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Tag: Francesco Acquaroli

Marche, la giunta Acquaroli-bis: sei assessori per iniziare. Nuovo consiglio regionale. Le interviste

A quasi un mese dalle elezioni del 28-29 settembre, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha dato il via al suo secondo mandato presentando nei giorni scorsi la nuova giunta regionale. La squadra parte con sei assessori, ma è già stato annunciato l’ampliamento a otto componenti, senza costi aggiuntivi per i cittadini. Nel frattempo, è iniziata la 12esima legislatura, con i nuovi 30 consiglieri eletti e l’annuncio del programma di governo. Nel servizio che abbiamo preparato, potrete ascoltare le voci dei protagonisti, a cominciare dal presidente e fino ai sei neo-assessori. L’AUDIO è disponibile cliccando il tasto “play” o “riproduci” del lettore multimediale.

«È una bella squadra, giovane, che dovrà dare continuità a un lavoro già impostato», ha dichiarato Acquaroli, sottolineando che i criteri di scelta hanno guardato all’esito delle votazioni ma anche puntato a recuperare «le capacità politiche che ognuno di questi elementi ha espresso sul territorio».

La nuova giunta regionale per le Marche
La nuova giunta regionale per le Marche

La composizione della nuova giunta

L’esecutivo vede diversi nuovi ingressi. Il presidente Acquaroli ha mantenuto per sé deleghe strategiche come turismo, cultura, commercio e ricostruzione, che verranno ridistribuite con l’ampliamento della squadra.

  • Francesco Baldelli (confermato): assessore a infrastrutture, lavori pubblici, edilizia sanitaria e ospedaliera.
  • Giacomo Bugaro (nuovo): assessore allo sviluppo economico, industria, artigianato, cooperazione, zona economica speciale (Zes), porti, aeroporto, interporto.
  • Paolo Calcinaro (nuovo): assessore alla sanità.
  • Tiziano Consoli (nuovo): assessore al lavoro, valorizzazione beni ambientali, tutela del paesaggio.
  • Francesca Pantaloni (nuova): assessora al bilancio, finanze, organizzazione, personale e pari opportunità. È l’unica donna in giunta.
  • Enrico Rossi (nuovo): nominato vicepresidente, è assessore all’agricoltura, pesca, urbanistica e istruzione.

La visione: “Più forza alle risposte”

Acquaroli ha spiegato che l’ampliamento a otto assessori risponde a una «necessità di dare più forza alle risposte» chiesta da molti corpi intermedi durante la campagna elettorale. «Quando un assessore ha tante deleghe alcune di esse purtroppo hanno meno spazio. È giusto recuperare un concetto che a parità di risorse si possa dare una squadra più numerosa». Il presidente ha ringraziato la giunta precedente per il lavoro svolto in condizioni difficili, tra pandemia e alluvioni, e ha sottolineato come l’ampio risultato elettorale rappresenti una responsabilità superiore.

Durante la seduta inaugurale della dodicesima legislatura, è stato illustrato il programma di governo “Più Marche”. I due pilastri indicati sono i giovani e la sanità. «Vogliamo puntare tanto sui marchigiani del futuro» ha affermato il presidente della giunta regionale. Sulla sanità, ha rivendicato i risultati positivi evidenziati da recenti classifiche nazionali, pur ammettendo che «non significa che non ci sono problemi». La priorità sarà la «ricostruzione della sanità territoriale» per alleggerire pronti soccorso e liste d’attesa.

Le sfide degli assessori

Il confermato Francesco Baldelli (infrastrutture) rivendica il risultato finora della «politica del fare» e annuncia che il 2 ottobre «è stato depositato il progetto che andrà a gara per la costruzione del nuovo ospedale di Pesaro».

Giacomo Bugaro allo sviluppo economico si concentrerà immediatamente sulla zes (zona economica speciale), in attesa dell’approvazione definitiva alla Camera. «Ho contattato il commissario Fitto per cercare di poter rendere la terza misura, la decontribuzione, disponibile per tutte le Marche» ha annunciato, dichiarando inoltre che convocherà subito le associazioni di categoria.

C’è grande attesa per il lavoro di Paolo Calcinaro alla sanità. L’ex sindaco di Fermo ha definito la sfida «veramente prestante» e ha individuato il primo obiettivo: «Si parte dalle liste di attesa, che è il tema dei temi secondo me»

Tiziano Consoli (lavoro e ambiente) si focalizzerà sul governo delle crisi aziendali, dall’area di Fabriano al Fermano, e sulla valorizzazione del paesaggio, tematiche giudicate «pesanti» e «importanti».

L’unica donna in giunta, Francesca Pantaloni (bilancio), ha sottolineato il «grande senso di responsabilità» e l’importanza della «collaborazione con tutti gli altri colleghi». Riguardo alla scarsa rappresentanza femminile, ha commentato: «Logicamente come donne dobbiamo conciliare più ambiti e quindi spesso non è semplice fare tutto».

Infine, Enrico Rossi, oltre al ruolo di vicepresidente (nomina arrivata «sul photo finish»), gestirà l’agricoltura con «sano pragmatismo» e massima disponibilità al «dialogo con gli interlocutori del settore primario».

