. A Senigallia il sindaco Massimo Olivetti e il presidente della Regione Acquaroli hanno depositato tredici rose sul Misa, una per ogni vittima. A Ostra c’è stata una fiaccolata a Pianello conclusa con una messa e la presentazione di un libro “Orme nel fango”. Anche a Ostra Vetere è stata celebrata una messa con lo spegnimento delle luci in piazza. Il presidente della giunta regionale nonché commissario all’emergenza alluvione Acquaroli ha evidenziato durante le commemorazioni in ricordo delle vittime sia il grande lavoro fatto finora, sia le attività in corso. Il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali ha rievocato le sue ripercussioni sulla cittadinanza: «A due anni dall’alluvione che ha colpito la valle del Misa, sono a confermare la vicinanza mia personale e dell’ente che rappresento in primis alle famiglie che hanno perso i loro cari e poi ad un intero territorio, colpito profondamente nella sua economia e sicurezza. Noi come Provincia abbiamo fatto e stiamo facendo tutto il possibile per i cittadini del territorio della val Misa. Voglio garantire che ci siamo, e che continuiamo a lavorare per riportare alla normalità la viabilità nei territori colpiti dalla tragica alluvione di due anni fa».

I LAVORI

Sul fronte dei lavori, proprio nei giorni scorsi è stato fatto il punto in regione, con Acquaroli e il vice commissario all’emergenza alluvione Babini. E’ stato ricordato che lo stato d’emergenza per l’alluvione 2022 è prorogato fino al 17 settembre 2025, così come i lavori in corso ammontano a circa 460 milioni, per fare fronte agli interventi sul territorio, ai ristori a imprese e privati e al piano delle opere strutturali rese necessarie dall’alluvione. «C’è la proroga dello stato d’emergenza, altri dodici mesi importanti per proseguire in questa azione – ha spiegato Acquaroli –. Siamo in procinto di mettere in campo tutta una serie di opere che sono state progettate per la mitigazione del rischio, tante infrastrutture progettate e oggi sulla via della cantierizzazione e della realizzazione per il conseguente ripristino di una maggiore sicurezza su tutto il territorio». Con una consapevolezza: «sappiamo benissimo che il rischio non potrà mai essere completamente azzerato, ma contenuto».

IL PIANO DELLE OPERE STRUTTURALI

Sono 1470 gli interventi approvati dal dipartimento di Protezione civile, 135,8 i milioni di euro stanziati, di cui 53 liquidati, per far fronte alle urgenze. Interventi sul Nevola e sul Misa, come pure sul Cesano e sul Burano, per il ripristino della buona funzionalità idraulica dei corsi d’acqua. Sono 24 i milioni per i ristori a imprese e privati, erogati come misure di immediato sostegno economico, ma è stata avviata anche l’erogazione dei ristori “pesanti”, per 4,6 milioni, contributi a favore di privati, titolari di attività economiche e produttive e imprese agricole. Sono 2,2 i milioni di euro destinati a contributo per automobili e furgoni danneggiati (668 autovetture e 85 furgoni). E’ di 130 milioni, infine, il piano delle opere strutturali che prevede la realizzazione di 34 opere, alcune con diversi impatti sull’assetto idraulico dei territori colpiti dall’alluvione, come le vasche di espansione. La prima, quella di Bettolelle-Brugnetto è stata terminata nella prima parte e potrebbe già oggi entrare in funzione, alla prima piena di una certa entità. Tra gli altri interventi da realizzare ci sono il completamento del secondo stralcio della realizzazione di vasche di espansione sul fiume Misa, la demolizione e il rifacimento del ponte Bettolelle, di quello sempre sul Misa nella frazione Pianello di Ostra e di quello di via delle Selve in località Casine di Ostra, ma anche diversi ponti sul Nevola e la realizzazione della cassa di espansione area Zipa sul Nevola a Ostra.

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Ponti, vasche, argini e foce: i nodi sui lavori ai fiumi Misa e Nevola

Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l’alluvione del 15 settembre 2022

Interventi in zona porto; sugli argini e sul letto dei fiumi Misa e Nevola; modifiche al progetto della vasca di espansione a Bettolelle; le criticità di Borgo Molino; il nodo dei ponti cittadini. Sono i temi relativi al post alluvione 2022 sollevati in Regione Marche da alcuni comitati e associazioni cittadine che hanno incontrato il vicecommissario delegato per l’emergenza alluvionale, Stefano Babini.