Chiudendo il suo intervento nella prima seduta del consiglio regionale, Acquaroli ha tracciato un parallelo con l’inizio del suo primo mandato, contraddistinto da alluvioni e pandemia: «Cinque anni fa c’era il Covid, uno scenario surreale con plexiglass e mascherine. Oggi siamo tornati alla normalità e vogliamo continuare a costruire un futuro per la nostra regione».

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Ponte Garibaldi, progetto «indifendibile e senza dialogo: non vi meravigliate ora del ricorso»

Da giorni, dopo l’annuncio del ricorso al Tar contro questo progetto di ponte Garibaldi, si parla di possibile restituzione dei soldi che gli alluvionati hanno ricevuto come primo e parziale indennizzo per i danni subiti. Non sembrano essere bastate le rassicurazioni di quanti hanno fatto ricorso: l’accusa lanciata inizialmente dal vicecommissario Babini, a cui hanno replicato le associazioni di Senigallia, e poi ripresa da altri esponenti politici continua a fare il giro della città. Anche l’ex sindaco Maurizio Mangialardi è voluto intervenire, definendo «vergognosa la strumentalizzazione delle paure», un «terrorismo ingiustificabile e ingiustificato».

«Olivetti e Acquaroli dovrebbero al contrario rassicurare i cittadini dicendo la verità, ovvero che nessuno dovrà restituire nulla – spiega ancora Mangialardi – e che se gli alluvionati non hanno ancora ricevuto quanto spetta loro è per i ritardi della “filiera”, non certo per un ricorso al Tar su ponte Garibaldi. Ancora ad oggi molti alluvionati sono costretti a vivere in albergo senza poter tornare nelle proprie case. Cittadini e imprese (diversamente da quanto accade in Emilia Romagna) non avranno il 100% dei ristori, ma solo una parte, per una scelta consapevole e precisa del governo nazionale e giunta regionale. Le infrastrutture su tutta la vallata da Arcevia fino a Senigallia non sono ancora state ripristinate, con interventi a macchia di leopardo, senza alcuna coerenza, e in forte ritardo. Tutta colpa del ricorso al TAR?».

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi

Ma l’ex primo cittadino di Senigallia, attuale vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale delle Marche va anche oltre. In particolare, oltre a sottolineare di non aver mai presentato ricorsi o esposti, ritiene «ingiusto e ingeneroso incolpare le associazioni ambientaliste. Al contrario, è proprio il fatto che ci siano ricorsi a rappresentare in modo plastico (purtroppo) il fallimento della politica, dovuto all’incapacità di ascoltare e intessere qualsiasi tipo di dialogo da parte del sindaco Olivetti e del presidente e commissario Acquaroli».

In sintesi: tutta colpa della mancata capacità o volontà della politica di ascoltare la città – quasi diecimila firme raccolte significano un quarto di città mica bruscolini – se siamo arrivati al ricorso contro un «indifendibile progetto di obbrobrioso ponte autostradale». «Escludendo ogni possibilità di modifica, andando avanti per la loro strada senza interloquire con nessuno, avendo liquidato in modo brutale le associazioni e i cittadini, non ci si può stupire adesso se qualcuno ha deciso di ricorrere al TAR» conclude Mangialardi che accusa Olivetti e Acquaroli di aver sbattuto «la porta in faccia» a cittadini e associazioni.

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La Chiesa delle Grazie aperta dopo otto anni di lavori: la bellezza di un luogo dai tanti significati

SENIGALLIA – Santa Maria delle Grazie – chiamata familiarmente ‘Le Grazie’ – riapre le sue porte dopo oltre otto anni di chiusura forzata per poter essere rimessa in sesto. Bisognava renderla nuovamente sicura perché l’usura del tempo e un terremoto l’avevano scossa, resa fragile e potenzialmente pericolosa. Ora ci è tornata amica e, dalla scorsa domenica 1 dicembre, Prima di Avvento, ritrova la sua gente.

Non è una chiesa come le altre, i senigalliesi lo sanno bene. Perché andare alle Grazie è tante cose insieme. È fare i conti con la mancanza di chi non c’è più, percorrendo i viali di un bellissimo cimitero incastonato nelle nostre morbide colline, dove la città dei morti racconta ai visitatori di vite, storie e nostalgie. Le Grazie erano per tanti il luogo francescano di casa. I frati minori conventuali l’hanno abitato per molti anni, c’erano – e ci sono ancora – i parrocchiani ma era forte il legame anche con altri frequentatori, al di là della residenza. Una predilezione ricambiata, in questo posto eletto quasi a ‘santuario’ cittadino: lì ci potevi trovare una parola buona, respirare aria fresca, festeggiare il Poverello d’Assisi, stendere un plaid sul prato per gite fuori porta alla portata di tutti; lì davanti il protetto circuito di guida in attesa dell’esame per la patente.

Alle Grazie l’anima campagnola della città spesso incrociava quella cittadina e marinara e di fianco alla chiesa il Museo di Storia della Mezzadria continua a mettere in sapiente mostra questo vissuto, quello di una terra con vista mare. Spingersi un po’ più in là, oltre il cancello in ferro massiccio, apre al riposo degli ebrei nel loro suggestivo cimitero, a ricordarci la bellezza di un’altra, avvicente pagina cittadina nella pluralità sotto lo stesso cielo.

Le autorità presenti: da sin. il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti; il vescovo diocesano, Franco Manenti; il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli.