All’incontro del 20 settembre scorso hanno partecipato il coordinamento degli Alluvionati 2014 – 2022; il comitato a difesa del territorio area agricola di compensazione idraulica località Brugnetto; il comitato alluvionati Marazzana; il gruppo cittadini di Borgo Molino Alluvione 15-16 settembre 2022; il comitato regionale Coordiniamoci e l’associazione Novum, accompagnati dall’assessore all’ambiente Elena Campagnolo.

Tante le criticità sollevate: tra queste «l’esigenza del ripristino delle funzionalità pregresse nella zona della foce del fiume Misa, con l’ipotesi di un intervento sulla banchina di levante, dello sfioratore e di uno scolmatore». Sulle vasche di espansione, di cui una è in costruzione a Bettolelle di Senigallia, le associazioni e i comitati chiedono modifiche al progetto «per evitare che possa produrre, come avvenuto nell’alluvione del 2022, danni a cose e persone», oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi Misa e Nevola, degli argini e dei bacini idrografici in generale dalla sorgente alla foce, con asportazione di alberi, ramaglie e detriti vari.

Tra le richieste anche quella di valutare la situazione del quartiere di Borgo Molino, «dove la realizzazione della complanare e della terza corsia dell’A14 non ha mantenuto l’invarianza idraulica condannando la popolazione a subire ben due alluvioni»; infine la questione dei ponti vecchi da rifare o quelli nuovi da modificare e la riapertura del contratto di fiume. Richieste a cui Babini ha espresso interesse e promesso un sopralluogo a Senigallia.

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Sicurezza post alluvione, nuovi lavori annunciati sui fiumi Nevola e Cesano

Ostra: diversi tronchi di alberi e altri detriti sono all'interno del letto del fiume Misa
Ostra: diversi tronchi di alberi e altri detriti sono all’interno del letto del fiume Misa

«Pulire gli argini dei fiumi; togliere il legname che, in caso di incessanti piogge, può creare seri danni a valle; riprofilare le sponde compromesse». Questo lo scopo dei nuovi lavori pubblici annunciati dall’assessore regionale alla protezione civile, Stefano Aguzzi e finanziati con 1,6 milioni di euro di fondi messi a disposizione dal vice commissario per l’alluvione Stefano Babini. Riguarderanno però non il fiume Misa – che ha già visto attivarsi le ruspe in più punti fino a Ostra Vetere – quanto i fiumi Nevola, Cesano e il torrente Burano.

Le opere – preannunciate qualche giorno fa durante una conferenza stampa in Regione – vanno nel senso di garantire una maggior sicurezza al territorio, e quindi alla popolazione, in caso di maltempo. Un passo necessario dopo l’alluvione 2022 di cui è appena passata la ricorrenza dell’anniversario.

Dunque a 12 mesi dal disastro ancora si opera tramite la somma urgenza: i nuovi decreti per sei nuovi interventi verranno spalmati in otto comuni marchigiani dove sarà effettuato un lavoro di risagomatura delle sponde e si procederà con la rimozione di alberature trascinate dalla corrente ed accumulate nell’alveo, e con il taglio dei rami.

Il fiume Cesano

Tre interventi riguarderanno la vallata del Cesano: il primo nel Comune di Corinaldo (dal ponte in località San Michele verso monte per circa 5,5 km) per 250 mila euro; il secondo nel Comune di Castelleone di Suasa (dal ponte via Cesare Battisti verso valle per circa 5,5 km) per 250 mila euro; il terzo nel Comune di Pergola (dal ponte viale J.F. Kennedy verso valle fino al ponte in frazione Montesecco per circa 7,7 km) per 300 mila euro.

Il fiume Nevola

In zona Nevola sono previsti due interventi: il primo tra i Comuni di Trecastelli e Corinaldo (da 1 km a monte del ponte via Giacomo Matteotti di Ripe in zona Santissima Trinità verso monte) per 300 mila euro e nei Comuni di Ostra Vetere e Barbara (dal ponte della SP 11 dei Castelli in contrada Acqualagna verso valle) per 300 mila euro.

Altri 200 mila euro interesseranno invece il torrente Burano nella zona di Cagli.

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Alluvione e lavori di messa in sicurezza: critiche su critiche

I lavori di pulizia straordinaria del fiume Misa
I lavori di pulizia straordinaria del fiume Misa

Non si placa il malcontento per come viene gestito il post alluvione a Senigallia e soprattutto nell’entroterra. Alcuni giorni fa, gli appartenenti a dei comitati e a delle associazioni di alluvionati del territorio si sono incontrati per fare il punto della situazione dopo il disastro del 15 settembre 2022. E il documento emerso è un atto di accusa verso la politica, ancora incapace di mettere concretamente in sicurezza il territorio.