L’eleganza rinascimentale di un posto così doveva ritrovare la sua chiesa, ne era ed è ancora il fulcro. Voluta con grande determinazione dal suo ideatore e promotore, Giovanni della Rovere nel 1491– tanto che nel suo testamento si raccomanda accoratamente di finire l’opera – impreziosita da nomi del calibro di Baccio Pontelli, architetto e dei pittori Piero della Francesca e Perugino, torna a sorprenderci più bella che mai e si sa che i doni più delicati chiedono un di  più di attenzione, creatività e cura. Qui la fede celebrata e condivisa, la custodia della storia, la passione per la cultura alla portata di tutti si sovrappongono continuamente. Le pietre rimesse a posto domandano spiritualità profonda e accogliente, dialoghi intelligenti e armonia con il creato. Inaugurare e riaprire significa anche immaginare nuovi percorsi di cittadinanze possibili e a misura di tutte e tutti.

È tempo di godere di tutta questa bellezza, di farne partecipi i più giovani, di tornare ad abitare i luoghi. Di desiderare ancora e sempre più comunità cristiane aperte e coraggiose, nonostante l’esiguità dei numeri, sferzate da un vento fresco, come quello della sera della riapertura, che scansa la polvere dell’abitudine e dell’autoreferenzialità e scombina prassi, dentro e fuori la chiesa, ormai stanche.
La Chiesa delle Grazie ritorna a noi, le sue pietre ci parlano ancora: sarebbe un peccato non ascoltarle… ne hanno vista di storia e loro non temono il futuro.

Laura Mandolini

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Dopo l’alluvione, ecco come rinascerà il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia

Il progetto per il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia

Sarà una struttura in acciaio, con una forma a “S” alta più di due metri sopra il piano stradale, a rendere concreto, entro il 2025, il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia. La nuova infrastruttura nascerà a pochi metri di distanza dalla vecchia sede: sarà lunga 40 metri, con rampa di accesso in via Rossini e condurrà fino ai portici Ercolani: probabilmente sarà a senso unico con direzione nord-sud ma sarà larga abbastanza per poter ospitare, volendo, due corsie di marcia. Avrà anche passaggi ciclabili separati e marciapiedi, oltre al verde urbano per mitigare l’impatto dell’opera ingegneristica. In sostanza è stata confermata l’ipotesi progettuale circolata mesi fa e che tanto aveva fatto discutere la città perché, questa era la critica, non teneva nella giusta considerazione l’aspetto estetico e paesaggistico.

Per quanto riguarda i costi, è stato stimato il superamento dei 2,5 milioni di euro: tra progettazione e realizzazione dell’opera si dovrebbe arrivare ai 3,5 milioni di euro. Il cantiere dovrebbe partire, ma non si è azzardata alcuna data precisa, entro i primi sei mesi del 2025, con l’auspicio di terminare i lavori entro fine estate. In seguito verrà rimossa la passerella temporanea posizionata per la circolazione ciclopedonale a fianco alle macerie del vecchio ponte. Per il ponte degli Angeli dell’8 dicembre 2018, ricostruito dopo la precedente alluvione del 2014 e dedicato alle vittime della Lanterna Azzurra, si parla già di sostituzione per evitare l’effetto diga come nel caso dell’esondazione del 2022.

«E’ stata una scelta complessa ma necessaria per poter rispettare il franco idraulico e per coniugare le esigenze legate al raccordo con la viabilità cittadina – ha detto il presidente della Regione Marche nonché commissario all’emergenza alluvione Francesco Acquaroli durante la presentazione del progetto – Non è stato semplice trovare la giusta collocazione ma questa è una soluzione ad altissima tecnologia che garantisce il rispetto delle norme sulla sicurezza perché Senigallia non debba rivivere più situazioni come quella del 2022 o temere a ogni allerta. La città non deve essere sottoposta a rischi a causa delle infrastrutture e questo progetto è la risposta a tutte le esigenze».

La presentazione del progetto per il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia
La presentazione del progetto per il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia: da sinistra Massimo Olivetti, Francesco Acquaroli, Stefano Babini e Stefano Aguzzi

A fornire i dettagli sul progetto del nuovo ponte Garibaldi a Senigallia è il vicecommissario all’emergenza alluvione Stefano Babini. L’infrastruttura sarà in acciaio, un prefabbricato che verrà montato sul posto, lungo 40 metri e a doppia corsia con marciapiedi e pista ciclabile laterale. «Entro ottobre verrà completata la progettazione e confermo la tempistica annunciata dal presidente Acquaroli. Ormai la realizzazione è lanciata, possiamo già intravederla anche se gli imprevisti ci possono essere sempre». Il riferimento è ai precedenti annunci sui lavori che dovevano partire per la primavera 2024. «Le prime ipotesi erano praticamente solo di buon senso e persino partivano a raso con gli argini in muratura. Poi abbiamo chiesto deroghe al Consiglio superiore dei lavori pubblici che però ha fatto capire che non sarebbe stata accordata, quindi siamo dovuti procedere con questo progetto». Su ponte degli Angeli, ex ponte II Giugno, Babini ha annunciato un concorso di idee per risolvere il problema dell’altezza: «Il Garibaldi si può rialzare, questo non si può sopraelevare perché è in una posizione strategica, nemmeno col meccanismo dei martinetti idraulici. Perciò dobbiamo ricorrere al parere degli esperti per cercare nuove soluzioni».