Tra i nodi sollevati ci sono soprattutto la mancanza di un progetto organico di sistemazione delle vallate Misa e Nevola ma anche il rifacimento parziale di alcuni tratti di argini e sponde, con interventi giudicati persino dannosi per l’ambiente o fin troppo localizzati. C’è poi tutta la questione dei materiali legnosi e ghiaiosi lasciati ancora in alveo a 11 mesi dall’alluvione, mentre i primi ripascimenti effettuati in somma urgenza risultano già erosi dalle successive ondate di maltempo. 

La situazione è rimasta poi praticamente la stessa rispetto a 11 mesi fa anche per quanto riguarda la viabilità e i ponti provinciali: molti sono ancora da rifare e alcuni persino ancora da progettare, nonostante i proclami di pronto intervento. Su quest’ultimo aspetto, poi, i comitati denunciano una disparità di trattamento tra l’area di senigallia e l’entroterra. Anche la politica aveva sollevato il tema, con i dem Dario Romano e Andrea Storoni che evidenziavano il mancato ruolo di “capofila” che Senigallia avrebbe dovuto tenere per dare rilievo anche al resto della vallata. Da qui l’accusa che alcuni comitati di alluvionati lanciano alle istituzioni: quella «scarsa volontà politica di risolvere concretamente il problema». 

Infine il nodo della vasche di espansione: tra Brugnetto e Bettolelle vi è l’unica area in costruzione, ormai da più di un anno e che dovrebbe terminare entro l’anno il proprio intervento per poi procedere alla sua estensione. Sul progetto sono state riscontrate alcune criticità che gli alluvionati hanno sollevato in più d’una occasione, ma ancora senza risposta: in particolare, il restringimento dell’alveo da 80 a 16 metri; l’aumento della pressione e l’innalzamento del livello a monte del restringimento; gli argini del fiume Misa solo parzialmente rinforzati nella rottura dell’ansa a monte. Considerazioni che fanno temere un alto rischio che tale opera possa diventare una vera e propria fonte di pericolo per i cittadini residenti nella sua prossimità.

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Ripristino alvei fiumi, consolidamento argini e dragaggio le prime opere per la sicurezza delle valli Misa e Nevola

L'evidente erosione degli argini del fiume Misa a Senigallia
L’evidente erosione degli argini del fiume Misa a Senigallia

Pulire e dragare i fiumi Misa e Nevola. Questa la prima emergenza secondo il “Comitato tra due fiumi – le imprese per il territorio” che torna a pressare le istituzioni perché dopo otto mesi dai gravi eventi alluvionali che hanno sconvolto le province di Ancona e Pesaro Urbino si concretizzino le promesse.

Dopo comunicazioni, diffide, esposti, accessi nei fiumi, reportage foto e video al fine di sensibilizzare gli enti preposti, il raggruppamento – nato per riunire gli imprenditori della zona zipa di Casine, a Ostra – vede oggi al suo interno una molteplicità di soggetti tra cui anche commercianti, agricoltori e semplici cittadini. 

Secondo il comitato la «prima e prodromica essenziale attività è quella di ripulitura ed estrazione dei cumuli, isole e penisole, delle vere e proprie spiagge di breccia all’interno dei fiumi, tra l’altro assolutamente irrisoria nei costi rispetto alle grandi progettazioni. Occorre che le acque tornino a scorrere in alvei della larghezza e profondità originaria, che si sarebbe potuta conservare semplicemente effettuando l’ordinaria manutenzione dei corsi d’acqua. Si è detto in lungo ed in largo, anche nelle sedi istituzionali locali nei mesi trascorsi che esistessero divieti agli interventi estrattivi, ma così non è». Il commissario delegato all’emergenza potrebbe agire derogando normative e burocrazia ma per il comitato “Tra due fiumi” si sta perdendo tempo sprecando le possibilità date dalla dichiarazione dello stato di emergenza.

Da qui la necessità di un documento redatto e sottoscritto dal Comitato in occasione dell’ultima riunione e del coinvolgimento dei ministri competenti. Lo stato di emergenza dovrà essere prorogato ma comunque si rischierà di non aver risolto i problemi, nemmeno la questione del dragaggio dei fiumi. Per non parlare poi delle vasche di espansione di cui si parla da decenni. Una deve essere ancora completata, altre due sono in fase di progettazione mentre una quarta e una quinta sono solo in fase di studio.