«E’ una soluzione che abbiamo caldeggiato in base al rispetto della normativa sulla sicurezza. Il nuovo ponte sarà molto diverso rispetto a quello che c’era prima, ma per noi è molto importante la ricostruzione di questa struttura». Questo il commento del sindaco Massimo Olivetti. «Mi auguro che la riflessione interessi anche ponte degli Angeli che deve essere modificato o sostituito perché al di là delle indagini, è una situazione che ci può mettere in crisi in più occasioni. Quello che importa più del livello estetico è la questione sicurezza: non vogliamo che sia messa ancora in secondo piano. Non si poteva rifare il ponte dov’era o com’era prima perché sarebbe atterrato praticamente davanti al duomo e perché c’è il vincolo sui portici Ercolani che non si poteva superare. Questa soluzione è un sacrificio che va bene rispetto a un sistema di sicurezza che è prioritario».

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Il progetto per il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia
Il progetto per il nuovo ponte Garibaldi a Senigallia

Cresce il turismo nelle Marche, ma solo grazie agli stranieri

Numerosi i visitatori allo stand delle Marche alla BIT di Milano 2024
Numerosi i visitatori allo stand delle Marche alla BIT di Milano 2024

Aumentano gli arrivi e le presenze di turisti nelle Marche. Anche se in misura lieve – intorno al punto e mezzo percentuale rispetto al 2022 – è comunque una conferma della tendenza in atto già da tempo. Lo ha annunciato la Regione partecipando alla Borsa internazionale del turismo BIT  di Milano: allo stand regionale è arrivata anche la ministra del turismo Daniela Santanché.

Mentre si registra una lieve flessione del turismo interno (meno italiani scelgono le Marche, rispettivamente -024% negli arrivi che si fermano a quota 2.119.186 e -1,42% nelle presenze, 9.347.204), i dati sono compensati dal notevole aumento di stranieri: +10,90 negli arrivi (447.887 nel 2023) e + 12,10% nelle presenze (1.918.463). Sempre guardando i numeri rilevati dall’Osservatorio regionale del turismo per l’anno 2023 (in attesa della validazione dell’Istat), dall’estero sono arrivati soprattutto turisti dalla Germania +5,32%; dai Paesi Bassi +5,33%; dalla Svizzera +1,56% e Francia +14,35%. Da segnalare il +38% della Polonia grazie alla rotta su Cracovia. I numeri totali sono dunque 2.567.073 di arrivi (+1,54% rispetto al 2022 quando si registrarono 2.528.136 arrivi mentre nel 2019, anno pre-pandemia, furono 2.418.857) e 11.265.667 di presenze (+0,65% rispetto al 2022 quando furono 11.193.324 mentre nel 2019 in 10.399.914 scelsero le Marche). 

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli durante la conferenza stampa di inaugurazione dello Stand “Let’s Marche” ha commentato positivamente il risultato: «I dati del 2023 sono assolutamente in linea con il 2022. C’è un leggero incremento, anche se dobbiamo considerare un lieve calo del turismo italiano largamente compensato dal turismo estero che è legato alle nuove rotte dell’aeroporto di Ancona. Il mese di maggio e di giugno per quanto riguarda la stagione balneare hanno sicuramente risentito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna e del maltempo. Quindi se consideriamo il risultato aggregato complessivo positivo di quest’anno rispetto alla stagione record dello scorso anno, possiamo dire che, se il 2022 è stato l’anno della grande scoperta, sicuramente il 2023 è quello della grande conferma».

«Le Marche sono “la piccola Italia” – ha detto la ministra Santanchè – rappresentano passato, presente e futuro i numeri migliorano e hanno superato il pre-pandemia, grazie al grande lavoro fatto dalla Regione, sempre anche in sinergia con il Ministero. Le Marche stanno facendo tanto per promuovere i numerosi turismi che offrono».

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La ministra del turismo Daniela Santanché allo stand delle Marche alla BIT di Milano 2024 assieme al presidente regionale Francesco Acquaroli
La ministra del turismo Daniela Santanché allo stand delle Marche alla BIT di Milano 2024 assieme al presidente regionale Francesco Acquaroli

Far ripartire il territorio dopo l’alluvione: focus su sicurezza e lavori

Dare sicurezza e fare ripartire il territorio colpito dall’alluvione del 15 settembre 2022. Questi i punti cardine dell’incontro a Senigallia promosso dal Rotary Club a cui hanno partecipato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco del Comune di Senigallia Massimo Olivetti, il vicecommissario all’alluvione 2022 Stefano Babini ed il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini.

Un appuntamento che non è servito per fare luce su ciò che è accaduto il 15 settembre 2022. Più uno spazio per dichiarazioni non contestabili, una passerella politica, uno spot. Eppure quel giorno sono caduti, nel comprensorio che va dal Catria al bacino dei fiumi Misa e Nevola, oltre 400 mm di acqua in poco più di tre ore: un quantitativo pari a quattro mesi di piogge che ha causato 13 vittime e danni per circa 2 miliardi di euro.

Parlare di messa in sicurezza del territorio diventa quindi fondamentale. Così come di lavori, di risorse partendo dal presupposto che il rischio zero non esiste. «Servono interventi che possano dare garanzie – ha detto il governatore Acquaroli – per questo dobbiamo utilizzare bene le risorse che il governo ha stanziato: inutile ora chiederne di nuove se non riusciamo a spenderle perché le sottrarremmo ad altre emergenze. Solo dopo la rendicontazione definitiva dei 400 milioni potremo, se sarà necessario, fare altre richieste».