Ma il territorio non può aspettare tutto questo tempo: intanto si potrebbe agire con la «prima opera essenziale per diminuire grandemente il pericolo per persone e cose nel bacino dei due corsi d’acqua (martoriato non solo dai due disastri ma anche dalle continue allerte in caso di pioggia), quella di ripristino degli alvei fluviali in larghezza e profondità. Non si può attendere l’ennesima tragedia».

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«Intervenite subito o ci saranno altri disastri»: l’allarme degli alluvionati diventa protesta

A Senigallia la protesta dei comitati degli alluvionati per chiedere la messa in sicurezza del territorio Misa e Nevola
A Senigallia la protesta dei comitati degli alluvionati per chiedere la messa in sicurezza del territorio Misa e Nevola

Si intervenga subito altrimenti ci saranno altre alluvioni. Questo è l’allarme che lanciano gli alluvionati di Senigallia e dell’entroterra a sei mesi esatti da quel 15 settembre 2022, quando i fiumi Misa e Nevola esondarono causando 13 morti e ingenti danni. Oggi, 15 marzo, i cittadini si sono fatti sentire con una manifestazione pacifica sul ponte Angeli dell’8 dicembre 2018, in pieno centro storico. Con cartelli e fotografie sullo stato del fiume hanno bloccato il traffico sul ponte – ci ha pensato poi la Polizia locale a evitare disagi agli automobilisti – per protestare contro le politiche regionali, considerate troppo attendiste.

Non possono più aspettare infatti i residenti che abitano nelle zone più colpite o più vicine ai fiumi. Non possono attendere nemmeno coloro che, a ogni piena, rischiano vita e beni e devono scappare in fretta e furia perché non hanno piani rialzati in cui rifugiarsi. Non possono riparare gli oggetti in alto i titolari delle attività commerciali. Non possono dormire sonni tranquilli le migliaia di cittadini da Arcevia a Senigallia che hanno subito danni alle proprie abitazioni, autovetture, attività così come non vivono serenamente coloro che hanno perso un proprio caro.

«Siamo per qui per chiedere alla Regione Marche di intervenire al più presto – spiega Massimo Petrolati, presidente del “Comitato tra 2 fiumi” – perché non bastano le promesse di fare quello che il comitato ha chiesto, è ora di intervenire». Tra i nodi ci sono soprattutto lo stato degli argini, danneggiati dalle piene recenti di dicembre, gennaio e marzo, e dei letti dei fiumi, completamente invasi da detriti. «Il 90% dei percorsi dei fiumi Misa e Nevola – continua Andrea Morsucci, componente dello stesso comitato – è pieno di detriti, sabbia, alberi, ma davvero pieno, in certi tratti persino a raggiungere gli argini. E’ qui che bisogna intervenire prima di progettare le vasche di espansione o altri interventi: altrimenti ci saranno altre alluvioni e saranno disastri già annunciati».

Parte da qui la protesta ma procede con sentimenti sempre più intensi ogni volta che si osserva lo stato del fiume Misa o del Nevola: il letto pieno di detriti, ghiaia, sabbia, tronchi, rami che ne ostruiscono lo scorrere o che determinano erosioni delle sponde appena rifatte. Come se non bastasse il livello dei sedimenti ha pericolosamente diminuito la portata dei fiumi che, come si è visto lo scorso 1° marzo, raggiungono e superano subito la soglia di allerta.

La continua paura a ogni pioggia sta esasperando gli animi delle persone. E le ultime piene hanno ulteriormente indebolito gli argini, segno che il territorio non è affatto al sicuro. Nessuno di loro immagina un futuro senza rischi: tutto non potrà essere fatto e, tra l’altro, abbiamo solo iniziato a comprendere in minima parte gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Ma da zero a cento ce ne passa. E allora giù con le richieste.