Non si è parlato di sfioratore al porto o di prolungamento del canale alla foce ma ampio spazio è stato dato alle vasche di espansione in realizzazione a Bettolelle di Senigallia, e a quelle in progettazione a Pancaldo di Ostra Vetere, e a Ponte Lucerta, nel Comune di Corinaldo. Solo un sistema integrato di aree di compensazione idraulica potrà restituire sicurezza al territorio, ha spiegato l’ing. Babini, anche se ciò avverrà subito. Anzi, prima di 3 o 5 anni non saranno completate quelle più complesse, partendo dal presupposto che ancora devono essere terminate le progettazioni e che potrebbero essere affidati i lavori entro fine 2024. Quindi prima del 2027/2030 il territorio sarà ancora sguarnito o quasi di serie difese contro le alluvioni, perché come è stato ribadito anche in questa occasione una sola opera come l’escavo del fiume non garantirà proprio nulla.

Si è discusso anche di delocalizzazione, anche se il sindaco Olivetti l’ ha definita difficile da realizzare, e di manutenzione: «Come Regione investiamo circa 7 milioni di euro all’anno sulla manutenzione dei corsi d’acqua e abbiamo iniziato proprio dal Misa – ha dichiarato Acquaroli – mentre nel quinquennio precedente, in tutta la legislatura erano stati stanziati tra i 5 e i 6 milioni per tutta la regione. Noi arriviamo a oltre 30 milioni di euro. Ma ne servirebbero altre». Peccato che, per trasparenza, non sia stato detto che gran parte delle risorse derivano da fondi governativi straordinari e dal Pnrr.

Pochi giorni fa, infine, è arrivata la notizia dell’ulteriore proroga della scadenza dei termini per presentare le domande di contributo per risarcire i danni subiti: dal 31 dicembre 2023 si è passati al 31 marzo 2024.

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Alluvione 2022: “sì” al Piano Opere Strutturali e Infrastrutturali da 110 milioni di euro

Tra i danni dell'alluvione del 15 settembre 2022 c'è la chiusura di molti ponti nella vallata Misa-Nevola
Tra i danni dell’alluvione del 15 settembre 2022 c’è la chiusura di molti ponti nella vallata Misa-Nevola

Con la firma nei giorni scorsi da parte del presidente regionale Francesco Acquaroli, commissario per l’alluvione del settembre 2022, del decreto di approvazione, può finalmente entrare nel vivo il Piano per la realizzazione delle Opere Strutturali e Infrastrutturali. Si tratta di un piano operativo che prevede interventi per oltre 110 milioni di euro, finanziato con i fondi stanziati dal Governo a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito le valli del Misa e del Nevola.  

Con la versione definitiva del piano dunque, si stagliano all’orizzonte nuove opere strutturali complesse per la riduzione del rischio idrogeologico, precedentemente non inquadrabili tra quelle di ordinaria competenza del Dipartimento nazionale di Protezione Civile. Opere che dovranno attendere le verifiche dell’Autorità di bacino e i nuovi rilievi aerei resi necessari per la taratura dei modelli idraulici, dopo la modifica degli alvei dei corsi d’acqua attuata nella fase degli interventi di somma urgenza.

Per intervenire direttamente, a livello strutturale, sulle situazioni più gravi sotto il profilo dei rischi residui – previa intesa dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale – è stata predisposta e approvata lo scorso giugno l’ordinanza 1011, che «ha permesso di fatto un cambio di metodo operativo – ha sottolineato il vicecommissario per l’emergenza alluvione, Stefano Babini – Una vera e propria svolta in termini di snellimento burocratico perché sarà possibile gestire interventi strutturali, come ad esempio vasche di laminazione o interventi sulle intere aste fluviali per la messa in sicurezza del territorio senza dover seguire le procedure ordinarie più lente e complesse».

Il piano delle opere complesse approvato dal Commissario è dunque il nuovo passo in avanti dopo gli interventi di somma urgenza dei soggetti attuatori e dei comuni e i ristori per i danni subiti da famiglie e imprese. «Una mole di attività importanti che produrrà effetti rilevanti nelle valli del Misa e del Nevola e nel comprensorio del Catria – ha detto il presidente Acquaroli – in termini di messa in sicurezza e ripristino della zona, mitigazione del rischio, manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua e soprattutto una risposta infrastrutturale. Abbiamo potuto cogliere gli effetti degli interventi di manutenzione anche durante le ultime forti piogge delle scorse settimane; precipitazioni simili di portata a quelle del 2014 ma che non hanno avuto alcuna conseguenza sul territorio. L’obiettivo è restituire sicurezza e tranquillità alle popolazioni e alle imprese di questo territorio che ha già subito eventi drammatici».

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La lettera del Comitato Difesa Ospedale si Senigallia al presidente della Regione, Acquaroli

Egregio Presidente Acquaroli ,
il Comitato  Difesa Ospedale di Senigallia si rivolge direttamente a Lei quale responsabile primo della salute dei suoi concittadini marchgiani in quanto Presidente dell’amministrazione regionale. Da qualche tempo giravano voci su quello che voi politici chiamate rimpasto che prevedevano, tra alcuni cambiamenti, anche un diverso incarico per l’Assessore Saltamartini (nella fotografia) che nella sua qualità di responsabile della sanità ha creato molto dissenso, in particolare nella provincia di Ancona, come possiamo testimoniare noi stessi. Ora ci giungono alle orecchie voci che Lei si sarebbe opposto a questo cambiamento in cui moltissimi cittadini confidavano sinceramente.

A questa notizia si aggiunge quella ancora più sorprendente che l’Assessore Saltamartini avrebbe voluto dare le dimissioni da questo suo incarico, magari perchè  potrebbe essersi accorto che le sue iniziative non hanno raggiunto le aspettative sue e dei cittadini , ma che Lei avrebbe rifiutato sia il rimpasto che le dimissioni, opportune secondo noi .

Ora noi le chiediamo conto delle sue decisioni quali suoi amministrati che a maggioranza le hanno affidato la conduzione della Regione Marche. In particolare ci aspettavamo concrete ed incisive decisioni con iniziative atte a risolvere almeno le situazioni più gravi della sanità.

Tuttavia dopo tre anni di governo, come sa benissimo anche Lei, non è migliorata, anzi è peggiorata sensibilmente. Possibile che nella sua giunta non ci sia qualcuno che conosca a fondo problemi e problematiche della sanità per poter prendere decisioni, magari poche, ma risolutive, almeno per le situazioni più urgenti e improcrastinabili ?

Al convegno tenutosi Sabato 14 ottobre  a Senigallia per presentare la lodevole nascita del  progetto “One Healton” per la tutela della salute e prevenzione delle malattie oncologiche il suo assessore Saltamartini ha fatto una rapida comparsa, ma Lei se ne è ben guardato e non ha inviato neppure un messaggio. Da tutto ciò si sbaglia se si deduce che la salute dei marchigiani non le sta a cuore magari come le piste ciclabili? Naturalmente non ci aspettiamo una sua risposta, ma siamo cittadini e non ancora sudditi per cui la matita copiativa la abbiamo in mano noi. Le dovevamo quanto sopra perciò la salutiamo augurandole un soddisfacente per Lei proseguimento.

Comitato ‘Difesa Ospedale di Senigallia’

A un anno dall’alluvione parte la ricostruzione “pesante” con il ponte del Coppetto a Ostra

La presentazione a Ostra della progettazione per il nuovo ponte del Coppetto
La presentazione a Ostra della progettazione per il nuovo ponte del Coppetto

Ripartire dopo l’alluvione grazie a un ponte, un simbolo di rinascita che difficilmente placherà la polemiche per i ritardi con cui si sta intervenendo. E’ la storia di Ostra (e Ostra Vetere) divise dopo che il disastro del 15 settembre 2022 ha danneggiato il ponte del Coppetto sulla strada provinciale 17, ora in fase di progettazione per la ricostruzione ex novo. Progettazione presentata oggi in municipio a Ostra, alla presenza del prefetto di Ancona Darco Pellos, del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, del presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali e della sindaca di Ostra Federica Fanesi.

I nodi erano le risorse; la burocrazia; la messa in sicurezza del territorio. I soldi sono arrivati, come confermato da Acquaroli, a dicembre 2022 con la finanziaria: cinque mesi dopo l’arrivo materiale delle risorse si organizza una conferenza per parlare di progettazione definitiva, esecutiva, di appalto. Non di date certe, non di inizio dei lavori. La burocrazia è stata in qualche modo sistemata, dopo tante proteste, grazie a una legge che ha permesso di velocizzare (ma solo recentemente) alcuni cantieri e progetti; la messa in sicurezza invece ancora latita, scarseggia. E questo è comprensibile solo se si guarda la vastità del territorio in cui operare e da sistemare, mentre montano altre lamentele per ciò che è stato fatto male, come le sistemazioni degli argini fluviali di Misa e Nevola in cui si è dovuti intervenire due volte.

Ben venga intanto la progettazione del nuovo ponte del Coppetto. L’infrastruttura, dopo la demolizione di quella vecchia, rinascerà completamente con un ponte metallico ad arco a via inferiore a campata unica di 50 metri di luce. Comprenderà una carreggiata di 10,50 m e due percorsi tecnici. La scelta di ricostruire ex novo il ponte è stata dettata dall’inagibilità del ponte esistente e dalla necessità di ampliarne la capacità idraulica. La nuova struttura prevede un impalcato di spessore contenuto (1,05 m) e un innalzamento della quota dell’attuale piano viabile: misure che permetteranno un miglioramento della sicurezza stradale e di adeguare il nuovo ponte alle massime portate di piena al colmo prevedibili.

Soddisfatti sia il presidente regionale nonché commissario per l’alluvione 2022 Francesco Acquaroli che il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali. «Siamo a un passaggio fondamentale per tutti i territori – ha detto il primo – soprattutto quelli più colpiti, che dopo il dramma dell’alluvione hanno visto un condizionamento della viabilità e della quotidianità. Era necessario correre verso la messa in sicurezza di questo territorio e questa è la prima opera importante che viene realizzata». Acquaroli ha anche ricordato come tutto ciò sia stato reso possibile grazie ai 400 milioni stanziati dal governo Meloni, arrivati dopo i 5 milioni del governo Draghi annunciati a pochi giorni dall’emergenza. Risorse che hanno «delineato un cambio di passo nell’approccio del Governo nazionale per questo genere di accadimenti», a cui si sono aggiunti poi i 30 milioni stanziati dalla giunta regionale, «utilizzati per le opere di manutenzione e per i contributi per le auto e i furgoni danneggiati. Risorse che iniziano a produrre effetti evidenti e tangibili sulla ricostruzione post alluvione».