A Senigallia la protesta dei comitati degli alluvionati per chiedere la messa in sicurezza del territorio Misa e Nevola
A Senigallia la protesta dei comitati degli alluvionati per chiedere la messa in sicurezza del territorio Misa e Nevola

Tra i primi interventi, secondo i vari comitati che hanno organizzato l’iniziativa, dovrebbe partire il consolidamento degli argini, unito alla pulizia e alla riprofilatura del letto dei fiumi. Parallelamente (ma per i manifestanti non è la prima priorità) si dovrebbero completare i lavori per le vasche di espansione. Aree da allagare in maniera controllata in modo da diminuire la pressione nei centri abitati e rilasciare poi l’acqua in un secondo momento dopo il passaggio delle piene. Vasche che «da sole però non saranno sufficienti – come spiega Ivano Sbrollini del comitato alluvionati di Borgo Bicchia – perché la piena del 2022 ha realizzato in modo naturale un’unica vasca che andava da Pianello di Ostra fino a Senigallia». O se ne realizzano una decina, sostengono gli alluvionati, oppure il progetto non assume grande valore.

Ma già altre iniziative sono in cantiere per mantenere alta l’attenzione sul tema, non tanto da parte dei cittadini quanto delle istituzioni, oggi non presenti e non invitate. Il dito è puntato verso la Regione Marche che recentemente ha promesso opere per la messa in sicurezza dei fiumi. Tra cui una quarta vasca di espansione in zona Zipa a Casine di Ostra. Ma del dragaggio del fiume, della pulizia degli alvei fluviali, della riprofilatura degli argini, dello scolmatore al porto di Senigallia, ancora nessuna traccia o quasi. Addirittura, dove si è intervenuto in somma urgenza nei mesi scorsi si sono verificati cedimenti.

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Post alluvione e cura dei fiumi: incontri a Senigallia, Ostra e Trecastelli – Ascolta l’intervista

Il fiume Misa
Il fiume Misa

La cura dei fiumi è il titolo di una serie di incontri che varie associazioni del territorio hanno voluto organizzare nei territori coinvolti dall’alluvione dello scorso settembre. Un momento, anzi cinque, di approfondimento, per condividere con la popolazione che vive nelle zone dei bacini fluviali, le associazioni e le istituzioni le proposte d’intervento più idonee.

Il primo incontro si terrà sabato 4 febbraio, alle ore 16, nei locali della parrocchia della Madonna del Rosario per Passo Ripe e Trecastelli dal titolo “I custodi dei fiumi. Buone pratiche per la protezione dei fiumi” insieme al professor Fabio Taffetani, del dipartimento di Scienze Agrarie dell’UNIPVM Marche. Lo stesso incontro verrà ripetuto sabato 18 febbraio, sempre alle ore 16, al circolo ACLI V. Biagetti, in via S. Giuseppe 2 al Pianello di Ostra.

Il secondo incontro sarà sabato 11 febbraio alle ore 16 nei locali della parrocchia della Madonna del Rosario e avrà come titolo “Le sentinelle dei fiumi. Buone pratiche di convivenza con i rischi”. In questo incontro sarà la dottoressa Marialuisa Rossi, responsabile del Tavolo tecnico per la Psicologia dell’emergenza dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della regione Abruzzo, a incontrare la cittadinanza e le associazioni. Anche stavolta l’incontro sarà ripetuto sabato 25 febbraio alle ore 16 al circolo ACLI del Pianello di Ostra.

In data e luogo ancora da definire, nel mese di marzo, è previsto l’ultimo incontro a Senigallia. Il titolo sarà “L’Amministrazione condivisa: le forme di collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione” e vedrà protagonista il presidente di Labsus, laboratorio per la sussidiarietà, Pasquale Bonasora.

Tra le associazioni aderenti al progetto, sostenuto da CSV Marche, ci sono Fondazione Caritas Senigallia, Fondazione Vallesina Aiuta, Viridee, AB Bellanca, Sena Nova, Stracomunitari, Legambiente, Fidapa Senigallia, Confluenze, Labsus e la diocesi di Senigallia. Sono queste realtà a formare una rete civica per il verde che ha promosso l’iniziativa: il senso di tali incontri l’abbiamo chiesto al consulente e referente Alberto Di Capua: ascolta l’intervista qui sotto.

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Esondazione? Un rischio sempre presente finché non si faranno i lavori di messa in sicurezza

Fosso in piena a Trecastelli, maltempo, pioggia, allagamenti, tracimazioni
Foto di repertorio

Piccole frane, dilavamenti, limitati allagamenti di qualche strada. L’ultima ondata di maltempo ha lasciato la popolazione di Trecastelli tirare un sospiro di sollievo per il rischio sfiorato di esondazione del fiume Nevola, nella zona di Passo Ripe. Ma soprattutto ha fatto esplodere nuovamente la rabbia di un intero territorio, la voce è quella di tutta la vallata misa-Nevola, per la messa in sicurezza che ancora non è stata ultimata. In alcuni casi non è nemmeno partita. La soglia di allerta è stata abbondantemente superata raggiungendo i 2 metri, ma senza alcuna grave criticità, come conferma il sindaco Marco Sebastianelli. C’è stata però una crescita molto veloce del livello del fiume che ha portato ad allertare la popolazione. Un continuo allarme che i residenti di Trecastelli – così come tutti gli abitanti della vallata – non riescono più a sopportare, chiedendo nel frattempo opere di messa in sicurezza. E protestando quando non vengono fatte. È questa la metafora dei comuni, stretti tra l’incudine e il martello: tra i cittadini, che chiedono lavori, e gli enti sovraordinati; come la Regione che ha le competenze, e i ministeri del governo centrale che hanno invece le risorse. 

Anche perché ancora si devono fare i conti con l’alluvione dello scorso 15 settembre: un gravissimo episodio che, oltre ai 13 morti (una, Brunella, risulta ancora ufficialmente dispersa e le ricerche procedono ormai a singhiozzo per pochi giorni/ore a settimana), ha causato enormi danni. Qui a Trecastelli non sono arrivati ancora i soldi che servono per i primi ristori: circa 80mila euro tra cui poi dovranno essere stanziati i contributi per l’autonoma sistemazione (Cas) alle famiglie che erano sfollate. E poi devono ancora essere ristorati al Comune i 700 mila euro che servirebbero solo per rimborsare quanto già speso tra lavori in somma urgenza e il necessario supporto alla popolazione. L’auspicio è che possa essere nominata una personalità competente per ricoprire quel ruolo di commissario che sembra stagliarsi all’orizzonte. «Servono procedure straordinarie per poter velocizzare i lavori altrimenti rimarremo fermi» spiega ancora Sebastianelli.

Solo per citare un tema, non l’ultimo in materia di sicurezza: ancora si deve vedere la realizzazione dell’area di compensazione, come già previsto dal piano d’assetto idrogeologico 2016, in zona Ponte Lucerta. Qui, al confine tra i Comuni di Trecastelli e Corinaldo divisi dal fosso, in posizione arretrata ovviamente rispetto alle attività produttive e alla strada provinciale, dovrà sorgere una vasca di espansione a tutela dell’abitato di Passo Ripe dalle esondazioni del Nevola. Le risorse però sono state stanziate solo recentemente, all’inizio di novembre 2022: ben 7 milioni di euro totali per realizzare questa e una vasca similare in zona Pancaldo (Ostra Vetere) per proteggere dalla piena del fiume Misa la frazione ostrense di Pianello, pesantemente alluvionata lo scorso 15 settembre. Il problema è la tempistica e i sindaci sono concordi nel dire che si «deve fare presto». Altrimenti sarà come quattro mesi fa.

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Pioggia e neve, il maltempo porta ad Arcevia ancora smottamenti e allagamenti

L'ondata di maltempo del 23 gennaio 2023 ha portato ad Arcevia ancora smottamenti e allagamenti
L’ondata di maltempo del 23 gennaio 2023 ha portato ad Arcevia ancora smottamenti e allagamenti

Arcevia è ancora costretta a fare i conti con l’instabilità del meteo che, di fatto, la divide in due parti: una, quella più a est, interessata da pioggia e vento; l’altra, più a ovest, coperta da una coltre bianca di neve che ha richiamato diversi turisti dal senigalliese. Eccezion fatta per lunedì 23 gennaio quando una nuova perturbazione ha portato le vallate del Misa e Nevola (e stavolta anche del Cesano, in maniera altrettanto decisa) a rivivere l’incubo del 15 settembre scorso.

«Abbiamo fin da domenica cercato di gestire al meglio la situazione – afferma il sindaco Dario Perticaroli – e fatto passare immediatamente i mezzi spazzaneve per rendere più facilmente transitabile le strade anche forti del fatto che molti turisti, soprattutto dal senigalliese, erano venuti ad Arcevia per la neve. Non c’è stato bisogno di mobilitare la Protezione civile che tuttavia era disponibile e in preallerta».