Il presidente della Provincia di Ancona Carnevali ha ripercorso i momenti immediatamente successivi al disastro quando «ci siamo trovati di fronte a un’emergenza che richiedeva la realizzazione numerosi interventi nel più breve tempo possibile». In poco meno di un anno l’ente è intervenuto con diciotto interventi sulla viabilità compromessa da allagamenti e smottamenti in un territorio vasto da Arcevia e Fabriano fino a Corinaldo e Senigallia. «Archiviati i lavori di somma urgenza oggi possiamo dedicarci alla fase della ricostruzione “pesante”, che prende il via proprio con il ponte del Coppetto. Un’opera innovativa, che tiene conto di portate di piena più cautelative anche rispetto a quanto previsto dalle attuali normative. Abbiamo voluto mettere la sicurezza al primo posto. Entro settembre è previsto il progetto esecutivo per poi procedere all’appalto dei lavori».

Tempi dunque ancora lunghi per un territorio che deve fare i conti con tante altre infrastrutture danneggiate e ancora non agibili. Ma è una ripartenza che può dare speranza, un simbolo – come ha sottolineato il vicecommissario all’alluvione 2022 Stefano Babini – per tutta la vallata Misa Nevola.

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Sopralluogo a Senigallia del presidente della regione Acquaroli: poche certezze e tempi lunghi

Il sopralluogo a Senigallia del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli
Il sopralluogo a Senigallia del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli

Sabato 1° luglio scorso, a Senigallia, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha effettuato un sopralluogo con l’obiettivo, ufficialmente, di verificare lo stato di avanzamento delle opere messe in campo per ridurre i disagi e rischi conseguenti dall’alluvione del 15 settembre 2022.

«Questo ponte è provvisorio» ha dichiarato lapalissianamente riferendosi alla passerella ciclopedonale il governatore Acquaroli, accompagnato dall’assessore regionale alla protezione civile Stefano Aguzzi, dal vice commissario all’alluvione Stefano Babini, dal sindaco di Senigallia Massimo Olivetti e da altre figure politiche. «Nel frattempo c’è da demolire e progettare il nuovo ponte Garibaldi e da mettere sul terreno altre opere: siamo tutti al lavoro incessantemente, anche la struttura commissariale, la protezione civile, il genio civile, ministeri e comuni, ognuno per le proprie competenze. Sappiamo che è un lavoro che comporta uno sforzo enorme».

Intanto però sono passati quasi dieci mesi dal disastro e oltre due mesi dalla prevista data della ripartenza: la promessa fatta alla città di Senigallia era che almeno la passerella ciclopedonale fosse pronta entro maggio, in tempo per la stagione turistica. Promessa non mantenuta e, come se non bastasse, non è stata sciolta la riserva circa la tempistica dell’apertura, anche se ormai si parla di inaugurazione imminente. Cioè, a pochi giorni dall’apertura, non sanno quando verrà aperta. O non si sbilanciano. E, conseguentemente, nemmeno sul ponte Garibaldi ci sono le idee chiare. Alla domanda – ovviamente sarebbe stata posta – sulle prossime date e allestimenti, Acquaroli ha risposto con un generico: «E’ sempre difficile da determinare il periodo; noi contiamo nell’arco di otto, nove o dieci mesi di poter arrivare alla soluzione definitiva del problema. Ma mi tengo stretto il fatto che spesso i tempi non coincidono con ciò che vorremmo, siamo in Italia». Bandiera bianca, dunque. Ci si affiderà al caso e, per la popolazione credente, alle preghiere. Senza contare che tra dieci mesi ne saranno passati ben 20 dall’alluvione, con chissà quante altre allerte meteo e chissà quante altre esondazioni sfiorate per pochi centimetri. Ma d’altronde, siamo in Italia, l’ha detto anche Acquaroli.

Intanto ci sono i lavori di escavo del letto del fiume Misa a tenere banco, «lavori fondamentali per garantire un miglior deflusso delle acque in caso di piena» secondo il governatore FdI che ha già annunciato come siano soltanto i primi degli importantissimi interventi che verranno attivati nelle prossime settimane. «Sono già cento i cantieri aperti per dare la risposta più importante possibile alla popolazione – ha detto – e ciò che verrà nei prossimi mesi è ritenuto da tutti prioritario per mitigare i rischi in questi territori». 

Innanzitutto bisognerebbe anche spiegare perché alcuni lavori non hanno portato al risultato sperato. Dopo le ondate di maltempo di gennaio, marzo e maggio scorso alcuni argini sono franati o da riprofilare; alcune aree (si veda via Tevere, Marazzana, Cannella, Bettolelle, Borgo Molino) sono nelle stesse condizioni di precarietà dell’anno scorso, senza contare che in centro storico è prevista l’asportazione di 3000 metri cubi di sedimenti, praticamente due isolotti tra ponte Garibaldi e ponte degli angeli. Ma le altre zone? Nulla poi sull’entroterra, con i comitati che a gran voce da mesi chiedono le stesse attenzioni che ha Senigallia.