L'ondata di maltempo del 23 gennaio 2023 ha portato ad Arcevia ancora smottamenti e allagamenti
L’ondata di maltempo del 23 gennaio 2023 ha portato ad Arcevia ancora smottamenti e allagamenti

Poi c’era da gestire l’emergenza meteo con l’allerta arancione: da qui la scelta di sospendere le attività didattiche. «La mattina successiva – spiega ancora Perticaroli – ho aperto il centro operativo comunale e già alle 9 c’era un vertice con carabinieri, carabinieri forestali, ufficio tecnico, polizia locale e protezione civile per ottenere il miglior dispiegamento sul territorio e quindi un monitoraggio degli eventi».

Le problematiche più importanti si sono avute in frazione San Pietro, al confine con Pergola, dove è straripato il fiume Nevola all’altezza circa del vivaio Casavecchia: «sono intervenuti subito i vigili del fuoco e ora è tutto ripristinato» conferma il sindaco; altri disagi si sono vissuti nella stessa area per un’auto impantanata tra le provinciali 14 e 72, dove è stata anche chiusa la strada.

La Perla dei monti dunque di nuovo alle prese con la fragilità del territorio: il dissesto idrogeologico registrato pochi mesi fa è tornato a farsi notare con smottamenti diffusi, a causa delle abbondanti piogge del 23 gennaio, e con alcuni allagamenti, limitati a qualche laboratorio artigianale. Problematiche non nuove per Arcevia per cui il primo cittadino si è già lamentato nei confronti degli enti sovraordinati che hanno competenze e fondi, come Regione, Anas e ministeri: «Le situazioni continuano a peggiorare ma a noi non sono arrivate né risorse post alluvione del 15 settembre né rinforzi richiesti per gestire il tutto. E l’Anas ancora non è intervenuta per cui siamo messi come prima, se non peggio».

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Maltempo su Senigallia e dintorni: campi allagati, strade e ponti chiusi, straripamenti a Ponte Rio e Arcevia, poi la situazione torna nella normalità

Maltempo a Senigallia: il livello del fiume Misa
Maltempo a Senigallia: il livello del fiume Misa

Non c’è pace per il territorio di Senigallia e delle vallate di Misa, Nevola e Cesano, ancora una volta costrette a fare i conti con il maltempo, con allagamenti diffusi, con argini quasi scavalcati dalla piena dei fiumi. La situazione è di alto rischio e proprio in queste ore sta passando la piena, al momento senza ripetere l’alluvione dello scorso settembre.

La macchina istituzionale e del volontariato cittadino senigalliese, così come negli altri comuni, è a pieno regine: attivati i centri operativi comunali (Coc) di tutti i centri della vallata, protezione civile e forze dell’ordine presidiano i punti critici come ponti e strade limitrofe ai corsi d’acqua. Anche i fossi destano preoccupazione dato che in alcuni punti, come a Ponte Rio (Castelvecchio, PU) hanno causato allagamenti tra la provinciale 424 (Pergolese) e la sp. 154. Anche in altri punti l’alto livello del Cesano ha provocato qualche allagamento, per ora limitato ai campi, e disagio.

Nell’entroterra del Misa, problemi si sono registrati ad Arcevia, con qualche smottamento per le abbondanti piogge e lo straripamento di una parte limitata del Nevola in zona San Pietro, al confine con Pergola. E ancora: strade chiuse per l’alto rischio esondazione del fiume verso Ostra, in particolare la S.S. Arceviese è chiusa a Casine. Chiuso anche il casello autostradale dell’A14 e la statale Adriatica nel senigalliese, da via Zanella (zona Vivere Verde) al Ciarnin. Chiuse molte altre strade e infrastrutture: ponte Portone, ponte Zavatti, Stradone Misa, viale Leopardi e la strada che collega Bettolelle a Brugnetto.

Il fiume Misa ha raggiunto la soglia di pericolo superando i tre metri di altezza in più punti: la piena sta passando nel centro storico di Senigallia, ma il livello che sembrava voler continuare a crescere, si sta sensibilmente abbassando. Allagamenti limitati in via Adige, per l’effetto della pressione sul sistema fognario.

Solo nella tarda mattinata di oggi, lunedì 23 gennaio, la situazione è tornata sotto le soglie di allarme: la viabilità delle arterie stradali, precedentemente chiuse in adozione delle misure di prevenzione, è stata ripristinata. Tutte le attività possono riprendere regolarmente: gli esercizi commerciali, la biblioteca Antonelliana, gli impianti sportivi comunali, i luoghi della cultura, l’ufficio postale e gli altri locali chiusi.
Domani le lezioni scolastiche si svolgeranno regolarmente.

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Post alluvione: per i problemi di Senigallia e vallata arriverà un commissario straordinario?

Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l'alluvione del 15 settembre 2022
Le zone di esondazione del fiume Misa a Senigallia, durante l’alluvione del 15 settembre 2022

A capo dell’ufficio tecnico speciale per il fiume Misa e Nevola potrebbe arrivare un commissario straordinario. Un omologo di Giovanni Legnini per la ricostruzione (ora sostituito dal senatore Castelli) post sisma 2016, o del sindaco di Genova Marco Bucci come commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Morandi nel 2018. Questa è la linea che il Governo avrebbe in mente per risolvere le numerose criticità con cui convive da decenni la vallata del senigalliese. Vallata legata ormai indissolubilmente all’alluvione dello scorso settembre: le opere per la tutela di cittadini, abitazioni e imprese sono impantanate nel fango della burocrazia e l’ipotesi di una personalità che possa “spalare” via le difficoltà piace sempre di più. Certo, ancora una volta si ricorre a un supereroe che si deve far carico di tutto ciò che non è stato fatto per anni.

L’idea da un lato è comoda: permette di evitare i tanti imbuti che la burocrazia mette lungo il percorso della messa in sicurezza del territorio; dall’altro lato però denota la volontà di rinunciare ancora una volta a mettere mano a quella semplificazione tanto attesa: la chiedono gli abitanti e le imprese alluvionate, la impongono i mutamenti climatici sempre più frequenti.

Intanto il primo passo è stato fatto, si dirà: la previsione di un ufficio tecnico speciale per il bacino idrografico Misa-Nevola. Forse: perché, parliamoci chiaro, l’Italia è il paese delle iniziative a caldo, delle scelte di pancia che calmino gli animi e lascino sbollire la rabbia. Contentini a volte poco utili. Di fatto per ora si tratta di un contenitore vuoto. Vi dovrà essere inserito il contenuto: dalle bozze di progetti ancora in fase di studio a quelli già alla fase definitiva-esecutiva, dai cantieri iniziati ai dubbi e perplessità che i comitati e le associazioni del territorio miseno hanno da anni portato alla luce.

Su tutto questo dovrà ragionare e poi decidere un tecnico con superpoteri che dia finalmente il via alle opere ormai evidentemente necessarie prima che un’altra alluvione torni a ricordare come comportarsi. D’altronde in 50 anni sono stati “solo” sei i gravi episodi di alluvione che hanno causato danni a Senigallia: 1976, 1991, 1994, 2011, 2014, 2022. La prima e le ultime due hanno mietuto anche vittime. Se le idee e le chiacchiere sui lavori da effettuare si sono moltiplicate, l’unico che parla poco è proprio il fiume. Ma quando parla ci va giù pesante. Forse è meglio iniziare ad ascoltarlo.

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Alluvione, ecco l’ufficio tecnico speciale per il bacino dei fiumi Misa e Nevola

Barbara, lo stato del fosso che arriva al ponte di Bombo dopo l'alluvione del 15 settembre 2022
Barbara, lo stato del fosso che arriva al ponte di Bombo dopo l’alluvione del 15 settembre 2022

Inserita nel programma della Regione Marche l’istituzione di un ufficio tecnico speciale per il bacino idrografico dei fiumi Misa e Nevola. Era questa una delle proposte avanzate dal “Comitato 15 Settembre – Alluvione Valli Misa e Nevola”, che si è recentemente costituito tra i cittadini di Ostra e dell’hinterland senigalliese a seguito dell’alluvione di quattro mesi fa.

Proprio dal comitato è stata espressa soddisfazione per l’accoglimento del suggerimento che risponde ad alcune necessità del territorio. Con una lettera indirizzata al presidente regionale e commissario all’emergenza alluvione Francesco Acquaroli, il comitato aveva sollecitato la creazione dell’organismo USM (Ufficio Speciale Misa e Nevola) perché si potesse occupare della sorveglianza costante e della manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi Misa e Nevola, oltre che dell’intera rete idrografica del bacino, inclusi fossi primari e secondari.

La creazione dell’Usm potrebbe anche essere un passo propedeutico alla nomina di un commissario ad hoc: sulla stessa linea di quanto fatto da Legnini per la ricostruzione del centro Italia post sisma 2016, potrebbe dunque agire con carattere di urgenza e bypassare le difficoltà legate alla burocrazia. Chi però è meno soddisfatto dell’azione regionale è il capogruppo Pd all’assemblea legislativa marchigiana Maurizio Mangialardi: «Il generico impegno…

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