Se la vallata rimane per il momento a bocca asciutta in tema di annunci roboanti, la spiaggia di velluto ha davanti a sé ora una «stagione di cantierizzazione di tanti lavori che partirà a breve; dobbiamo pensare alla ricostruzione delle case e delle attività che hanno subito danni e, in questo, stiamo lavorando assieme ai comuni perché le istituzioni siano il più possibile allineate» ha spiegato il presidente della Regione Marche. L’obiettivo della giunta regionale, questo certamente condivisibile, è «restituire serenità alle comunità, pur sapendo che le opere di mitigazione non potranno escludere esondazioni in futuro». Ecco il vero annuncio: alziamo tutti bandiera bianca.

di Carlo Leone

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Il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia: l’ennesimo appello ad Acquaroli

Che cosa facciamo con la mobilità passiva? Che cosa facciamo con le liste d’attesa? PRESIDENTE ACQUAROLI glielo diciamo noi cosa fare!

Tolga la delega a chi ha la responsabilità sanitaria di queste criticità. La responsabilità dell’Assessore alla Sanità oltre che organizzativa per il nuovo piano sanitario Regionale che non funziona è anche quella di aver confermato i direttori Asur, Area Vasta e ora Ast nominati dal passato Governo che hanno portato la Regione ad essere sempre più indebitata.

Spostandoli da una sede all’altra, ad esempio dalla Provincie di Ancona dove la dr.ssa Storti è direttore ma fino al 16 Luglio a quella di Pesaro per altri 3/5 anni, non ha fatto che aggravare la situazione nel sanitaria.

Abbiamo un elenco di “incompiute” del nostro Ospedale lasciate che mettono paura, nonostante una pseudo-collaborazione manifestata ma mai partita.

Abbiano le prove di quello che diciamo.

Una (dis)organizzazione sanitaria di Servizi con operatori che fanno di tutto per andarsene, un personale Tecnico ai minimi termini e “dulcis in fundo” medici di Pronto soccorso delle Cooperative e Cardiologi in servizio con la metà delle ore necessarie e niente per la sanità territoriale, questi sono stati i “cambiamenti” sanitari attuati nel nostro Ospedale!

Presidente Acquaroli, di chi sono le responsabilità?

I Responsabili da Lei nominati se le rimpallano tra loro ma intanto i pazienti vanno a curarsi fuori regione con ingenti costi per le loro tasche e per le spese Regionali.

Se i pazienti per l’Ortopedia, la Cardiologia, la Gastro etccc….. vanno a curarsi altrove per le “impossibili” liste d’attesa ci sarà un motivo.

Chi invece non ha possibilità economiche non si cura e questo deve ricadere sulle coscienze di chi ha prodotto questi risultati.

La destra che Lei rappresenta e che i cittadini hanno votato convintamente deve dimostrare di essere diversa dalla sinistra che invece è stata punita.

Oggi a tre anni dal suo insediamento questo non si evince minimamente e Lei deve prendere atto di questo e non guardare all’equilibrio politico della coalizione perchè la salute non aspetta le vostre decisioni.

Sappiamo che Lei si è trovato a gestire con fatica questa situazione però ora dopo 3 anni di governo chi non ha attuato quanto promesso in campagna elettorale deve essere sostituito dalla carica altrimenti tutto ricadrà su di Lei. Errare e umano ma perseverare…

Comitato cittadino difesa dell’Ospedale – Senigallia

Terremoti a largo delle Marche, deliberato lo stato di emergenza a cinque mesi dal sisma

Danni per il terremo del 9 novembre 2022 anche al patrimonio ecclesiastico: l'interno del duomo di Senigallia
Danni per il terremo del 9 novembre 2022 anche al patrimonio ecclesiastico: l’interno del duomo di Senigallia

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato ieri sera, 11 aprile, la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eventi sismici del 9 novembre 2022 nel territorio dei Comuni di Ancona, Fano e Pesaro.

E’ quanto annunciato dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che commenta: «Si tratta di un passaggio importante che detta una linea per affrontare i problemi rispetto ai danni causati dalle forti scosse di terremoto. Le risorse stanziate, oltre 4,8 milioni di euro, serviranno per le prime risposte urgenti come il contributo di autonoma sistemazione. Ora che il Governo ha riconosciuto il danno, siamo in grado di dare il via ad una nuova fase che consentirà di dare delle risposte concrete ed una prospettiva sia alle famiglie sfollate che agli enti locali. Ringrazio ancora una volta il presidente Giorgia Meloni ed il ministro Nello Musumeci per la costante attenzione che dedicano al nostro territorio».

Per l’attuazione dei primi interventi, nelle more della valutazione dell’effettivo impatto dell’evento effettuata dalla Protezione Civile nazionale, sono stati stanziati 4.860.000 euro.

Nell’area della Diocesi senigalliese sono numerosi gli edifici – di culto e civili – interessati dalla serie sismica: alcuni hanno riportato dei danni e sono ancora in corso alcune verifiche per accertare la sicurezza o meno degli immobili. Solo per citare un esempio, il duomo di Senigallia è ancora chiuso e le funzioni di cattedrale sono svolte dalla chiesa dei Cancelli.

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